Firenze: Gatti rilegge Butterfly
Finalmente un omaggio di qualità a Giacomo Puccini nell’anno del centenario della sua morte, che ha visto produrre il suo catalogo in gran copia in ogni angolo della Penisola. Al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino è andata in scena Madama Butterlfy, quattro recite dal 24 ottobre al 2 novembre, diretta musicalmente da Daniele Gatti, ormai giunto a conclusione del suo triennio come direttore principale del Teatro fiorentino.
Gatti ha offerto una lettura del capolavoro pucciniano che sin dall’ouverture si è percepita come scevra dalla retorica più diffusa: a volte energica, sempre attenta alla fusione sonora fra canto e orchestra, leggera al punto giusto nei momenti più delicati o lirici.
Con lui un’orchestra che ha dato il meglio, facendo spiccare la cura del suono di strumenti che Gatti ha messo in rilievo nei punti nevralgici: tromba, arpa, timpani, violoncello…insomma una lettura musicale che è stata un piacere, supportata dal sempre ottimo coro diretto da Lorenzo Fratini e da un cast che ha entusiasmato soprattutto per la protagonista femminile, Carolina López Moreno e per Nicola Alaimo nel ruolo di Sharpless. Il giovane ma affermatissimo soprano è stato una rivelazione sia per le doti vocali – ottima in tutti i registri imposti dalla scrittura musicale, leggera nei filati, morbida nei momenti lirici – sia per l’interpretazione attoriale, che ha restituito davvero la giovane geisha di quindici anni “netti netti”. Alaimo ha mostrato una vocalità di impostazione naturale, piacevolissima all’ascolto e abbinata, anche nel suo caso, a una perfetta interpretazione attoriale del personaggio.
Piero Pretti ha interpretato il ruolo di Pinkerton, che, certamente per volere del maestro Puccini, non ha molti momenti che consentano di esaltarne le doti vocali, che pure sono più che apprezzabili in Pretti, poiché interpreta un personaggio ignobile, deprecabile. Buona la prestazione anche di Marvic Montreal (Suzuki), dopo un inizio poco convincente. Bene anche Oronzo D’Urso (Goro), Bozhidar Bozhkilov (zio Bonzo) e Min Kim (Yamadori).
Convince fino a un certo punto la regia di Lorenzo Mariani, che si è inserito nel solco del fare a meno di orpelli e “giapponeserie” e si è quindi avvalsa di scene fin troppo essenziali (affidate ad Alessandro Camera), più interessanti nella seconda parte e rese tali soprattutto grazie alle ottime luci di Marco Filibeck. Silvia Aymonino ha firmato i costumi, semplici e molto piacevoli, con un unico appunto: se Ciò Ciò San si era fatta portare da Suzuki “L’ obi che vestii da sposa/Qui ch’io lo vesta./Vo’ che mi veda indosso il vel del primo dì/E un papavero rosso/nei capelli…così” e, effettivamente si era così abbigliata in scena, perché al momento in cui, più avanti, scende perché ha sentito che Sharpless e Pinkerton sono entrati, la regia la mostra vestita come Kate Pinkerton? Come coup de théatre ha solo un po’ spiazzato.
In ogni caso un bello spettacolo, un congedo di Gatti. – che, comunque, tornerà a dirigere al Maggio già nel 2025 – , magnifico, e una rivelazione come la López Moreno.
Donatella Righini
(30 ottobre 2024)
La locandina
Direttore | Daniele Gatti |
Regia | Lorenzo Mariani |
Scene | Alessandro Camera |
Costumi | Silvia Aymonino |
Luci | Marco Filibeck |
Cio-Cio-San | Carolina López Moreno |
Suzuki | Marvic Monreal |
Kate Pinkerton | Elizaveta Shuvalova |
F. B. Pinkerton | Piero Pretti |
Sharpless | Nicola Alaimo |
Goro | Oronzo D’Urso |
Il principe Yamadori | Min Kim |
Lo zio Bonzo | Bozhidar Bozhkilov |
Yakusidé | Giovanni Mazzei |
Il Commissario imperiale | Davide Sodini |
L’ufficiale del registro | Egidio Massimo Naccarato |
La madre | Nadia Pirazzini |
La zia | Thalida Marina Fogarasi |
La cugina | Paola Leggeri |
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino | |
Maestro del Coro | Lorenzo Fratini |
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