Firenze: con una strepitosa Pratt, Norma torna a Firenze

La Norma di Vincenzo Bellini che è stata allestita al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino per quattro repliche, a partire dal 9 marzo scorso, dopo 45 anni ha riportato al pubblico questo capolavoro e lo ha fatto con una realizzazione musicale trionfale, a cominciare dalla direzione musicale del giovane ma già bravissimo Michele Spotti. Come aveva già anticipato in conferenza stampa, Spotti ha offerto una lettura drammaturgicamente molto intensa, molto vibrante, ma anche fluida, attenta alle tante e belle sfumature, precisa, che è stata resa possibile dall’ottima prestazione dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Le voci sono sempre state esaltate e ben amalgamate con l’esecuzione strumentale, sia il sempre ottimo coro diretto da Lorenzo Fratini, sia i solisti.

Jessica Pratt, che era al suo debutto nel ruolo del titolo, ha superato le aspettative, grazie a una prestazione strepitosa, sia per quanto riguarda la vocalità, autenticamente belcantistica, come la partitura di Norma richiede, sia per la presenza scenica e l’intensa interpretazione. Molto brava è stata anche Maria Laura Iacobellis, nel ruolo di Adalgisa, che si è messa in risalto soprattutto nel duetto con Norma, alla fine del primo atto, quel duetto che esprime una bellissima solidarietà femminile e, molto modernamente, mette in rilievo come sia il maschio il responsabile delle sofferenze d’amore d’entrambe le donne: Norma lo dice apertamente e, detto nel 1831, colpisce molto.

Ma Norma è una donna straordinaria, coraggiosa, non meraviglia che a un personaggio così si facciano esprimere pensieri così attuali.

Molto buono anche l’Oroveso di Riccardo Zanellato, bravi anche Elizaveta Shuvalova nel ruolo di Clotilde e Yaozhou Hou in quello di Flavio, questi due ultimi allievi dell’Accademia del Maggio. Il Pollione del tenore Mert Süngü, invece, non ha convinto.

La realizzazione musicale e la bravura del cast e del coro hanno reso accettabile anche l’allestimento registico di Andrea De Rosa, con scene di Daniele Spanò, costumi di Gianluca Sbicca e luci di Pasquale Mari. De Rosa ha voluto offrire una lettura non troppo didascalica e quindi ha ambientato la vicenda in una generica base militare, che potrebbe essere in qualsiasi parte del mondo, con torrette di guardia che possono essere equiparate agli alberi del bosco dei Druidi e pedane poco chiare nella loro simbologia. I soldati indossavano tute mimetiche, ma i Druidi indossavano tuniche e dettagli sacerdotali che quindi si riallacciavano ai personaggi originali della storia, creando così una realizzazione di costumi mista fra la tradizione e un’ambientazione più contemporanea.

Molto meno probabile l’aver trasformato la pietra dei Druidi in una vasca piena d’acqua, nonostante il coup de théâtre del coperchio che si fa luna (anche se poco dopo ne compare un’altra dietro).

Trionfo della musica, insomma, e ovazioni soprattutto per la Pratt e Spotti alla fine, un po’ meno per la regia.

Donatella Righini

La locandina

Maestro concertatore e direttore Michele Spotti
Regia Andrea De Rosa
scene Daniele Spanò
Costumi Gianluca Sbicca
Luci Pasquale Mari
Movimenti coreografici Gloria Dorliguzzo
Personaggi e interpreti:
Norma Jessica Pratt
Adalgisa Maria Laura Iacobellis
Pollione Mert Süngü
Oroveso Riccardo Zanellato
Clotilde Elizaveta Shuvalova
Flavio Yaozhou Hou
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini

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