Viareggio: poker d’assi per il Galà Pucciniano
Aria di gran festa al Teatro Eden di Viareggio, per un sorprendente gala lirico che ha dato l’avvio ufficiale alle celebrazioni pucciniane 2024: sorprendente, è il caso di sottolinearlo, non solo per la pregevole qualità esecutiva di un evento completamente gratuito – andato esaurito a velocità cosmica -, ma soprattutto per la lodevole decisione di organizzarlo in una città, da molto tempo ritenuta teatralmente morta, che invece, con sforzo e volontà, ha visto suoi ospiti, in un suo storico teatro, alcuni tra i più importanti artisti del panorama operistico mondiale. Una dimostrazione esemplare, insomma, che se le occasioni di qualità si presentano, città e cittadini rispondono, in un circolo tanto virtuoso da far credere che Viareggio, la città senza più teatro, abbia da sempre offerto serate simili.
L’Orchestra dell’Accademia della Scala, formata da allievi giovani e giovanissimi, è compagine d’alto profilo ed estrema competenza, prima ancora che sicurissima e versatile. Il suono è ricco e soddisfacente, addirittura lo si potrebbe definire “affiatato”, nei frequenti sguardi di complicità tra i suoi elementi; e se ragionevolmente non si può richiedere quell’imprinting sonoro da grande orchestra fatta e finita, il livello è comunque altissimo.
Michele Gamba, da par suo, tira fuori il meglio dai musicisti, guidandoli con gesto chiaro e sicuro, unito a un bel rigore sentimentale che sa di leggerezza e meticolosità insieme: il preludio all’atto I della Traviata e l’Intermezzo dalla Manon Lescaut si sono distinti l’uno per il suono cristallino, l’altro per la passione travolgente.
Il terzetto di solisti, Carolina López Moreno, Francesco Meli e Leo Nucci, si riassume così: il giovane e abile soprano destinato a un rigoglioso futuro; il tenore la cui fama, esperienza e bravura non richiedono presentazioni; il baritono-eroe oramai leggendario.
La prima è una cantante in via di costante affermazione, ascoltata più volte in teatro, e qui del tutto a suo agio nel repertorio verdiano e pucciniano. La voce è naturalmente bella, timbratissima e ricca di armonici, dotata di pianissimi eterei e facilissime salite all’acuto: la grande scena del confronto con Germont padre è il punto più alto della “sua” serata.
Meli propone alcuni dei suoi cavalli di battaglia, risultando ad oggi ancora imbattibile per l’unione di bellezza timbrica, ferrea tecnica e fraseggio da fuoriclasse. Con E lucevan le stelle il teatro viene giù, e ne ha ben donde, a cominciare da un legato e un canto sul fiato senza pari. Leo Nucci, infine, non è più descrivibile in termini tecnici e trascende ogni possibile critica: a una veneranda età che vede tanti oramai in pantofole, lui si mette in gioco, canta in una maniera che ancora impressiona (mamma mia se impressiona) e ha energia da vendere. Il suo Gianni Schicchi continua inevitabilmente a far scuola. Per non parlare del vecchio papà Germont.
Una serata da successo al calor bianco, quindi, che ci fa sperare in un Festival Puccini di grandi celebrazioni, nonché in una Viareggio sempre più al centro della cultura musicale toscana.
Mattia Marino Merlo
(27 gennaio 2024)
La locandina
Direttore | Michele Gamba |
Soprano | Carolina López Moreno |
Tenore | Francesco Meli |
Baritono | Leo Nucci |
Orchestra dell’Accademia della Scala | |
Programma: | |
Giuseppe Verdi | |
La traviata, Preludio Atto I | |
Giacomo Puccini | |
Tosca, Recondita armonia | |
La bohème, Sì, mi chiamano Mimì | |
La bohème, O Mimì tu più non torni | |
Gianni Schicchi, O mio babbino caro | |
Gianni Schicchi, Ah vittoria! vittoria | |
Tosca, E lucevan le stelle | |
Giuseppe Verdi | |
La traviata, Madamigella Valery… | |
Il trovatore, Ah sì, ben mio | |
Manon Lescaut, Intermezzo | |
La bohème, Donde lieta uscì | |
La traviata, Parigi, o cara | |
Bis: | |
Giuseppe Verdi | |
La traviata, Di Provenza il mar, il suol | |
La traviata, Brindisi atto I |
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