Trieste: Gabriel Prokofiev, buon sangue non mente

Un Teatro Verdi moderatamente frequentato ha accolto l’altra sera, nell’ambito della stagione 2023/2024 della Società dei Concerti di Trieste, un appuntamento sulla carta particolarissimo, nei fatti un po’ ripetitivo e, specie nella prima parte della serata, non molto coinvolgente, ma certo d’indubbio interesse. Ne era protagonista il Gabriel Prokofiev Ensemble, vale a dire il nipote del celebre Sergej, – l’autore di Pierino e il lupo per intenderci, – un musicista e compositore più eclettico del già eclettico nonno, che lavora con la musica elettronica in connubio con il suo ensemble, un quartetto d’archi formato da Katarzyna Zyminska, violino, Herman Ringer, violino, Freya Hicks, viola, e Zara Hudson-Kozdoj, violoncello, tutti eccellenti strumentisti.

Gabriel Prokofiev porta un cognome impegnativo, pure, sfidando gli inevitabili paragoni con l’autore dell’Angelo di fuoco, è musicista di professione, e lo è da lungo tempo. “Ben sappiamo che non è vita facile quella di un giovane nato in una famiglia di artisti celebri. Gli inizi sono sempre buoni. Poi, subentra il confronto con l’eredità… ed è interessante seguire il percorso che ha portato Gabriel Prokofiev a conquistarsi una solida rinomanza, indipendente ma conflittuale” scrive Enzo Beacco nelle note del programma di sala del concerto.

Il padre di Gabriel, Oleg, nacque in Francia, prima del 1936, anno del trasferimento della famiglia in Unione Sovietica, dove studiò all’Accademia di Mosca. Non fu musicista, ma le composizioni del padre gli ispirarono immagini e sculture che espose con successo in Unione Sovietica e all’estero. Dal 1971 continuò la sua attività artistica a Londra dove nacque, nel 1975, suo figlio Gabriel.

Questi, decise da subito di occuparsi di musica: “Fin da bambino ho ascoltato vinili di musiche di nonno Sergej. Anche mio padre amava ascoltare musica classica e contemporanea, Stockhausen, Glass, Bach, jazz moderno. A casa ho avuto subito un ottimo rapporto con la musica. A dieci-dodici anni ho formato una band con amici, facendo musica nei sobborghi meridionali di Londra, cose pop, lontane dalla tradizione di famiglia” racconta l’autore-esecutore nelle note di sala.

Ed ecco che, componendo musica che abbraccia e sfida le tradizioni classiche occidentali, Gabriel Prokofiev è emerso come attore chiave nei nuovi approcci alla musica classica all’inizio del ventunesimo secolo, concentrandosi su un vasto programma che prevede, dice lui, di svecchiare la tradizione classica e di avvicinare i giovani alla musica tenendo conto delle nuove tendenze e tecnologie. La sua carriera musicale si è sviluppata parallelamente all’attività di produttore dance, grime, electro e hip hop.

Compone per orchestra sinfonica tradizionale, quartetto d’archi ed elettronica, come nel caso del concerto triestino, ha scritto nove concerti, tre dei quali con giradischi. Negli anni recenti, gli è ripresa la voglia di far interagire strumenti tradizionali, riuniti in gruppi ampi o ristretti, con suoni elettronici prodotti da lui stesso dal vivo. La sua musica è spesso eseguita in luoghi non tradizionali come night-club, magazzini e festival di musica elettronica nell’East London, spesso con Gabriel che fa il DJ e poi remixa dal vivo le opere appena eseguite.

Al Verdi, con il suo quartetto d’archi, che Prokofiev junior integra sulla tastiera di un pianoforte, Gabriel ha eseguito, – in un programma di circa due ore scarse, – oltre a brani originali, un movimento dell’ormai famoso Quintetto di Alfred Schnittke, il quinto, Moderato pastorale, che apriva la serata, intervenendo poi su musiche, oltre che proprie, anche altrui alla tastiera di un sistema elettronico. Ed ecco la rivisitazione del famoso Vocacalise, romanza senza parole scritta nel 1912 da Rachmaninov, o, in apertura della seconda parte, Oraison (Preghiera) che Olivier Messiaen scrisse nel 1937 per l’Expo di Parigi utilizzando le onde Martenot, uno strumento appena inventato, precursore dei successivi generatori elettroacustici, capace di sostenere suoni lunghi, espressivi, per l’epoca nuovi. Anche i sussurri e i fremiti pensati per il violino da Salvatore Sciarrino, nei sei Capricci per Violino Solo (virtuosa eccezionale la Ziminska), si sono prestati alle manipolazioni di Gabriel. Tra i brani originali vi sono alcuni di quelli ripresi nella recente colonna sonora composta nel 2022 per il documentario che la BBC ha dedicato all’assassinio del dissidente russo Litvinenko, avvelenato con polonio radioattivo a Londra nel 2006, ossia Contamination, Overcoming e Sasha diluiti dall’autore fra le due parti del composito programma. Che, nella seconda parte, ci è sembrato più vario e articolato, pur restando, a nostro avviso, le manipolazioni elettroniche operate dall’autore-esecutore, una sorta di congelatore di emozioni in cui la musica è livellata tutta sullo stesso piano, acustico e sonoro.

All’indomani del concerto, applaudito con moderato ma convinto entusiasmo da un pubblico che si è sensibilmente ridotto dopo la prima parte, e cui è stato destinato un bis, Gabriel Prokofiev, che vive a Hackney, quartiere radical chic di Londra, con sua moglie e tre figli, ha tenuto una Masterclass con lezioni individuali nell’Aula Magna del Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini di Trieste, ospite del Dipartimento di Composizione e nuove tecnologie di cui sono referenti Mario Pagotto e Paolo Pachini, introdotta da una conferenza dal titolo “Between electroacustic music and classical composition”, che come le introduzioni d’autore ai brani in concerto, è stata svolta in inglese senza traduzione. Molto british, non c’è che dire.

Rino Alessi

(6 febbraio 2024)

La locandina

Compositore e elettronica Gabriel Prokofiev
Violino Katarzyna Zimińska
Violino Herman Ringer
Viola Freya Hicks, viola
Violoncello Zara Hudson-Kozdoj
Programma:
Alfred Schnittke 
dal Quintetto per pianoforte
V. Moderato pastorale
Gabriel Prokofiev 
da Breaking Screens
Green Into Red
Fivatak
Memory Fields
Sad Colours
Contamination
Overcoming Gently
HOWL! II – Separation
Sergei Rachmaninov 
Op. 34: No. 14, Vocalise
Olivier Messiaen  
Oraison
Salvatore Sciarrino 
6 Capricci per Violino Solo
(selezione)
Gabriel Prokofiev 
da Breaking Screens
1, 2, 3, 4, 5, 6
ChangeTia
Sasha
Outta Pulsor
Jerk Driver
Reflessivo

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