Trieste: la sagacia del Quartetto Casals
Fondato nel 1997 presso l’Escuela Reina Sofía di Madrid, il Quartetto Casals è cresciuto sotto l’egida di Walter Levin del Quartetto LaSalle e festeggia quest’anno il suo venticinquesimo anniversario. Da quando ha vinto i primi premi ai Concorsi di Londra e al Brahms di Amburgo, il quartetto catalano è stato ospite delle sale da concerto di maggiore prestigio al mondo, tra cui la Carnegie Hall, la Philharmonie di Colonia, la Cité de la Musique di Parigi, la Schubertiade di Schwarzenberg e il Concertgebouw di Amsterdam.
Last but not least, agli inizi il Quartetto Casals era già stato ospite, molto apprezzato, della gloriosa Società dei Concerti di Trieste che all’epoca svolgeva la propria attività al Politeama Rossetti. Ed eccoli, quasi venticinque anni dopo ripresentarsi carichi di gloria a Trieste, questa volta sul più blasonato palcoscenico del Teatro Verdi, nell’ambito della novantaduesima stagione che Marco Seco, direttore artistico di gran pregio, ha destinato ai soci della storica istituzione musicale. Terzo appuntamento di una stagione ricca d’incontri interessanti, quello con il Quartetto Casals, uno dei più importantii ensemble cameristici in attività, si è rivelato degno di entrare fra quelli da ricordare negli annali dei frequentatori di concerti di musica da camera. Il Casals, del resto, ossia Vera Martínez Mehner e Abel Tomás, violini, che si alternano al primo leggio, Jonathan Brown, viola, e Arnau Tomàs, violoncello, ha all’attivo una carriera internazionale di assoluto prestigio e ha plauso incondizionato di pubblico e critica.
Il programma comprendeva quartetti per archi di Haydn e Beethoven, con una seconda parte dedicata a Shostakovich e aveva tutto per metterne in rilievo le qualità di affiatamento, solidità d’intenti interpretativi, controllo assoluto degli equilibri sonori, capacità di adeguare il suono ai diversi stili affrontati di volta in volta. Ogni strumentista del Casals può esibire una cavata ricca di armonici e sa metterla a servizio di un’esecuzione che ha nella compattezza del suono, nei rimandi gioiosi fra uno strumento e l’altro le caratteristiche precipue.
Lo Haydn del Quartetto in La maggiore op. 20/6, il sesto e ultimo del musicista di Rohrau, era, in apertura di serata, vivido, brillante, sagacemente restituito nell’ampiezza del suo materiale melodico. Il Beethoven del Quartetto n. 16 in Fa maggiore op. 135, uno dei lavori più equilibrati e compatti in senso classico del Grande di Bonn metteva ancora più alla prova l’affiatamento dei quattro strumentisti che è stato ancora più avvertibile e appezzabile. Un’esecuzione magistrale.
La seconda parte interamente dedicata a Shostakovich con il Quartetto n. 2 in La maggiore op. 68, uno dei meno eseguiti e conosciuti dell’autore sovietico, dava luce al tono tetro e introverso che l’autore, accusato dalla Pravda di essere caos in musica, riversa qui nella sua musica. In questa composizione novecentesca il Quartetto Casals sa dare adeguato rilievo a un linguaggio armonico assai elaborato, e a tratti dissonante, con i suoi richiami alle melodie tzigane del secondo movimento (Recitativo e Romance) e al Valzer del terzo. Una lettura avvincente e trascinante che i quattro musicisti, applauditi a lungo, al termine dell’esecuzione hanno voluto replicare con un bis ancora dedicato a Shostakovich, ossia il terzo movimento, Allegro ma non troppo, aggessivo e dinamico del suo terzo quartetto per archi in Fa maggiore op. 73.
A questo punto l’appuntamento con la Società dei Concerti di Trieste è, sempre al Teatro Verdi, l’otto gennaio con il recital di Louis Lortie: il dicembre dell’istituzione musicale offrirà però altri tre concerti, due nella Chiesa Evangelica Luterana di Trieste e un terzo nella Sala del Trono del Castello di Miramare, legati al periodo d’Avvento e di Natale.
Rino Alessi
(4 dicembre 2023)
La locandina
Quartetto Casals | |
Violino | Abel Tomàs |
Violino | Vera Martínez Mehner |
Viola | Jonathan Brown |
Violoncello | Arnau Tomàs |
Programma: | |
Franz Joseph Haydn | |
Quartetto in la maggiore op. 20/6 | |
Ludwig van Beethoven | |
Quartetto n. 16 in fa maggiore op. 135 | |
Dimitrij Shostakovich | |
Quartetto n.2 in la maggiore op. 68 |
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