Bologna: Cenerentola Senzaspine

Una grande libro pop che, lentamente, dischiude le sue meraviglie, esercitando sul pubblico il fascino senza tempo che questi oggetti sempre rivelano quando li apri e scopri un nuovo universo. E’ intorno a questa scenografia che gravita che la versione, presentata il 27 e 28 maggio al Teatro Duse di Bologna della Cenerentola rossiniana secondo l’Orchestra Senzaspine, l’ensemble bolognese, che, per l’ occasione diretto dal Maestro Tommaso Ussardi, non può più essere classificato come formazione giovanile, specie dopo il riconoscimento del Premio Abbiati del 2023

In quest’opera, che della fiaba di Perrault conserva lo spirito giocoso e la convinzione, che nonostante tutto e tutti, l’amore alla fine prevarrà, l’Orchestra dimostra, ancora di più che in altre prove, quanto appropriato sia il nome che ha scelto. Perché qui, con questa rappresentazione, il loro obiettivo, lo spirito identitario che li anima sin dalla nascita, lo scorso anno hanno celebrato il decennale, togliere le ‘spine’ dalla musica cosiddetta colta per farla incontrare con un pubblico molto più vasto, è centrato.

Vasto e diverso, molto giovane, che si accosta alla lirica in maniera informale, meno paludata, anche nell’abbigliamento, di quella richiesta in occasioni più ‘ufficiali’. Difficile pensare a un teatro così colorato e pieno di ragazzi come il Duse, quando sul palco ci sono loro.

Con la regia di Giovanni Dispenza, e le illustrazioni di Francesca Lelli, il pop up si svela movimento dopo movimento, regalando agli spettatori l’illusione di entrare nella storia, di essere parte dell’avventura al fianco dei protagonisti.

Di grande impatto le voci dei cantanti, Alfredo Li è Don Ramiro, Alfonso CIulla Dandini, Matteo Mazzoli Don Magnifico, Marzia Marzo Angelina, Francesca Pusceddu Clorinda, Caterina Dellaere Tisbe e Alberto Bianchi Lanzoni è Alidoro.

Il Coro Colsper illumina l’azione con una presenza anche gestuale molto cinematografica.

M.F
(27 aprile 2024)