Rovereto: Mozart e la Trota

Non la solita conferenza stampa, ma un preludio in musica: questa la strada, virtuosa, intrapresa dall’Associazione Filarmonica di Rovereto per presentare la Stagione dei Concerti, la centotreesima, e delle attività 2024-2025.

Quattro concerti nel corso di un fine settimana denso e caleidoscopico, con impaginati tutt’altro che scontati e dunque in grado di incuriosire il pubblico.

Il concerto di venerdì sera alla Sala Filarmonica ha visto protagonisti Giacomo Marchesini (oboe), Filippo Pedrotti e Lorenzo Tranquillini, Klaus Manfrini (viola), Lorenza Baldo violoncello), Sebastiano Barbieri (contrabbasso) e Calogero Di Liberto (pianoforte), impegnati in un programma che comprendeva il Quartetto per oboe e archi KV 370 di Mozart e il Quintetto D667 “La trota” di Schubert.

Mozart compose il Quartetto KV 370 durante il suo soggiorno a Monaco di Baviera, dove si trovava per la prima dell’ Idomeneo. Fu dedicato all’oboe virtuoso Friedrich Ramm, membro dell’orchestra di corte bavarese a Monaco e a Mannheim, famoso per la sua abilità e per la sua padronanza dello strumento.

La composizione risponde quindi alle specifiche qualità del destinatario, sfruttando appieno le capacità tecniche e espressive dello strumento e lo si comprende fin dall’Allegro iniziale, caratterizzato da un tema introdotto proprio dall’oboe che instaura immediatamente un dialogo serrato con gli archi, sviluppandosi in passaggi rapidi e ornamentazioni funamboliche che si stemperano nell’Adagio che segue, ove prevale un’espressività di meditazione sospesa, quasi un momento di quiete prima del Rondò conclusivo, un vivace Allegro in cui è ripreso il tema principale con ulteriori virtuosismi dell’oboe.

Il giovanissimo oboista Giacomo Marchesini – e con lui il  violino di Filippo Pedrotti,  Klaus Manfrini alla viola e il violoncello di Lorenza Baldo – è protagonista di una prova maiuscola sia dal punto di vista tecnico che da quello interpretativo, offrendo una lettura, perfettamente sostenuta dagli archi, caratterizzata da un virtuosismo mai fine a se stesso  e anzi improntato ad una ricerca estetica meditatissima.

Dopo la pausa è stata la volta del Quintetto D667 “La trota”, che uno Schubert ventiduenne compose durante il suo soggiorno a Steyr, nell’estate del 1819, su richiesta di Sylvester Paumgartner. L’organico strumentale, che include pianoforte, violino, viola, violoncello e contrabbasso, era inusuale rispetto alla formazione più comune con il quartetto d’archi ed è legittimo supporre che sia stato influenzato da un lavoro simile di Hummel, il Settetto op. 74 di Hummel. Inoltre, Paumgartner chiese a Schubert di inserire il tema del Lied Die Forelle nel quintetto, richiesta accolta: il quarto movimento è dunque un tema con variazioni proprio sul Lied, composto nel 1817 per voce maschile e pianoforte,  ma con la soluzione geniale di esporre il tema al termine delle variazioni anziché all’inizio.

L’esecuzione di Calogero Di Liberto, Lorenzo Tranquillini, Klaus Manfini, Lorenza Baldo e Sebastiano Barbieri è plasmata su un fraseggio rigoglioso sostenuto da spunti dinamici capaci di porre in luce le molteplicità di elementi estetici che caratterizzano la pagina, passando da luminescenze apollinee ad ombrosità dionisiache.

Successo di pubblico caloroso e meritato.

Alessandro Cammarano
(11 ottobre 2024)

La locandina

Oboe Giacomo Marchesini
Violino Filippo Pedrotti
Violino Lorenzo Tranquillini
Viola Klaus Manfrini
Violoncello  Lorenza Baldo
Pianoforte Calogero Di Liberto
Contrabbasso Sebastiano Barbieri
Programma:
Wolfgang Amadeus Mozart
Quartetto KV 370 per oboe e archi
Franz Schubert
Quintetto D667 “La trota” per pianoforte e archi

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