Milano: Falstaff e la difficile eredità di Strehler

Teatro alla Scala, Stagione Lirica 1980/81, Giorgio Strehler mette in scena Falstaff. Produzione che fece discutere, ça va sans dire, ma che a distanza di più di quarant’anni restituisce ancora tutta la sua poesia.

Spazio minimalista in cui le scene, firmate da Ezio Frigerio e oggi riprese da Leila Fteita, si allontanano dai panorami britannici per riproporre le atmosfere delle terre verdiane.

Le corti della bassa, le luci trasversali – curate da Marco Filibeck che creano lunghissime ombre, furono la culla dell’infanzia di Giuseppe Verdi che verso il tramonto di sua vita ha saputo rinnovare ancora una volta la sua estetica dando vita a un capolavoro in cui lo stile severo del contrappunto diviene ironico, spalancando le porte verso un nuovo modo formale di concepire il melodramma.

In questo spazio sfavillano gli splendidi costumi rinfrescati da Franca Squarciapino, meno a fuoco risulta la ripresa registica di Marina Bianchi. Ricostruire la volontà di un personaggio come Strehler è ardua impresa e queste operazioni funzionano fino a un certo punto. In Strehler, anche laddove l’azione si fa intima, c’è sempre stato quel fremito del genio inquieto. Qui mancava.

È mancato anche nella direzione di Daniele Gatti. Attento, scrupoloso, Gatti dirige a memoria una partitura complessissima che riassume una tavolozza di registri espressivi vertiginosa. La sua è una visione più pacata, meno articolata, particolarmente ritmica e concentrata sull’orchestra, priva di guizzi ma concentrata a mettere in rilievo il lato serio di un capolavoro che è anche buffo.

A indossare i panni di Sir John è stato il baritono Ambrogio Maestri, veterano di questo ruolo. Scenicamente è Falstaff, vocalmente lo è stato. Oggi, non più in pieno possesso del suo mezzo vocale, Maestri vira verso un canto subordinato alla recitazione compromettendo però alcuni passi di puro lirismo.

Si distingue invece il baritono Luca Micheletti che ancora una volta coniuga la sua arte attoriale con quella vocale definendo magistralmente il personaggio di Ford.

Al suo fianco Rosa Feola risolve con intelligenza la parte di Alice nonostante la scrittura, troppo centrale per la sua tessitura, non le permette di svettare come in altri ruoli.

Al contempo la Nanetta di Rosalinda Cid, cesellatissima, rimane nelle intenzioni spesso inghiottita dalla massa orchestrale. Lo stesso vale per il Fenton di Juan Francisco Gatell la cui vocalità sottilissima non ha ci permesso di assaporare i sublimi passi cantabili che gli ha affidato Verdi.

Marianna Pizzolato canta una Quickly con eleganza liederistica ma viene meno quello spirito divertito e divertente che tutti si aspettano, al suo fianco Martina Belli è una Meg raffinata.

Bene le parti di fianco: Antonino Siragusa, un Cajus dalla proiezione vocale assai sonora (!), Christian Collia (Bardolfo) Marco Spotti (Pistola), Mauro Barbiero (l’oste della Giarrettiera) infine il delizioso paggio Lorenzo Forte.

Bene come sempre il coro istruito dal maestro Alberto Malazzi così come le coreografia di Anna Maria Prina.

Applausi, bravi, bravissimi ma… ora c’è da domandarsi il motivo per cui si sia scelto un quartetto femminile vocalmente la cui omogeneità non ha permesso di tratteggiare e differenziare timbricamente i personaggi. Falstaff non è un’opera sinfonica dove solo l’orchestra è protagonista. Tutto si intreccia in un mirabile gioco contrappuntistico dal quale si ergono frasi di straordinaria potenza emotiva. Ciò lo si ottiene tramite una concertazione che sappia gestire bene tutti questi equilibri a scapito anche di rinunciare a qualche elemento in orchestra.

Certo è che Strehler aveva concepito una regia che lascia spazio al canto anche dopo più di quarant’anni.

Gian Francesco Amoroso
(16 gennaio 2025)

La locandina

Direttore Daniele Gatti
Regia Giorgio Strehler
Ripresa da Marina Bianchi
Scene e costumi Ezio Frigerio
Luci Marco Filibeck
Coreografia Anna Maria Prina
Personaggi e interpreti:
Sir John Falstaff Ambrogio Maestri
Ford Luca Micheletti
Fenton Juan Francisco Gatell
Dottor Cajus Antonino Siragusa
Bardolfo Christian Collia
Pistola Marco Spotti
Mrs. Alice Ford Rosa Feola
Nannetta Rosalia Cid
Mrs. Quickly Marianna Pizzolato
Mrs. Meg Page Martina Belli
Orchestra e Coro del Teatro Alla Scala
Maestro del Coro Alberto Malazzi

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