Milano: LaVerdi festeggia il Novecento italiano
Nel cinquantesimo anniversario della morte di Mario Castelnuovo-Tedesco LaVerdi ricorda il compositore fiorentino con un raffinato programma dedicato al Novecento italiano. In sala la nipote Diana Castelnuovo-Tedesco.
Ottorino Respighi, Mario Castelnuovo-Tedesco e Nicolò Castiglioni, autori che hanno tracciato un solco significativo in un’Italia per tradizione melomane e che hanno aperto gli orizzonti a generi allora meno frequentati, riservano ancora oggi non poche sorprese alle orecchie degli ascoltatori contemporanei.
Sorprendente la prima pagina in programma: La Buranella di Castiglioni, suite per orchestra composta nel 1990 in omaggio a Baldassarre Galuppi detto il Buranello perché originario dell’omonima isola veneziana. Tale composizione, una vera e propria orchestrazione di alcuni movimenti di sonate cembalistiche di Galuppi, è caratterizzata da un nutrito organico nel quale spiccano il glockenspiel, la marimba, lo xilofono e le chinese metal wind chimes. Castiglioni riveste con arditi impasti sonori l’originaria scrittura cembalistica trasformando lo stile galante di Galuppi in uno squisito divertissement contemporaneo senza mai alterare la scrittura originaria.
La direzione di Vittorio Parisi ha evidenziato con fresca leggiadria il carattere giocoso della suite dando prova di conoscere approfonditamente non solo la partitura ma anche l’autore.
La seconda e tanto attesa sorpresa della serata è stato il Concerto per pianoforte n. 1 in sol maggiore di Mario Castelnuovo-Tedesco, allievo prediletto di Ildebrando Pizzetti, costretto ad abbandonare l’Italia nel 1939 a causa delle leggi raziali. Autore eclettico, la cui drammaticità è spesso stemperata da una sottile ironia, annovera nel suo catalogo un elevato numero di composizioni pianistiche, cameristiche, vocali, strumentali, orchestrali e colonne sonore.
Il Concerto n. 1 per pianoforte venne eseguito per la prima volta da Ernesto Consolo nel 1928 all’Augusteo di Roma sotto la direzione di Bernardino Molinari, in seguito fu lo stesso Castelnuovo-Tedesco a suonarlo in diverse occasioni, una volta addirittura sotto la direzione del celebre pianista francese Alfred Cortot.
Alessandro Marangoni, profondo conoscitore della composizione di Castelnuovo-Tedesco, ha affrontato con padronanza la scrittura impervia del concerto mettendo in luce i diversi stati d’animo dei tre movimenti, mantenendo allo stesso tempo un equilibrio interpretativo unitario.
Applausi generosi per Marangoni che ha concesso un bis omaggiando Rossini – di cui ricorrono i centocinquanta anni della morte – con Une caresse à ma femme.
A far da contraltare alla pagina introduttiva di Castiglioni è la suite Gli Uccelli di Ottorino Respighi. Composta nel 1927 ed eseguita per la prima volta l’anno successivo al Teatro Municipal di San Paolo del Brasile, la suite è una raccolta di brani per liuto e cembalo di ispirazione ornitologica trascritti per orchestra con sapiente creatività. Musica descrittiva allo stato puro, ironica, a tratti favolistica, mai banale, dalla quale riaffiorano bagliori malinconici tipici della vena poetica di Respighi.
Il tutto concertato da Vittorio Parisi con particolare attenzione ai diversi piani ed effetti sonori, restituendo al pubblico una partitura che andrebbe maggiormente eseguita e conosciuta.
L’Orchestra Sinfonica di Milano G. Verdi, al fine di ribadire che il lavoro minorile non può essere tollerato e che tutti i bambini hanno il diritto di giocare e di frequentare la scuola ha voluto dedicare il concerto all’iniziativa “Musica, contro il lavoro minorile”.
Gian Francesco Amoroso
(20 marzo 2018)
La locandina
Pianoforte | Alessandro Marangoni |
Direttore | Vittorio Parisi |
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi | |
Programma: | |
Niccolò Castiglioni | |
La Buranella | |
Mario Castelnuovo Tedesco | |
Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in Sol maggiore | |
(50° anniversario della morte) | |
Ottorino Respighi | |
Gli Uccelli |
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