Il pianoforte orchestrale di Lukas Geniušas all’Auditorium C. Pollini di Padova
Ogni tanto capita che io torni a casa e decida di scrivere una recensione che non avevo pensato di scrivere. Il concerto di Lukas Geniušas di mercoledì 4 aprile per gli Amici della Musica di Padova è decisamente il caso.
Geniušas è un pianista orchestrale. Orchestrale è il suo tocco dalle molte sfumature, orchestrale è la cura inverosimile della polifonia, orchestrale è il suono dalle molte sfaccettature, ma sempre compatto e pieno. Persino un autore raramente definito orchestrale, Chopin, nelle sue mani mostra il proprio lato più immaginifico. Non perché evochi fantasmagoriche visioni, ma perché mostra una vastità di idee, invenzioni, timbri, colori che non si sentono spesso. Tali sono state le Mazurche op. 63 n. 2, op. 30 n. 4 e op. 63 n. 3 che hanno aperto il concerto, così, in punta di piedi, immerse in offuscate sonorità fin dal primo respiro. Chi frequenta la sala concertistica sa quanto sia difficile aprire con un pianissimo, creare fin da subito quell’atmosfera che riesca a catturare l’attenzione totale del pubblico senza preparazione, senza roboanti declamazioni. L’inizio di Geniušas, però, era esattamente così: tre immagini distanti, tre danze che, pur mantenendo il loro carattere a tratti fiero e a tratti lirico, si percepivano un po’ in distanza, come attraverso una porta chiusa, con un profondo senso di nostalgia. Senza per questo rinunciare al più istrionico gesto conclusivo dell’ultima, gesto che il pianista ha replicato con il travolgente inizio della Terza Sonata di Chopin. Qui Geniušas ha dato una lettura puramente e schiettamente orchestrale, mostrando una disinvoltura tecnica invidiabile che ha trovato una sua realizzazione sorprendente nelle agilità, eseguite con sgranata precisione eppure morbida cura dei piani sonori. Lo Scherzo è stato dunque veramente sublime, potendo beneficiare anche di un Trio centrale che mai mi è capitato di sentire così fraseggiato in concerto. Nel Trio come nel successivo Largo la polifonia è stata realizzata con cura orchestrale dei timbri e con chiarezza quasi bachiana delle note tenute, ma senza mai perdere la scorrevolezza del cantabile. Unico movimento che ha un po’ sofferto la stanchezza del pianista è stato il quarto, soprattutto nelle temibili sestine che lo concludono, ma che comunque è stato reso con grande carattere e personale interpretazione: è uno Chopin, quello della Terza di Geniušas, denso, pastoso e intenso, anche se intimo ed elegante, di un’eleganza piuttosto russa. Una Terza Sonata, insomma, come se ne sentono raramente.
Il programma ha continuato con Une barque sur l’océan e Alborada del Gracioso da Miroirs di Ravel e qui il pianista ha sfoggiato la sua dote migliore, già apprezzata in Chopin: il totale controllo dello strumento. Gli arpeggi di Une barque sono stati resi con liquido suono, mentre il timbro era, ormai non serve ripeterlo, veramente orchestrale. Non a caso i due Miroirs scelti sono stati proprio quelli poi orchestrati da Ravel: nelle mani di Geniušas questi brani rivivono una vera e propria orchestrazione al pianoforte. Da menzionare anche i glissandi, realizzati con precisione tecnica e timbro cangiante. A completare il programma i (purtroppo) raramente sentiti 10 Pezzi op. 12 di Prokofiev. Qui il pianista ha mostrato con intensa serietà tutto il proprio arsenale. Perché tale è la richiesta di questi dieci multiformi pezzi: dal lirico al sarcastico, dalla caricatura alla miniatura, dalla pesantezza ossessiva alla leggerezza infantile. Il tutto è stato suonato con proprietà di carattere e tecnica veramente impressionanti. I colori vividi di Marche e Rigaudon, la liquidità timbrica di Prélude, perfettamente orchestrata nei suoi rapidi guizzi e glissandi, lo squadrato carattere allucinato della Allemande, l’agilità decadente dello Scherzo conclusivo e soprattutto quella Gavotte, interpretata da Geniušas con totale aderenza all’autore, tanto da raggiungere nella ripresa un climax espressivo di inaspettata e commovente intensità.
Il pubblico giustamente entusiasta ha richiesto due bis, il cui primo, la Mazurca op. 68 n. 2, è stata nuova occasione per sentire con ancora più chiarezza la tecnica di pedale di Geniušas, perfettamente a suo agio nel dominare le minime variazioni di mezzo pedale e nel donare piena e diversa profondità alle sezioni.
Alessandro Tommasi
(4 aprile 2018)
La locandina
Pianoforte | Lukas Geniušas |
Programma: | |
Frédéric Chopin | |
Tre Mazurche: | |
– op. 63 n. 2 | |
– op. 30 n. 4 | |
– op. 63 n. 3 | |
Sonata n. 3 op. 58 | |
Maurice Ravel | |
da Miroirs: | |
Une barque sur l’océan | |
Alborada del Gracioso | |
Sergej Prokofiev | |
10 pezzi op. 12 |
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