Innsbruck: Ottavio plus!

Un temporale improvviso, i tuoni miracolosamente a tempo con la musica, e un tasto ribelle del clavicembalo la cui sistemazione diventa una gag tanto pacata quanto irresistibile, il tutto a rendere deliziosamente familiare un concerto il cui impaginato è costruito soprattutto sul piacere dell’esecuzione prima ancora che sulla gradevolezza dell’ascolto.

Protagonisti dell’ultimo concerto delle Innsbrucker Festwochen der Alten Musik 2024 – chiusa la sera successiva dalla finale del Concorso “Cesti” – Ottavio Dantone e Alessandro Tampieri, per i quali non è retorica la definizione di “due strumenti, un’anima” tanta è la sintonia, maturata in anni di stretta collaborazione in seno all’Accademia Bizantina e che li rende di fatto un duo perfetto.

Il programma si apriva con la Toccata per spinetta e violono di Girolamo Frescobaldi, la cui cerebralità astratta – e proprio qui risiede il suo fascino – veniva resa dai due esecutori in un’atmosfera sospesa ed al contempo contemplativa.

A seguire la Sonata in La minore per violino e cembalo obligato di autore anonimo, probabilmente di origine tedesca ma nella cui musica sono evidenti influenze vivaldiane ma anche screziature partenopee.

Qui il suono si dipana con brillantezza mai superficiale, oltre che con puntigliosa attenzione ai particolari.

Nelle due sonate di Domenico Scarlatti, entrambe nella tonalità di Si minore, che seguono l’arco tace lasciando il posto al solo clavicembalo. Dantone dà ampio sfoggio di non solo di perizia tecnica ma anche e soprattutto di un fraseggio caleidoscopico coniugato ad un rigore esecutivo esemplare.

A conclusione della prima parte  il Trio in Do minore per cembalo e viola Graun Wv Av:XV.20 Wendt 137 di Johann Gottlieb Graun, virtuoso del violino e Konzertmeister alla corte di Federico Secondo di Prussia, con la presa di suono turgida di Tampieri a farla da padrona in un’esecuzione intensamente meditata.

Dopo l’intervallo era la volta della Sonata in Sol minore H.542.5Wg di Carl Philipp Emanuel Bach, inizialmente attribuita al padre, che Dantone e Tampieri risolvono percorrendo la via di un’intimità vagamente salottiera che le si addice.

La Sonata in Mi minore per viola d’amore e cembalo di Attilio Ariosti, figura singolare tra quelle cosmopolite che percorrono il Barocco, è un capolavoro non solo dal punto di vista formale, ma anche è soprattutto per il suo fondarsi su quello che si potrebbe definire “music for music’sake” che qui trova perfetta corrispondenza in una resa in punta di cesello.

A chiudere il concerto la monumentale Sonata VI in Sol Maggiore per Violino e cembalo concertato BWV 1019 di Johann Sebastian Bach, tutta geometrie ardite e tensioni dinamiche incalzanti qui restituite all’ascolto attraverso un dialogo perfettamente costruito tra cembalo e violino. Nel corso dell’Allegro che costituisce il terzo movimento un saltarello dispettoso ha costretto, come si accennava, ad un “pit-stop” per il ripristino del plettro, il tutto ad opera di Dantone protagonista di un siparietto gustoso.

Alla fine, successo meritatissimo e lunghi applausi.

Alessandro Cammarano
(29 agosto 2024)

Deutsche Überseztung

Ein plötzlicher Sturm, dessen Donnergrollen erstaunlicherweise im Takt der Musik ertönte, und eine widerspenstige Taste des Cembalos, deren Reparatur zu einer ebenso ruhigen wie unwiderstehlichen humorvollen Einlage wurde – all dies verlieh einem Konzert eine vertraut deliziöse Atmosphäre, dessen Konzeption in erster Linie auf dem Vergnügen des Spielens basierte, noch bevor der Hörgenuss im Vordergrund stand.

