Ravenna: «Kiss me, Kate» di Porter, Marinsky Orchestra e il gruppo Voces Suaves in una tre giorni di cultura

«Il mio Cole è un ragazzo molto cattivo»: così si espresse la madre di Cole Porter quando le venne chiesto che cosa pensasse dei giochi di parole non propriamente da educande contenuti in “Kiss me, Kate”. Sì, perché questo strepitoso musical, approdato sul palcoscenico del Teatro Alighieri per il Ravenna Festival a settant’anni dall’esordio a Philadelphia, contiene di tutto, compresa qualche elegante oscenità: dall’inno all’amore al catalogo di donne conquistate, dai richiami elisabettiani al valzer al jazz, dagli artisti che si esibiscono in un gioco di teatro nel teatro ai gangster che inopinatamente si trovano sul palcoscenico in piena rappresentazione.

La vicenda è quella di due attori da poco divorziati che accettano di lavorare insieme in un’edizione di The Taming of the Shrew (la bisbetica domata), una delle grandi commedie shakespeariane. Tra litigi e gelosie, nuovi fidanzati e rievocazioni di passate prodezze amorose, baci negati e baci appassionati, la scintilla si riaccende e Lilli e Fred si innamorano di nuovo. Testi e musiche dei lyrics sono opera di Cole Porter e scintillano di sapienza, raffinatezza e humour, come ogni lavoro del grande compositore e songwriter statunitense. I testi recitati sono invece di Samuel e Bella Spewack. Meritatamente, Kiss me Kate vinse nel 1949, l’anno dopo il debutto, il primo dei Tony Awards (i premi riservati agli spettacoli di Broadway) per il musical.

La rappresentazione, interamente curata dalla britannica Opera North, è straordinariamente scorrevole grazie all’efficacissima regia di Jo Davies, alle scene e ai costumi di Colin Richmond, con cambi quasi sempre a vista che rapidamente conducono dal backstage al palcoscenico o dallo spiazzo che fronteggia la casa di Katharine (Kate) all’interno, in cui campeggia una grande riproduzione di uno degli arazzi del ciclo La dama e l’unicorno, appropriatamente quello dedicato «À Mon Seul Désir».

Gli artisti della compagnia, che ha sede a Leeds, sono normalmente coinvolti nella produzione di repertorio lirico in lingua inglese, come la English National Opera di Londra da cui Opera North discende. Si dedicano però con una certa frequenza anche al musical e la loro affinità con questo genere è sorprendente: recitano, cantano e ballano con tale verve che sembrerebbero formati sulle scene di Broadway. Il cast è di ottimo livello, dalla Lilli/Kate di Stephanie Corley al Fred/Petruchio di Quirijn de Lang. Da citare anche Zoë Rainey, spigliata e graziosissima Lois/Bianca, e i due divertenti gangster di Joseph Shovelton e John Savournin. La vivace e colorita direzione di James Holmes si basa sull’edizione critica approntata per l’occasione.

Il musical statunitense in lingua originale fino a qualche tempo fa non era tra i generi popolari in Italia; il passaggio dal canto al parlato e, soprattutto, la difficoltà di comprensione respingevano buona parte del pubblico. Visto il calorosissimo successo ottenuto dalle rappresentazioni del Ravenna Festival, si conferma il fatto che ci troviamo in una nuova era, in cui finalmente si incominciano ad ammirare i tanti capolavori che da noi non sono stati mai rappresentati.

Il programma del Festival ravennate è densissimo e in tre giorni si possono ascoltare diverse pregevoli esecuzioni di vario genere. Dopo Kiss me Kate, per esempio, è stata la volta della gloriosa Mariinsky Orchestra di San Pietroburgo con il suo direttore artistico e generale Valery Gergiev. La prima parte del concerto, nell’affollato Palazzo Mauro de André, è stata la più travolgente. Dapprima il Prélude à l’après-midi d’un faune di Debussy interpretato con plastica evidenza, poi i Quadri da un’esposizione di Musorgskij nella sopraffina orchestrazione di Ravel: qui i portentosi musicisti pietroburghesi e il loro direttore – che li guida senza bacchetta, con il solo gesto delle mani – si sono prodotti in un’esecuzione che per tavolozza di colori, energia ben modulata, vivida intensità si può definire eccellente. Meno entusiasmante, a parere nostro ma visibilmente anche del pubblico, la seconda parte, con le Danze sinfoniche op. 45 di Rachmaninov (un pezzo di cui chi scrive farebbe tranquillamente a meno), pur in un’interpretazione molto curata e partecipata. Non memorabile il bis, la «Sinfonia» della verdiana Forza del destino scandita con eccessiva regolarità e uniformità di soluzioni dinamiche e timbriche.

Il giorno successivo era la volta di un concerto di tutt’altro segno: il gruppo vocale di Basilea Voces Suaves, mirabile per la precisione assoluta del canto e l’unità di intenti espressivi che gli viene da sei anni di continuo lavoro comune, ha presentato un programma intitolato «Quivi sospiri. Viaggio musicale attraverso i tre mondi ultraterreni della Divina Commedia». Nella suggestiva cornice della Basilica di San Francesco, i bravissimi artisti svizzeri e l’organista Aki Noda-Meurice hanno interpretato un florilegio di brani di autori come Luzzaschi, Arcadelt, Gesualdo, Marenzio, Frescobaldi con la soavità che compete loro a partire dal nome. Un nutrimento per lo spirito, un momento di quiete feconda e benefica accolto con calore dal pubblico.

La macchina inarrestabile del Ravenna Festival prosegue con numerosi appuntamenti, anche pomeridiani, fino al 22 luglio. Nei prossimi giorni sono previsti tra l’altro il concerto di The Sixteen («Super flumina Babylonis, 20 giugno), «Sinfonia beckettiana» con musiche di Pärt e Silvestrov (21 giugno) e «L’isola di legno» con l’Orchestra di Piazza Vittorio diretta da Mario Tronco (23 giugno).

Patrizia Luppi
(7,8 e 9 giugno 2018)

Le locandine

Kiss me, Kate
Direttore James Holmes
Regia Jo Davies
Scene e costumi Colin Richmond
Personaggi e interpreti:
Fred Graham / Petruchio Quirijn de Lang
Lilli Vanessi / Kate Stephanie Corley
Lois Lane / Bianca Zoë Rainey
Bill Calhoun / Lucentio Alan Burkitt
Orchestra e Coro di Opera North
Orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo
Direttore Valerij Gergiev
Programma:
Claude Debussy
Prélude à l’après-midi d’un faune
Modest Musorgskij
Quadri di un’esposizione (orchestrazione di Maurice Ravel)
Sergej Rachmaninov
Danze sinfoniche op. 45
Quivi sospiri
Ensemble vocale Voces Suaves
Organo Aki Noda-Meurice
Musiche di Artisti Vari

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