Palermo: Elisabetta Anni Cinquanta

Una gioia assistere a questa produzione di Elisabetta, regina d’Inghilterra di Gioachino Rossini, messa in scena al Teatro Massimo di Palermo dal 22 al 29 ottobre, in un allestimento del teatro stesso insieme al Rossini Opera Festival di Pesaro. Il geniale Davide Livermore firma una regia intelligente come sempre, ambientando la vicenda poco prima degli anni Cinquanta: la guerra fra Inghilterra e Scozia viene dunque restituita dai bombardamenti aerei della Seconda guerra mondiale.

Le scene di Giò Forma, i costumi di Gianluca Falaschi, le luci di Nicholas Bovey e i video di D-Wok sono ingredienti ottimi – what else? –  per la riuscita di questa meraviglia, nella quale si alternano sfondi di pareti ora bianche, ora trasparenti, a improvvise immagini di colore nero (il fumo delle bombe, presagi di morte) o rosso (la passione amorosa di Elisabetta per Leicester, ma anche il sangue versato in guerra e poi quello della minacciata morte di Leicester, moglie e cognato).

Se è vero, come è vero, che si tratta di un allestimento già apprezzato al ROF di Pesaro, è anche vero che questa volta i protagonisti musicali sono stati tutti diversi, a partire dall’orchestra e coro, compagini in questo caso del Teatro Massimo, la cui prestazione è stata impeccabile, grazie alla direzione di Antonino Fogliani e del maestro del coro, Salvatore Punturo. Fogliani ha restituito lo stile rossiniano con molta bravura: dall’energia ben nota dell’autore, che sin dall’Ouverture trascina l’ascoltatore, sia nei momenti più drammatici.

La recita di cui vi raccontiamo aveva come interprete il primo cast, nel quale ha brillato in maniera particolare il soprano georgiano Nino Machaizde (Elisabetta), sia per la vocalità molto adatta a cantare Rossini – molto brava nei salti di registro, nei quali non mostra mai difficoltà a mantenere un timbro morbido e omogeneo – sia per la presenza scenica. Ottimo anche Ruzil Gatin nel ruolo di Norfolc, molto più sicuro e avvincente per il timbro e la fluidità, nonché per l’arte scenica, dell’altro protagonista maschile, Enea Scala che interpretava Leicester. Uno dei momenti più affascinanti per la messa in risalto delle due voci di Machaizde e Gatin è il duetto fra Norfolc e Elisabetta nel primo atto, alla scena decima, “Quell’alma perfida/non vada altera”, ma nel corso del secondo atto ha brillato al loro pari anche Scala, come ha mostrato nel bellissimo duetto con Gatin (Norfolc e Leicester) nel “Ritorna al mio seno” alla scena tredicesima.

Onesta la Matilde di Salome Jicia, che non ha trasmesso lo stesso pathos degli altri personaggi, nemmeno nella sua aria “Sperar non oso” – che ha il difetto di essere di una lunghezza esagerata e ingiustificata, e sortisce quindi un effetto di noia – ma ha ben sostenuto, ad esempio, il duetto con Elisabetta “Non bastano quelle lagrime/Vorrei stemprarti in lagrime” oppure il terzetto con Elisabetta e Leicester “Ah!fra poco in faccia a morte/Quell’ardir che in faccia a morte/Ah! s’affretti pur la morte”.

A completare il cast, Rosa Bove ha intepretato il ruolo di Enrico e Francesco Lucii quello di Guglielmo.

Il foltissimo e attento pubblico ha apprezzato con grande entusiasmo.

Donatella Righini
(25 ottobre 2024)

La locandina

Direttore Antonino Fogliani
Regia Davide Livermore
Assistente alla regia Sax Nicosia
Scene Giò Forma
Costumi Gianluca Falaschi
Costumista collaboratrice Anna Verde
Luci Nicolas Bovey
Videodesign D-Wok
Assistente direttore musicale Nicola Pascoli
Personaggi e interpreti:
Elisabetta Nino Machaidze
Leicester Enea Scala
Norfolc Ruzil Gatin
Matilde Salome Jicia
Enrico Rosa Bove
Guglielmo Francesco Lucii
Coro e Orchestra del Teatro Massimo di Palermo
Maestro del Coro  Salvatore Punturo

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