Im Mittelpunkt des letzten Konzerts der Innsbrucker Festwochen der Alten Musik 2024, das am darauffolgenden Abend mit dem Finale des „Cesti“-Wettbewerbs endete, standen Ottavio Dantone und Alessandro Tampieri. Die Bezeichnung „zwei Instrumente, eine Seele“ ist bei ihnen keine Floskel, sondern Ausdruck einer über Jahre gewachsenen Harmonie, die in ihrer engen Zusammenarbeit innerhalb der Accademia Bizantina entstanden ist und sie zu einem perfekten Duo macht.

Das Programm eröffnete mit der Toccata für Spinetta und Violine von Girolamo Frescobaldi, dessen abstrakte Geistigkeit – und genau darin liegt ihr Reiz – von den beiden Musikern in einer zugleich schwebenden und kontemplativen Atmosphäre dargeboten wurde.

Es folgte die Sonate in a-Moll für Violine und obligates Cembalo eines anonymen Komponisten, vermutlich deutscher Herkunft, in dessen Musik jedoch sowohl Vivaldis Einfluss als auch neapolitanische Nuancen deutlich erkennbar sind. Hier entfaltete sich der Klang mit einer Brillanz, die niemals oberflächlich wirkte, und mit akribischer Liebe zum Detail.

In den beiden Sonaten von Domenico Scarlatti, beide in h-Moll, verstummte die Violine und das Cembalo trat allein in den Vordergrund. Hier zeigte Dantone nicht nur technische Virtuosität, sondern vor allem auch ein kaleidoskopisches Phrasieren in Verbindung mit beispielhafter interpretatorischer Strenge.

Den Abschluss des ersten Teils bildete das Trio in c-Moll für Cembalo und Viola Graun Wv Av:XV.20 Wendt 137 von Johann Gottlieb Graun, einem Violinvirtuosen und Konzertmeister am Hofe Friedrichs II. von Preußen, in dem Tampieri mit einem kraftvollen Klang dominierte und eine intensiv durchdachte Interpretation bot.

Nach der Pause war die Sonate in g-Moll H.542.5Wg von Carl Philipp Emanuel Bach an der Reihe, die ursprünglich dem Vater zugeschrieben wurde und die Dantone und Tampieri in einer leicht salonhaften Intimität interpretierten, die ihr gut zu Gesicht stand.

Die Sonate in e-Moll für Viola d’amore und Cembalo von Attilio Ariosti, einer bemerkenswerten kosmopolitischen Gestalt des Barock, ist ein Meisterwerk nicht nur in formaler Hinsicht, sondern insbesondere aufgrund ihres Fokus auf das, was man als „Musik um der Musik willen“ bezeichnen könnte, und das hier in einer meisterhaft filigranen Ausführung perfekt zur Geltung kam.

Den Abschluss des Konzerts bildete die monumentale Sonate VI in G-Dur für Violine und obligates Cembalo BWV 1019 von Johann Sebastian Bach, die in gewagten Geometrien und drängenden dynamischen Spannungen das Zusammenspiel zwischen Cembalo und Violine in einem perfekt konstruierten Dialog zum Ausdruck brachte. Während des Allegros, das den dritten Satz bildet, zwang eine widerspenstige Saite zu einem kurzen „Boxenstopp“ zur Reparatur des Plektrums, was Dantone zu einer köstlichen Anekdote veranlasste.

Am Ende gab es wohlverdiente Anerkennung und langanhaltenden Applaus.

Alessandro Cammarano
(29. August 2024)

La locandina

Clavicembalo Ottavio Dantone
Violino, viola e viola d’amore Alessandro Tampieri
Programma:
Girolamo Frescobaldi
Toccata per spinetta e violono
Anonimo
Sonata in La minore per violino e cembalo obbligato
Domenico Scarlatti
Sonata in Si minore K.87.F48.L.33
Sonata in Si minore K.27.F.538.L.449
Johann Gottlieb Graun
Trio in Do minore per cembalo eviola Graun Wv Av:XV.20 Wendt 137
Carl Philipp Emanuel Bach
Sonata in Sol minore H.542.5Wg
Antonio Ariosti
Sonata in Mi minore per viola d’amore e cembalo
Johann Sebastian Bach
Sonata VI in Sol Maggiore per Violino e cembalo concertato BWV 1019

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