Torino: per Orliński tutto quanto fa spettacolo

Spettacolo è forse il termine più adatto per descrivere l’unica tappa italiana (a precisazione, la ventunesima) del tour europeo del controtenore Jakub Józef Orliński che, accompagnato dagli strumentisti dell’ensemble de Il Pomo d’Oro, si è presentato per la sua prima volta al pubblico torinese in una fredda sera di inizio dicembre, nella grande e assai piena sala del Conservatorio G. Verdi di Torino, nell’ambito degli appuntamenti proposti dall’Unione Musicale.

Ma che tipo di spettacolo? Con risvolti buoni o meno? Sono alcune delle domande che lo scrivente si è portato a casa, di primo impatto affascinato da un contesto fatto di canto, visione, giochi di luci, intrattenimento. Di certo, va dato atto all’artista di avere il fascino e la capacità di attrazione visiva e creativa, cercando di adattare le situazione ed il repertorio proposto in un sempre più crescente tentativo di dialogo col pubblico in sala. Interessante e ricca di curiosità è la scelta del repertorio della serata, che riprende il contenuto di Beyond, l’ultima incisione discografica di Orliński proprio con Il Pomo d’Oro: repertorio che si snoda tra rarità e ricercatezze del ‘600 italiano e non solo, tra compositori più noti al grande pubblico, quali Monteverdi, Caccini, Frescobaldi e Cavalli, altri meno conosciuti come Marini, Strozzi, Pallavicino, Netti, Sartorio e Moratelli, ed infine stranieri come Kerll e Jarzebski.

Analizzando attentamente, dal punto di vista vocale, l’esecuzione di Orliński, si possono evidenziare pregi e difetti che vengono, in un certo qual modo, deviati dall’interpretazione scenica fatta di mosse, movimenti e dinamiche semiteatrali. Dalla sua, l’artista polacco si contraddistingue per un timbro puro, subito riconoscibile e di buona proiezione, con una buona risonanza in particolare nel registro centrale e medio-acuto. Di contro, si evidenziano però i difetti quando, nell’esecuzione delle pagine proposte, si toccano le parti gravi e acute: mancano spessore, sostegno del suono, pronuncia non sempre precisa, naufragando così e lasciando prevalere il suono strumentale. In un continuo ininterrotto, Orliński non abbandona ma il palcoscenico, addirittura abbattendone i confini e passeggiando tra il pubblico (come nell’esecuzione dell’Incomparabil nume di Cavalli). Qui possiamo apprezzare un’altra qualità che è figlia anche della giovane età dell’artista, ossia la tenuta vocale per un concerto complessivamente durato due ore: nessuna pausa, un unicum senza interruzioni, senza bisogno di riposare. A dare aiuto e riposo alla voce sono le esecuzioni musicali della Sonata in fa maggiore per 2 violini e continuo di J. C. Kerll, la Sinfonia dal Demetrio di Carlo Pallavicino e la Tamburetta di A. Jarzebski, che confermano l’eccellente qualità degli strumenti dei musicisti de Il Pomo d’Oro, che brillano nell’esecuzione complessiva, seppur con un’eccessiva esuberanza del basso continuo per un (fin troppo) maggiore sostegno al concerto nella sua interezza.

Inizio sommesso con Monteverdi, in completo chiaro e mantello scuro, con tono lamentoso che non evolve, mantenendo uniforme lo stile lungo l’esecuzione, senza mai troppo variare e con avaria di colori, di intenzioni, di virtuosismi. Al programma previsto, si aggiungono poi quattro bis finali tra brani di ormai consolidato repertorio e riprese del concerto stesso: ascoltiamo così Chi scherza con amor di Boretti, Lucidissima face di Cavalli, Che m’ami ti prega di Orlandini (dove tenta una gara di vocalità con il cornetto a bocca saltando dai gravi baritonali agli acuti in falsetto e facendo interagire il pubblico come eco imitatore) per concludere con la ripresa de La certezza di tua fede da Antonino e Pompeiano di Antonio Sartorio, a cui aggiunge movimenti, danze ed acrobazie richiamate dai ritmi di archi e chitarra.

È dunque questo il futuro del controtenorismo moderno? Sicuramente funzionano le incisioni discografiche ed il marketing, che si snoda tra la vendita di spille, magliette, cd e vinili, creando nuovi idoli per le masse. Ma, forse, meritiamo tutti di più.

Leonardo Crosetti
(6 dicembre 2023)

La locandina

Contreotenore Jakub Jozef Orlinski
Il Pomo d’Oro

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