Innsbruck: la Fama trionfa davvero

La Serenata, nel panorama musicale del Diciottesimo secolo è tutt’altro che un genere “minore”, costituendo, di contro e insieme al poema encomiastico – che attinge direttamente alla radice classica – una forma in qualche maniera organica al potere ed alla sua espressione, rappresentando una celebrazione della potenza e soprattutto della magnanimità del sovrano.

Il 4 novembre del 1723 a Praga, nel giorno del suo onomastico, l’imperatore Carlo VI d’Asburgo fu il dedicatario del Trionfo della Fama che il fiorentino Francesco Bartolomeo Conti, figura di spicco alla corte di Vienna e oggi pressoché dimenticata, aveva composto per celebrare la sua incoronazione come re di Boemia.

Il libretto, invero di scarso spessore di Francesco Fozio, è tuttavia funzionale all’intento celebrativo con il suo susseguirsi di arie affidate alle incarnazioni dei valori riconosciuti al sovrano.

Assai più interessante la musica, la quale sembra percorrere vie non convenzionali nel suo cercare un equilibrio tanto impossibile quanto affascinante tra le arditezze del contrappunto tedesco e la libertà melodica di matrice italiana.

Ne consegue un lavoro al limite dello sperimentale, sicuramente non incline a sottostare a stilemi, non solamente gradevole all’ascolto ma anche suscitatore di interrogativi.

Tutto questo non è sfuggito ad Ottavio Dantone, che scegliendo il Trionfo della Fama come incipit del suo incarico di direttore musicale delle Innsbrucker Festwochen der Alten Musik, si presenta al pubblico con un magnifico biglietto da visita, offrendo, insieme alla sua Accademia Bizantina una lettura della Serenata improntata ad un nitore apollineo capace di restituire all’ascolto un racconto intrigante.

La tela melodica si dipana con la fantasia che il Barocco richiede poggiando al contempo su spunti dinamici rigorosi e soluzioni agogiche ben meditate.

Ben equilibrata la compagine vocale.

Alla Fama Nicolò Balducci offre un canto dalla linea adamantina, espressivo negli accenti e sicuro per quanto attiene alle agilità, confermandosi – ove ce ne fosse bisogno – come una delle voci più interessanti tra quelle dell’ultima generazione di controtenori.

Rifulge la Gloria di Sophie Rennert, che con italiano impeccabile, fraseggia con gran gusto e intensità, così come Benedetta Mazzuccato dà voce al Genio – al quale, per inciso, è affidata l’aria “Altro di più vorrei” che è il capolavoro vero della serenata – con voce dalle ambrature calde.

Riccardo Novaro, barocchista di lungo corso, padroneggia con classe la tutt’altro che agevole tessitura del Valore uscendo indenne  da “L’Asia crolla, Africa teme”, autentica follia in musica affidata.

Bravo anche Martin Vanberg come Destino, che si giova di colori appropriati e bella musicalità.

Molto buona la prestazione dei due cori NovoCanto e La Stagione Armonica.

Pubblico ben più che partecipe, con applausi al termine di ciascuna aria e ovazione ecumenica al termine.

Alessandro Cammarano
(6 agosto 2024)

Deutsche Übersetzung

Die Serenade ist im musikalischen Panorama des 18. Jahrhunderts alles andere als ein „kleines“ Genre, sondern bildet im Gegensatz und zusammen mit dem Lobpreisgedicht – das direkt auf der klassischen Wurzel aufbaut – eine in gewisser Weise organische Form der Macht und ihrer Ausdruck, darstellend

eine Feier der Macht und vor allem der Großmut des Herrschers.

Am 4. November 1723 wurde Kaiser Karl VI. von Habsburg an seinem Namenstag in Prag Il Trionfo della Fama gewidmet, den der Florentiner Francesco Bartolomeo Conti, eine führende Persönlichkeit am Wiener Hof, anlässlich seiner Krönung zum König von Habsburg komponiert hatte Böhmen.

Das Libretto von Francesco Fozio ist in der Tat von geringer Tiefe, erfüllt jedoch mit seiner Abfolge von Arien, die den Inkarnationen der vom Souverän anerkannten Werte anvertraut sind, dennoch den feierlichen Zweck.

Viel interessanter ist die Musik, die auf der Suche nach einer ebenso unmöglichen wie faszinierenden Balance zwischen der Kühnheit des deutschen Kontrapunkts und der melodischen Freiheit italienischer Herkunft unkonventionelle Wege zu gehen scheint.

Das Ergebnis ist ein ans Experimentelles grenzendes Werk, das sich keineswegs stilistischen Vorgaben unterwirft und nicht nur angenehm anzuhören ist, sondern auch Fragen aufwirft.

All dies ist Ottavio Dantone nicht entgangen, der sich, indem er den Trionfo della Fama zum Ausgangspunkt seiner Tätigkeit als musikalischer Leiter der Innsbrucker Festwochen der Alten Musik wählt, mit einer prachtvollen Visitenkarte dem Publikum präsentiert und gemeinsam anbietet an seiner Byzantinischen Akademie eine Lesung der Serenade, die sich durch apollinische Klarheit auszeichnet und dem Zuhörer eine faszinierende Geschichte erzählen kann.

Die melodische Leinwand entfaltet sich mit der Fantasie, die der Barock erfordert, und setzt gleichzeitig auf strenge dynamische Ideen und wohlüberlegte agogische Lösungen.

Das Gesangsteam ist gut ausbalanciert.

Bei Fama bietet Nicolò Balducci ein Gesang mit hartnäckiger Linie, ausdrucksstarken Akzenten und souveräner Beweglichkeit und bestätigt sich – wo nötig – als eine der interessantesten Stimmen unter den Countertenören der neuesten Generation.

Die Gloria von Sophie Rennert glänzt mit tadellosem Italienisch, Phrasierung mit viel Geschmack und Intensität, ebenso wie Benedetta Mazzuccato dem Genio eine Stimme verleiht – dem übrigens die Arie „Altro di Più Wish“ anvertraut ist, die das wahre Meisterwerk der Serenade – mit warmer, bernsteinfarbener Stimme.

Riccardo Novaro, ein langjähriger Barockmusiker, meistert mit Klasse das alles andere als einfache Weben von Valore und geht unbeschadet aus „Asien bricht zusammen, Afrika fürchtet sich“, einem authentischen Wahnsinn in anvertrauter Musik.

Martin Vanberg ist auch gut als Destino, der von passenden Farben und schöner Musikalität profitiert.

Der Auftritt der beiden Chöre NovoCanto und La Stagione Armonica war sehr gut.

Das Publikum war mehr als involviert, mit Applaus am Ende jeder Arie und ökumenischen Ovationen am Ende.

Alessandro Cammarano
(6. August 2024)

La locandina

Direttore Ottavio Dantone
Personaggi e interpreti:
Fama Nicolò Balducci
Gloria Sophie Rennert
Genio Benedetta Mazzucato
Destino Martin Vanberg
Valore Riccardo Novaro
Accademia Bizantina
NovoCanto & La Stagione Armonica

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