Torino: Manon e la Verité

Manon, Manon, Manon, se non l’aveste ancora capito, è l’intrigante percorso artistico con cui il Teatro Regio di Torino ha inaugurato la sua nuova stagione d’opera. Fatte le premesse generali nella precedente recensione, eccoci alla seconda Manon in scena, quella di Jules Massenet, che è seconda sia sulla scena che in ordine temporale di composizione, risalendo la sua prima assoluta a Parigi nel 1894.

Cambia totalmente l’impianto scenico, ma resta quel connubio tra cinema francese e opera musicale che anche nella Manon di Massenet risulta efficace, se non ancora più incisivo, per lo stretto legame che si viene a creare tra la narrazione della proiezione cinematografica e l’azione scenica, sempre grazie all’intuizione artistica del regista Arnaud Bernard: comune denominatore è il tribunale del film La Verité di Henri-Georges Clouzot, con protagonista Brigitte Bardot, che con trucco e parrucco è resa eguale in scena dalla protagonista femminile. Un alto, greve e funereo tribunale nero è lo sfondo della vita di Manon, dove i magistrati in toga dall’alto dei loro scranni osservano silenti lo sviluppo dei sentimenti, degli amori, dei dolori e tutto ciò che coinvolge le umane passioni, avendo sotto il proprio sguardo le vicende di Manon, in attesa di giudizio.

Le storie di Manon e Dominique Marceau, protagonista del citato film francese degli anni ’60 sotto processo per l’omicidio di colui che era il suo fidanzato, si legano intrecciandosi e creando lo svolgimento dell’azione scenica, dove si sviluppa la vita di Manon, ripercorrendo le scene del film, tra locali, momenti di società, camere private fino all’ultimo atto, quello solenne, in cui Manon spira.

Anche qui come nella prima Manon, si apprezza il prezioso lavoro del team creativo con le scene di Alessandro Camera, i costumi di Carla Ricotti, i movimenti coreografici di Tiziana Colombo, le luci di Fiammetta Baldiserri e il montaggio video di Marcello Alongi.

Nel cambio d’opera, cambiano direzione d’orchestra e compagnia vocale.

Troviamo quindi sul podio Evelino Pidò, direttore d’orchestra di lungo corso che torna sul podio del Teatro Regio dopo la Fille du Régiment del 2023, portando in buca una direzione brillante, di buon gusto, capace di bilanciare eleganti lirismi a vorticosi impeti passionali, in un flusso musicale di costante sostegno ai cantanti.

Ma più che al direttore, non ce ne voglia, dobbiamo imputare la riuscita musicale dell’opera all’Orchestra del Teatro, che con solidità, sicurezza e illuminante sonorità ha saputo esaltare la composizione di Massenet, con morbidezze e liricità di prim’ordine. Al pari, il Coro si fa co-protagonista, convincendo sia nelle scene d’insieme che nel supporto dei singoli artisti al completamento dei ruoli di comprimariato, evidenziando le ottime qualità vocali dei coinvolti. Plauso quindi al Coro e al suo maestro Ulisse Trabacchin.

Venendo al cast, partiamo dalla seconda Manon, protagonista femminile che è qui messa doppiamente in gioco non solo per il confronto con le Manon del passato, ma anche con l’interpretazione della Bardot. Ekaterina Bakanova, soprano chiamata a vestire i panni della femme fatale, convince più sulla scena che nella voce. La personificazione è ottima, con un protagonismo femminile, autentico, carismatico, esaltando a tutto tondo la giovinezza, la leggerezza e la peccante maliziosità di una Manon che vuole vivere, godendosi l’ebbrezza di un’età che sa non durare per sempre. Vocalmente, la Bakanova si lascia trasportare in un lirismo affabile, mostrandosi però non impeccabile nella completa gestione dei virtuosismi della parte, con alcune incertezze in acuto. Accanto a lei, si apprezza l’ardore del des Grieux del tenore Atalla Ayan, che interpreta avendo dalla sua buon timbro e un’emissione sempre attenta, sfuggente in alcuni passaggi più ostici e che richiedono maggior attenzione da parte dell’artista (vedi l’aria Ah! fuyez, douce image). L’interprete, nell’evolversi della scena sa entrare in totale simbiosi con la partner, rivelandosi a suo agio più nella liricità della parte.

D’intorno, nel ricco elenco di protagonisti possiamo apprezzare il basso Roberto Scandiuzzi, qui come Conte Des Grieux (a ricordarci la figura del padre nobile di verdiana memoria) che con elegante presenza sa declinare il suo dire in un canto elegantemente profuso, il Lescaut di Björn Bürger, baritono dal timbro chiaro ma convincente e dalla coinvolgente dinamicità scenica, financo il tenore Thomas Morris, un Guillot de Morfontaine maligno e insinuoso, credibile scenicamente e vocalmente.

A completamento, ricordiamo gli interventi di Allen Boxer quale Monsieur de Brétigny, Ugo Rabec come oste, Olivia Doray quale Poussette, Marie Kalinine nei panni di Javotte, Lilia Istratili come Rosette, Alejandro Escobar e Leopoldo Lo Sciuto come guardie, Roberto Miani nei ruoli di  mercante, portiere di Sulpice e una voce, Franco Rizzo quale M. de Chansons e secondo giocatore, Giovanni Castagliuolo M. de Elixir, un giocatore e primo giocatore, Andrea Goglio come cuoco, voce fuori campo, un giocatore e Junghye Lee nei panni di una commerciante.

Successo di pubblico nelle intenzioni, meno nella presenza. Ma si sa, le azioni di coraggio e d’intraprendenza hanno bisogno di tempo prima che il pubblico possa tornare a sentirsi corteggiato, incuriosito, educato.

Intanto si plaude e si attende di poter chiudere il cerchio con l’ultima Manon, quella di Auber.

Leonardo Crosetti
(5 ottobre 2024)

La locandina

Direttore Evelino Pidò
Regia Arnaud Bernard regia
Scene Alessandro Camera
Costumi Carla Ricotti
Movimenti coreografici Tiziana Colombo
Luci Fiammetta Baldiserri
Video Marcello Alongi
Personaggi e interpreti:
Manon Lescaut Ekaterina Bakanova
Il cavaliere des Grieux Atalla Ayan
Il conte des Grieux Roberto Scandiuzzi
Lescaut Björn Bürger
Guillot de Morfontaine Thomas Morris
Monsieur de Brétigny Allen Boxer
L’oste Ugo Rabec
Poussette Olivia Doray
Javotte Marie Kalinine
Rosette Lilia Istratii
Una guardia Alejandro Escobar
Un’altra guardia Leopoldo Lo Sciuto
Un mercante Roberto Miani
M° de chansons Franco Rizzo
M° de elixir Giovanni Castagliuolo
Cuciniere Andrea Goglio
Una commerciante Junghye Lee
Orchestra e Coro Teatro Regio Torino
Maestro del Coro Ulisse Trabacchin

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