Addio a Maria Tipo
Maria Tipo è spirata la mattina del 10 febbraio, all’età di 93 anni, compiuti nello scorso dicembre, e così il mondo della musica perde un’icona fra gli interpeti della tastiera e la capostipite di una vera e propria scuola pianistica internazionale, alla quale sono orgogliosi di appartenere affermati concertisti e didatti di tutto il mondo. Ma se ne va anche una gran donna, una gran signora. Era nata nel 1931, in un’epoca poco favorevole all’affermazione femminile nella musica, ma il suo talento naturale e il carattere forte e determinato hanno permesso che potesse brillare come meritava. La sua prima maestra è stata la madre, Ersilia Cavallo, allieva di Ferruccio Busoni, che, raccontava in varie interviste la stessa Maria Tipo, le diceva che “i tasti del pianoforte vanno accarezzati, non percossi”.
Sotto la guida della madre Maria debuttò a quattro anni e rivelò subito il suo talento, che è stato coltivato successivamente con maestri del calibro di Alfredo Casella e Guido Agosti. A soli 17 anni, vinse il prestigioso Concorso di Ginevra, nel 1947, dando inizio a una brillante carriera internazionale che la portò a esibirsi nelle più importanti sale da concerto del mondo. Era giovanissima e si è trovata a confrontarsi con un mondo quasi esclusivamente maschile, ma chi sentiva le sue interpretazioni di autori come Bach, Scarlatti, Clementi, Mozart, per citarne alcuni, si doveva inchinare a questa Signora del pianoforte. Lo stesso Arthur Rubinstein l’aveva definita “il più straordinario talento della nostra epoca”.
Lungo è l’elenco dei concerti solistici, cameristici e dei grandi direttori d’orchestra con cui si è esibita in ogni parte del mondo, riscuotendo sempre apprezzamenti e trionfi grazie alla sua tecnica impeccabile e alla profonda sensibilità interpretativa, ma sempre nel rispetto assoluto della partitura, che era una delle cose che ha sempre voluto sottolineare quando veniva intervistata.
Le sue scelte di repertorio sono state originali e innovative: fu la prima a proporre in Italia, all’inizio degli anni ’60, l’esecuzione integrale delle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, ma non dimentichiamo la riscoperta di Scarlatti e Clementi. Fortunatamente le sue esecuzioni sono state oggetto di una ricca discografia, che permetterà di conservare per sempre la bellezza delle sue interpretazioni e del suo suono, e non possiamo non ricordare che le sue interpretazioni delle Variazioni Goldberg di Bach e delle Sonate di Domenico Scarlatti le valsero il prestigioso “Diapason d’Or”.
Ma c’è un altro capitolo della sua attività che la rende immortale: quello della didattica, a cui decise di dedicarsi dagli anni Novanta, quando si ritirò definitivamente dalle sale da concerto. Aveva già cominciato negli anni Sessanta e Settanta a insegnare presso i Conservatori di Bolzano e Firenze, e dagli anni Ottanta al Conservatorio di Ginevra. Poi accolse l’invito di Piero Farulli e fondò una vera e propria scuola pianistica alla Scuola di Musica di Fiesole: il suo approccio pedagogico era improntato a una ricerca della massima espressività attraverso il controllo del suono e la cura del fraseggio, trasmettendo ai suoi discenti l’importanza di un’interpretazione profonda e autentica. Centinaia sono stati i suoi allievi, tutti selezionatissimi, e oggi, come dicevamo, apprezzati nel mondo musicale o della didattica: citiamo fra i molti Andrea Lucchesini, Pietro De Maria, Nelson Goerner. Sono stati quindi più che meritati i prestigosi riconoscimenti che ha ricevuto: Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres della Repubblica Francese, Accademico di Santa Cecilia e il Premio Presidente della Repubblica 2021.
Se da un lato Maria Tipo rimarrà nella storia della musica come pianista straordinaria e ambasciatrice della grande tradizione musicale italiana, ci piace ricordare anche che era anche una gran donna, una madre amatissima e riamata dalla figlia Alina, una docente-amica per molti dei suoi allievi (che unanimemente ricordano come fosse disponibile a dare sempre supporto e consigli) e un’icona per l’affermazione femminile del talento vero e naturale.
Donatella Righini
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