Vicenza: in Basilica il Vivaldi riscoperto
“Straordinario” è uno degli aggettivi più abusati nell’ambito della comunicazione e tuttavia talvolta è dato ritrovare il suo vero significato, attinente all’unicità o all’eccezionalità di un avvenimento.
Il concerto proposto sotto la volta carenata della Basilica Palladiana di Vicenza, complice lo sguardo della tela di Caravaggio e di quella di van Dyck e vigilato dal ruotare lento e vermiglio dell’istallazione di Arcangelo Sassolino, protagonisti della visitatissima mostra voluta dal Comune, presenta un doppio carattere di straordinarietà che, al netto di qualche “difetto” nell’assegnazione dei biglietti per l’evento, con numeri che hanno “ballato” – e conseguenti e non peregrini malumori da parte di qualcuno – va sottolineato.
Innanzitutto la prima esecuzione in pubblico di un inedito vivaldiano, la Sonata in La maggiore per Violino e Basso RV 829, recentemente “riscoperto” e attributo al Prete Rosso dai musicologi Fabrizio Ammetto e Javier Lupiañez – quest’ultimo lo ha registrato per la spagnola RTVE con il suo Ensemble Scaramuccia nei giorni scorsi – e autenticato infine da Federico Maria Sardelli dopo che per anni era stato considerato composizione dell’Aldrovandini.
Inoltre l’Orchestra del Teatro La Fenice, che da quattro lustri non si esibiva a Vicenza, è tornata farlo con i suoi archi per la prima volta nel salone della Basilica sotto la bacchetta di Federico Guglielmo qui ancora una volta nella doppia veste di solista e direttore.
Interamente vivaldiano il programma proposto al pubblico che oltre alla ritrovata sonata RV 829 proponeva Concerto in Mi minore per Archi e Continuo RV 134 e le Quattro Stagioni che Guglielmo affronta con brillante partecipazione e prassi esecutiva come sempre rispettosa ma al contempo ricca delle libertà che il Barocco offre.
Della RV 829 resta soprattutto il piacere della riscoperta perché a ben guardate non presenta alcun carattere di eccezionalità e sicuramente non si pone tra i lavori di punta di Vivaldi, concentrando il momento di maggior interesse nell’Allegro conclusivo quasi “alla caccia”.
Di ben altro spessore il Concerto RV 134, che appartiene al gruppo di composizioni senza strumento solista e nel quale il compositore mostra tutta la sua abilità nel trattare l’orchestra a cominciare dal Fugato rapinoso che apre l’Allegro iniziale per stemperarsi nell’Adagio meditativo che segue sfociando nell’Allegro fiammeggiante conclusivo.
Qui Guglielmo, ben assecondato dagli archi fenicei e dal cembalo virtuoso di Roberto Loreggian, offre una lettura lucida ed intensamente partecipata.
A chiudere l’impaginato del concerto le Quattro Stagioni che trovano nel Guglielmo violinista interprete ideale per scelta di tempi e dinamiche oltre che raffinato ornamentatore.
Successo pieno per tutti e bis, con abbellimenti variati, del Largo dall’”Inverno”.
Alessandro Cammarano
(27 gennaio 2024)
La locandina
Direttore e solista | Federico Guglielmo |
Orchestra del Teatro La Fenice | |
Programma: | |
Antonio Vivaldi | |
Sonata in La maggiore per Violino e Basso RV 829 | |
Concerto in Mi minore per Archi e Continuo RV 134 | |
Le Quattro Stagioni |
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