Roma• Semyon Bychkov rilegge Bruckner
Le celebrazioni per i duecento anni dalla nascita di Anton Bruckner all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, cominciate lo scorso gennaio, proseguono con l’esecuzione della Sinfonia n. 8 diretta da Semyon Bychkov. Un lavoro monumentale, costato al compositore diversi anni di gestazione, che lo portarono a considerare differenti revisioni prima di giungere a una versione definitiva.
Alla Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica, Bychkov dirige quest’ultima, quella del 1890. L’imponenza della composizione, dovuta non solo al linguaggio armonico particolarmente complesso e articolato, fortemente influenzato da Wagner, ma anche al suo rapporto con la forma, le valsero il soprannome di “Apocalittica”. Si è voluto spesso vedere una sorta di musica a programma dietro questa sinfonia, punto alquanto controverso che ha, tuttavia, diversi elementi a suo favore, come una lettera scritta dallo stesso compositore al direttore Felix Weingartner che illustra un percorso narrativo dall’annuncio di morte all’accettazione del proprio destino; tenendo conto anche della profonda religiosità di Bruckner, quest’idea si è ulteriormente rafforzata. Di conseguenza, la Sinfonia n. 8 è stata rivestita di un afflato mistico e interpretata come un’ascesi che parte dagli abissi più oscuri fino a giungere a una gloriosa redenzione finale di portata universale. Tale visione tende a enfatizzare gli aspetti più spirituali della composizione, proiettando le sonorità in un’atmosfera estatica, quasi una dolente contemplazione.
La lettura di Bychkov, già dall’apertura, sembra muoversi in un’altra direzione volendosi smarcare dall’idea estatica e sospesa di una dimensione teorica propria delle interpretazioni più diffuse e celebri, quasi come se non volesse prescindere da quella dimensione corporea e materiale alla quale l’essere umano è inesorabilmente e sostanzialmente legato.
Il suono si materializza e fa sentire la sua presenza fin dalle prime note dell’attacco, come a smentire il carattere ieratico dell’incipit: una propagazione sonora inarrestabile, un flusso di suono, si è davanti a un’onda gigantesca, che si gonfia fino a raggiungere l’apice e poi si placa improvvisamente senza perdere tensione, continuando a ribollire per prendere nuovamente vita. L’ascoltatore è investito da un movimento senza tregua, in un susseguirsi di diverse atmosfere, l’una dentro l’altra, come un gioco di scatole cinesi che portano al secondo movimento, lo Scherzo.
Il celebre tema discendente che si ripete non ha margini di cantabilità, la direzione è impostata con rigore su un incedere ossessivo, la sensazione è quella di girare con apprensione come in un labirinto con la consapevolezza della presenza dell’uscita, senza tuttavia riuscire mai a trovarla. Bychkov ricerca un clima claustrofobico con l’orchestra che sembra suonare in modo incalzante dentro una bolla di suono, con il pubblico che ne viene assoggettato, quasi incapace di respirare.
Questo lungo percorso tensivo si sviluppa in una nuova dimensione nell’Adagio: il fraseggio si estende in un andamento che appare interminabile. L’ultimo movimento sembra portare tutte le risposte, un epilogo in piena regola: la fisicità di questa lettura rende il Finale: Feierlich, nicht schnell non una redenzione, ma un trionfo distensivo e, sulle ultime battute, il gesto del Maestro genera un profondo sospiro di sollievo che il pubblico fa suo prima di esplodere in un lungo applauso liberatorio.
La gestualità di Bychkov pare plasmare e modellare le masse sonore quasi come creta tra le mani di un abile scultore, l’orchestra risponde puntualmente agli stimoli del Maestro, facendosi efficacemente e strutturalmente un unico grande strumento.
Decisamente convincente la prova di tutti gli archi, capaci di colori e impasto sonoro eccezionali. Una nota di merito particolare al primo oboe, Fabien Thouand: un’interpretazione di rara bellezza. Esaltante la performance del timpanista Bryan Barker, salutato con grande enfasi anche dal pubblico.
Elisabetta Braga
(24 maggio 2024)
La locandina
Direttore | Semyon Bychkov |
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia | |
Programma: | |
Anton Bruckner | |
Sinfonia n. 8 |
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