Bolzano: LORIT tra Weill e lo Jodel
LORIT è il rovescio di TIROL, il tentativo estremo di ribaltare le conseguenze ingestibili di un turismo alpino che negli anni ha divorato se stesso, banalizzandosi e imbarbarendosi di stagione in stagione, passando da interazione tra popolazione locale e vacanzieri ad una contrapposizione insanabile tra il mondo di chi la montagna la viva e le richieste sempre più pressanti ed esagerate di chi invece la sfrutta.
È ambizioso il lavoro del librettista Robert Prosser e del compositore Marius Binder che con questo lavoro si è aggiudicato la vittoria del concorso Opera Fringe della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento.
Un’opera sulla morte del turismo che aspira a divenire universale che gli autori accostano ad una Mistery Play medievale ma che in realtà resta circoscritta ad una realtà strettamente locale pur presentando aspetti di interesse e spunti di riflessione non banali.
I personaggi che si trovano intrappolati in una cabinovia sospesa nel nulla e in preda ad una tempesta sono in realtà caratteri nei quali si incarnano i diversi aspetti della crisi del turismo nelle valli sudtirolesi: ci sono il Bel Paesaggio, il Padrino delle funivie, il Turismo, l’Ultima Generazione e infine la Folla e la Morte.
Tutti insieme, tra scontri e confronti, cercano una soluzione ad un problema che alla fine soluzione non ha, il tutto in un crescendo di sentimenti capaci di fare emergere la vera natura di ciascuno e alla fine anche l’Ultima Generazione, la più propositiva del gruppo, dovrà arrendersi all’ineluttabilità di un presente scuro e di un futuro nero.
Il libretto di Prosser, scritto in un dialetto tirolese che indulge in fantasie semantiche, è decisamente divertente anche se alla fine è riservato ad un pubblico ristretto, mentre la musica di Binder (qui la nostra intervista) è ricca di richiami – o meglio di contaminazioni – a Kurt Weill e alla liederistica di Mahler ai quali si uniscono rimandi alla tradizione popolare dello Jodel e soprattutto del più commerciale e meno tirolese Schlager, il tutto a confezionare un lavoro pregevole che si configura nella categoria dei saggi di diploma in composizione.
Ben realizzata la parte visiva, affidata alla regia ipercinetica di Christina Constanze Polzer e a Julia Neuhold per quanto attiene a scenografia e costumi, così come è risultata di ottimo livello la prova dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento guidata con piglio sicuro e attenzione ai dettagli da Christoph Huber.
Davvero bravi i quattro solisti impegnati non solo dal punto di vista vocale ma anche in una recitazione intensa: Jubin Hossein Amiri (Il Padrino della funivia), Laura Maria Hospes-Schneiderhan (Il Bel Paesaggio), Manuel Ried (Il Turismo) e Milena Pumberger (l’Ultima Generazione).
Un plauso speciale a Bernhard Wolf impegnato nel doppio ruolo recitato della Morte e della Folla.
Successo cordiale e prolungato per tutti.
Alessandro Cammarano
(23 gennaio 2023)
La locandina
Direttore | Christoph Huber |
Regia | Christina Constanze Polzer |
Scenografia e costumi | Julia Neuhold |
Luci | Luca Bellemo |
Personaggi e interpreti: | |
La Folla / La Morte | Bernhard Wolf |
Il Padrino della funivia | Jubin Hossein Amiri |
Il Bel Paesaggio | Laura Maria Hospes-Schneiderhan |
Il Turismo | Manuel Ried |
L’Ultima Generazione | Milena Pumberger |
Drums | Lan Sticker |
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento |
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