Modena: Cavalleria e Pagliacci dittico travolgente

Cavalleria rusticana e Pagliacci tornano in scena al Teatro Comunale di Modena in coproduzione con la Fondazione Teatri di Piacenza, il Teatro Galli di Rimini e il Teatro dell’Opera di Sofia.

Un appuntamento tanto atteso rivelatosi vincente sotto tutti i punti di vista.

Il dittico verista, che dagli esordi ha posto non poche riflessioni e acceso numerosi dibattiti sull’evoluzione estetica del melodramma italiano, infiamma sempre i cuori del pubblico.

Arcate melodiche generose, accenti, passioni, melos italiano allo stato puro, passi orchestrali intramontabili, sono alcuni degli elementi che rendono unici questi titoli.

Se però una parte della critica ha mosso alcune perplessità sui capolavori di Mascagni e Leoncavallo, al contempo è tangibile il fatto che hanno anche mietuto numerosi successi anche fuori dall’Italia, come lo dimostrò a suo tempo Gustav Mahler e successivamente Herbert von Karajan.

Ora, senza scomodare il passato, si può dire che questa nuova edizione di Cavalleria e Pagliacci ha indubbiamente la carta vincente nel ruolo del tenore, qui interpretato da un Angelo Villari in forma smagliante. Villari affronta i ruoli di Turiddu e Canio facendo emergere l’essenza dei due personaggi senza mai eccedere in enfasi ridondanti ma puntando verso la purezza melodica e dell’accento. Svettante negli acuti, la voce di Villari sa piegarsi anche alle parti più liriche, come il commovente Addio alla madre nonchè impressiona l’immedesimazione nella scena finale dei Pagliacci.

A sopportare le fragili debolezze di Turiddu è l’ottima Santuzza di Teresa Romano la cui vocalità ben si addice alla scrittura di Mascagni. La Romano trova il giusto equilibrio fra le parti di lacerante disperazione e quelle di maggior lirismo, fronteggiando i diversi stati d’animo che attraversano l’animo di Santuzza con estrema intelligenza e musicalità.

Più che convincente l’Alfio di Fabián Veloz, impegnato anche nel ruolo di Tonio nei Pagliacci. Timbro chiaro e ottima dizione, è un Alfio che sa il fatto suo mentre nei Pagliacci si affaccia alla ribalta con un Prologo di forte impatto interpretativo.

Eleonora Filipponi è una Mamma Lucia molto accorata così come Francesca Cucuzza centra bene il personaggio di Lola.

A indossare i panni di Nedda è Daniela Schillaci. Dotata di un timbro leggero, non bisogna dimenticare che la prima Nedda fu Adelina Stehle che fu anche la prima Nannetta di Falstaff, conduce con estrema dinamicità e passionalità la non facile scrittura che Leoncavallo affida a questo personaggio, impegnata strenuamente anche dal punto di vista scenico. La sua vocalità ben si sposa con quella di Hae Kang, Silvio particolarmente raffinato con ottima dizione e bel fraseggio.

Non da ultimo l’Arlecchino/Beppe del giovane e talentoso Giuseppe Infantino che con la sua canzone si conferma ottimo fraseggiatore.

Sul podio dell’Orchcestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini, il maestro Aldo Sisillo propone una Cavalleria rusticana molto misurata, rapida e asciutta come ad esempio nella preghiera corale, mentre dilata i tempi nel grande duetto fra Santuzza e Turiddu. Al contempo restituisce dinamicità ai Pagliacci con sonorità più accese mettendo in luce le peculiarità di una partitura particolarmente dettagliata.

Ottimo il Coro Lirico di Modena diretto dal maestro Corrado Casati così come le Voci bianche del Teatro Comunale di Modena istruite dal maestro Paolo Gattolin.

Dal punto di vista scenico la regia, affidata a Plamen Kartaloff, gioca su pochi elementi: una piazza riarsa dal sole, una processione a dire il vero un po’ troppo rapida per i ritmi siciliani, Turiddu ammazzato portato in scena sul calar del sipario inspiegabilmente in barella, alcuni dettagli che ricordano Fellini, un inquietante pagliaccio che incute parecchia soggezione, il Prologo a scena aperta che svela troppo presto lo scenario e il gioco del teatro nel teatro, nonchè rapidi movimenti ben gestiti delle masse corali.

Belli i costumi di Nella Emil Dimitrova-Stoyanova così come le scene di Giacomo Andrico e le luci di Stefano Mazzanti.

Per chi si è perso le recite di Modena suggerisco di recarsi a Piacenza o a Rimini.

Gian Francesco Amoroso

(20 marzo 2025)

La locandina

Direttore Aldo Sisillo
Regia Plamen Kartaloff
Scene Giacomo Andrico
Costumi Nella Emil Dimitrova-Stoyanova
Lighting designer Stefano Mazzanti
Personaggi e interpreti:
Cavalleria Rusticana
Santuzza Teresa Romano
Alfio Fabián Veloz
Turiddu Angelo Villari
Lucia Eleonora Filipponi
Lola Francesca Cucuzza
Pagliacci
Nedda/Colombina Daniela Schillaci
Canio/Pagliaccio Angelo Villari
Tonio/Taddeo Fabián Veloz
Beppe/Arlecchino Giuseppe Infantino
Silvio Hae Kang
Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini
Coro Lirico di Modena
Maestro del Coro Corrado Casati

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.