Martina Franca: il C’era una volta diventa percorso iniziatico

Percorso iniziatico, paidèia, maieutica di un eroe suo malgrado, il tutto narrato al ritmo di una favola raccontata ai bambini per educare anche gli adulti.

Aladino e la lampada magica, che Nino Rota – la cui arte compositiva va oltre, e non di poco, alle sublimi colonne sonore di cui è autore – compose tra il 1963 e il 1965, con una revisione definitiva nel 1975, è tutto questo e anche qualcosa di più.

I riferimenti esoterici e alchemici di cui il libretto di Vinci Veginelli trovano espressione in una musica in cui Rota profonde una sapienza nell’orchestrazione che attinge alla fonte di Puccini ma è al contempo in grado di guardare alla grande tradizione romantica europea, con un ricorso marcato al Leitmotiv e senza mai voler essere “altro” rispetto “cinematograficità” che costituisce gran parte della sua produzione e che riaffiora soprattutto nei ballabili il cui rimando ai temi circensi cari a Fellini emerge deciso.

Un capolavoro? Probabilmente no, ma sicuramente un lavoro assai godibile, ricco di ironia e drammaturgicamente coerente: non è poco.

La produzione del Festival della Valle d’Itria è affidata a Rita Cosentino, autrice anche di movimenti coreografici davvero ben concepiti, capace di cogliere pienamente sia la dimensione più squisitamente favolistica dell’opera senza rinunciare a scavare nel sottotesto esoterico, rendendo il tutto con garbo leggero.

L’azione è interamente ambientata in una biblioteca sinuosa e illuminata benissimo, realizzata da Leila Fteita – artefice pure dei costumi magnificamente costruiti e in grado di creare movimento grazie a panneggi morbidissimi – e capace di richiamare immediatamente sia la fonte letteraria del racconto di Aladino che l’importanza della lettura tout-court.

I volumi si aprono lasciando vedere di volta in volta la caverna dei tesori, il palazzo del re, la casa di Aladino, suggerendo senza descrivere e lasciando il resto all’immaginazione dello spettatore.

Il giovane lettore – l’opera è concepita come “C’era una volta”– insegue un libro-tappeto volante dal quale prendono vita i personaggi, che Cosentino tratta rifuggendo da ogni macchiettismo rendendoli al contempo comprensibili ed in qualche modo vicini alla capacità di immaginazione infantile.

Francesco Lanzillotta – con lui l’Orchestra del Teatro Petruzzelli in grande spolvero – da esegeta di rango del Novecento italiano affronta la pagina rotiana con analitica precisione coniugandola con una libertà di fraseggio assoluta e resa attraverso un narrato capace di non perdere mai il filo, il tutto dando ampio respiro alla melodia ma con attenzione suprema agli equilibri dinamici.

Di bella omogeneità la compagnia di canto, con Marco Ciaponi – bel timbro chiaro e linea adi canto tersa – a dare voce e corpo ad un Aladino che da fanciullo diventa uomo, e con lui Marco Filippo Romano che nel doppio ruolo del Mago Maghrebino e del Re dà sfoggio non solo di un canto inappuntabile ma anche, ove ci fosse bisogno di conferma, di una vis attoriale di grande livello.

Altrettanto bene si comportano Claudia Urru, Principessa Badr-al-Badur dal fraseggio limpido e Eleonora Filipponi capace di disegnare una Madre di Aladino ben sfaccettata.

Bravi davvero Aleksandr Ilvakhin e Giovanni Accardi, rispettivamente Genio dell’Anello e Genio della Lampada, così come forniscono un’ottima prova Rocco Cavalluzzi come Gran Ministro e Omar Cepparolli nelle vesti dell’Orafo.

I Tre Compagni di Aladino – che ondeggiano tra i Tre Fanciulli della Zauberflöte e Ping, Pang e Pong – sono i puntuali Pepe Hannan, Davide Zaccherini e Zachary McCulloch, mentre l’Ancella di Badr-al-Badur è affidata alla voce duttile di Anastasia Churakova.

Molto bene il Coro del Teatro Petruzzelli diretto da Marco Medved, grazioso il Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi preparato da Angela Lacarbonara e precisa negli interventi fuori scena la Banda Musicale della Città di Martina Franca “Armonie d’Itria”.

Applausi cordiali per tutti.

Alessandro Cammarano
(27 luglio 2024)

La locandina

Direttore Francesco Lanzillotta
Regia e movimento coreografico Rita Cosentino
Scene e costumi Leila Fteita
Personaggi e interpreti:
Aladino Marco Ciaponi
Il Mago Maghrebino, Il Re Marco Filippo Romano
La Principessa Badr-al-Badur Claudia Urru
La Madre di Aladino Eleonora Filipponi
Il Genio dell’Anello Aleksandr Ilvakhin
Il Gran Ministro Rocco Cavalluzzi
L’orafo Omar Cepparolli
Il primo compagno di Aladino Pepe Hannan
Il secondo compagno di Aladino Davide Zaccherini
Il terzo compagno di Aladino Zachary McCulloch
Un’ancella di Badr-al-Badur Anastasia Churakova
Il Genio della lampada Giovanni Accardi
Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari
Maestro del coro Marco Medved
Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi
Maestro del coro Angela Lacarbonara
Banda Musicale della Città di Martina Franca “Armonie d’Itria”

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