Palermo: Un viaggio tra culture e illusioni nella Madama Butterfly secondo Nicola Berloffa

Torna al Teatro Massimo di Palermo (da sabato 16 a sabato 24 febbraio) Madama Butterfly di Giacomo Puccini, con la regia di Nicola Berloffa, già acclamata nel 2016. L’opera si distingue per la sua straordinarietà, affrontando con profondità temi universali quali l’amore, il tradimento e lo scontro tra mondi apparentemente inconciliabili, offrendo uno sguardo acuto sulle complesse dinamiche sociali ed emotive del xix secolo, tramite una narrazione coinvolgente e ricca di sfumature. Ambientata in Giappone, l’opera narra la tragica storia d’amore tra Cio-cio-san (Butterfly), una giovane geisha giapponese, e il tenente americano Pinkerton. Dopo un matrimonio “temporaneo”, Pinkerton parte per l’America lasciando Butterfly con la promessa di tornare. Quando ritorna, è con la sua nuova moglie, portando Butterfly al suicidio. È una storia di tradimento, sacrificio e amore non corrisposto.

Lo scontro tra le due culture, americana e giapponese, si intreccia con interessi politici ed economici, creando uno scenario complesso e controverso che Berloffa ha puntato a evidenziare sottolineando l’assimilazione occidentale dell’Oriente. Lo fa attraverso l’evoluzione scenica del teatro nel corso dell’opera, passando da un ambiente tradizionale giapponese a un cinema per soldati americani, riflettendo il cambiamento nella vita di Butterfly intrappolata in una visione illusoria di un futuro con Pinkerton, distante dalla realtà. Il teatro giapponese del primo atto si trasforma quindi in un cinema nel secondo, simboleggiando il declino delle geishe da artiste a oggetti di scambio per la nuova classe dirigente americana. In questa fusione caotica si dipana una sordida storia di compravendita sessuale e di collisione culturale, lontana dall’immagine idealizzata delle tradizioni giapponesi. Nel teatro giapponese del primo atto, una folla di marines in preda all’ebbrezza assiste ad uno spettacolo che si rivela essere una mescolanza di promozione, esposizione, esibizione e vendita di geishe al migliore offerente. Questo è lo sfondo in cui Nicola Berloffa ambienta la sua produzione, conferendo profondità al conflitto culturale e all’illusione di Butterfly riguardo all’America. La scena si anima con tensioni palpabili, riflesso delle contraddizioni e delle ambiguità presenti nella società contemporanea, diventando così una riflessione intensa sulle dinamiche del potere, sulla manipolazione e sulle aspirazioni tradite. Berloffa, con maestria, porta in scena un dramma che scava nell’animo umano, esponendo la fragilità delle relazioni e la crudeltà delle convenzioni sociali. In questo contesto, l’opera diventa anche specchio della complessità del mondo moderno, dove le identità si sfumano e le illusioni si frantumano contro la dura realtà. Madama Butterfly, in questo adattamento, si rivela dunque un’opera intrisa di significati profondi, capace di scuotere le coscienze e di spingere lo spettatore a riflettere sulle contraddizioni della propria epoca.

Maria Agresta interpreta la quindicenne illusa Cio-cio-san, cercando quella giusta commistione di innocenza, gioia ingenua e delusione. Agresta ha una chiara consapevolezza delle sue capacità: voce dal bel timbro e dalle belle sfumature, riesce ad esprimersi con buona gestione della voce, riuscendo a produrre ottimi legati abbinati ad un’emissione convincente, seppur con qualche carenza nel fraseggio. Il Pinkerton di Jonathan Tetelman ha indubbiamente una notevole presenza scenica; un physique du rôle unito ad una bella interpretazione che fanno perdonare alcune lacune nel registro medio basso soprattutto in termini di volume. Molto presente e convincente invece il registro acuto che sfodera, all’occasione, con molta sicurezza. Suzuki, il personaggio che emerge come la figura più positiva nell’opera, dimostrando un eccezionale spirito di sacrificio nei confronti della sua padrona, anche se consapevole dell’inesorabilità del suo destino, è interpretata da Silvia Beltrami. Il mezzosoprano bolognese mette in gioco tutte le sue abilità vocali, riuscendo convincente, nel ruolo della serva fedele che cerca prima di far comprendere a Butterfly la realtà e successivamente di prevenire danni irreparabili. A completare l’ottimo cast, si sono distinti anche Simon Mechliński nel ruolo di Sharpless, Massimiliano Chiarolla in quello di Goro, Italo Proferisce (Yamadori) e Nicolò Ceriani (lo zio bonzo), nonché Cosimo Diano (Yakusidé), Alessio Gatto Goldstein (commissario imperiale), Gianfranco Giordano (ufficiale del registro), Damiana Li Vecchi, Gabriella Barresi, Cecilia Galbo (rispettivamente la madre, la zia e la cugina di Cio-cio-san), Emanuela Sgarlata (Kate Pinkerton). Il Coro del Teatro Massimo di Palermo, diretto da Salvatore Punturo, non solo ha restituito con grande efficacia il meraviglioso coro a bocca chiusa alla fine del secondo atto ed (eseguito suggestivamente tra gli spazi della platea), ma ha anche contribuito efficacemente alla resa scenica del primo atto. Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo il brillante Omer Meir Wellber è riuscito a svelare la complessità dello straordinario tessuto sinfonico pucciniano con grande cura e precisione e ben equilibrando sia i volumi che le dinamiche. Forse nel complesso lo spettacolo avrebbe meritato più entusiasmo da parte di un pubblico un po’ sonnecchiante e svogliato.

Giuseppe Migliore
(16 febbraio 2024)

La locandina

Direttore Omer Meir Wellber
Regia Nicola Berloffa
Regista collaboratrice Luigia Frattaroli
Scene Fabio Cherstich
Costumi Valeria Donata Bettella
Luci Valerio Tiberi
Design video Paul Secchi
Drammaturgia Alexandra Jud
Personaggi e interpreti:
Cio-cio-san Maria Agresta
Suzuki Silvia Beltrami
Kate Emanuela Sgarlata
B. F. Pinkerton Jonathan Tetelman
Sharpless Simon Mechliński
Goro Massimiliano Chiarolla
Il principe Yamadori Italo Proferisce
Lo Zio Bonzo Nicolò Ceriani
Yakusidé Cosimo Diano
Il Commissario imperiale Alessio Gatto Goldstein
L’ufficiale del Registro Gianfranco Giordano
La Madre di Cio-Cio-San Damiana Li Vecchi
La Zia Gabriella Barresi
La Cugina Cecilia Galbo
Dolore Anastasia Lo Verde
Orchestra e coro del Teatro Massimo di Palermo
Maestro del Coro Salvatore Punturo

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