Firenze: Ceretta e la ORT, buona la prima!
Con il Concerto n. 5 per pianoforte e orchestra op. 73 “Imperatore” e Sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore op. 55, insomma con un programma tutto dedicato a Beethoven, si è tenuto il debutto ufficiale di Diego Ceretta come direttore principale dell’ORT. Altri due appuntamenti lo attendono in stagione, che gli consentiranno di lavorare a lungo con l’orchestra così da creare quell’intesa necessaria a creare confidenza artistica tra strumentisti e Maestro. Ventisette anni da poco compiuti, Diego Ceretta, violinista di formazione, si è poi dedicato alla direzione d’orchestra soprattutto nei corsi estivi di perfezionamento all’Accademia Chigiana di Siena, tenuti da Daniele Gatti, suo mentore, che era presente anche al concerto del 1° dicembre al Teatro Verdi. L’ORT si è molto ringiovanita in tutte le famiglie orchestrali (pensionamenti e premature scomparse di molti dei suoi storici componenti lo hanno reso necessario), una scelta che Daniele Spini (direttore artistico della amatissima ed eccellente compagine toscana) ha confermato anche nella scelta di questo giovane nuovo direttore principale: la gioventù permette di investire sul futuro. Ma va detto che anche quelli che sono stati sostituiti erano stati inseriti nell’ORT che erano molto giovani, quindi l’ORT ha sempre seguito questo orientamento.
Per cominciare questa avventura con l’ORT, Ceretta si è misura con il titano Beethoven, con due composizioni abitate dallo spirito di Napoleone. Nell’Imperatore Ceretta ha fatto dialogare magnificamente l’orchestra con il pianista solista, il veneziano Alessandro Taverna: l’intesa fra i due si è percepita fin dall’inizio e ha entusiasmato il pubblico sia la bravura del pianista sia la capacità di Ceretta di dosare la tavolozza orchestrale con dinamiche e agogiche sempre perfettamente allineate con quelle del pianista, in modo da tenere sempre vivo il dialogo con il pianoforte e l’unitarietà del discorso musicale dell’intero concerto (molto bello il legame senza soluzione di continuità fra il secondo e il terzo movimento). L’esecuzione è stata salutata da applausi così prolungati e convinti che Alessandro Taverna ha poi regalato due bis: uno di un brano di Gulda, jazzistico, divertente e che ha messo in rilievo le capacità virtuosistiche di Taverna, e le Variazioni e Fuga su un tema di Haendel di Max Reger, brano molto bello ma molto complesso, anch’esso eccellente modo per confermare le capacità tecniche del pianista.
L’Eroica che ha occupato la seconda parte del concerto è stata una scelta interessante, dato che si tratta di una composizione di lunga durata, spesso con dinamica serrata. Un po’ poca energia romantica la abbiamo percepita nel secondo movimento, mentre nel primo, terzo e ultimo Ceretta è entrato bene nella trama della partitura, restituendo bene anche i momenti più frizzanti e lo spirito popolaresco (sul quale tanto si è scritto per i riferimenti agli ideali portati dalla Rivoluzione Francese) del movimento finale.
Chiarezza del gesto, serietà dell’approccio, attenzione all’equilibrio: Ceretta ha debuttato bene e ha conquistato il pubblico, quindi, come si dice in modo forse abusato “buona la prima” e non resta che augurargli ad maiora!
Donatella Righini
(1º dicembre 2023)
La locandina
Direttore | Diego Ceretta |
Pianoforte | Alessandro Taverna |
Orchestra della Toscana | |
Programma: | |
Ludwig van Beethoven | |
Concerto n.5 per pianoforte e orchestra op.73 ‘Imperatore’ | |
Sinfonia n.3 op.55 ‘Eroica’ |
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