LA BOÎTE À JOUJOUX #4: La Wunderkammer di… Lenny Lorenzani
Parlare del soprano e pianista Lenny Lorenzani significa affrontare i suoi svariati interessi in ambito musicale. Il suo percorso prende avvio grazie al diploma in pianoforte presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Achille Peri” di Reggio Emilia, sotto la guida di Maria Cristina Mongini, con successivi anni di perfezionamento per concerti a quattro mani e in formazioni cameristiche sotto la guida del M° Eli Perrotta. La sua formazione nella musica si completa con il diploma di canto lirico presso il Conservatorio F. A. Bonporti di Riva del Garda nel 2004, per poi perfezionarsi con Elio Battaglia, per quanto riguarda la liederistica tedesca, e con Luciana Serra, sotto la cui guida debutta ne Le nozze di Figaro e ne Il flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart. Con il Maestro e regista teatrale Marco Pucci Catena porta l’opera italiana a Sao Luis (Brasile), esibendosi in numerosi concerti nella capitale sia come pianista accompagnatrice che come cantante, ottenendo numerosi consensi di pubblico e di critica. Tra le opere debuttate, troviamo Il trovatore di Giuseppe Verdi all’Arena di Chioggia, La prova di un’opera seria di Francesco Gnecco al teatro Bonci di Cesena, Tosca di Giacomo Puccini a Firenze e San Miniato, Re Enzo di Ottorino Respighi sotto la direzione artistica del M° Paolo Barbacini, La traviata di Giuseppe Verdi per il teatro di San Quirico d’ Orcia e il ruolo della Contessa nelle Nozze di Figaro per il primo festival Città di Gargonza. Regolarmente tiene concerti, tra i quali vanno menzionati quelli per Italian Opera Florence, a fianco del pianista David Boldrini, quello per gli Amici della Lirica di Carpi a fianco del baritono Leo Nucci, quello a Parigi per la rassegna musicale Accueil musical Saint-Marry e tanti altri; rammentiamo anche le sue esibizioni a fianco di Laura Brioli, la collaborazione regolare con il Puccini e la sua Lucca International Festival e infine le sue esibizioni con l’orchestra del Teatro del Giglio di Lucca e quelle per Piceno Classica Festival.
Dopo questa presentazione, ci addentriamo specificatamente nell’argomento di questa nostra Boîte à Joujoux; oggi parleremo con Lenny Lorenzani del suo CD di recente uscita per la Da Vinci Classics di Osaka (Giappone) Francesco Cilea. Complete Art Songs & Piano Works.
- Innanzitutto, vorrei chiederti: quali sono le origini che hanno portato a creare questo disco?
Per prima cosa, ci tengo a evidenziare il mio grandissimo amore per la musica di Francesco Cilea, e questo sicuramente è il punto da cui può partire tutto. Per quanto riguarda questo progetto, che ha poi portato alla realizzazione del CD, nasce tutto da una chiacchierata fatta con il pianista David Boldrini, con il quale collaboro dal 2012. Ripercorrendo le tappe della vita di questo compositore, ci siamo soffermati sul fatto che nel 2016 ricorreva il 150mo anniversario della sua nascita. Successivamente, mi ritrovo in Calabria, poco distante da Palmi (città natale del compositore); entrata in contatto con il Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria, vengo a sapere della pubblicazione completa per Ricordi e curata dal tenore Giuseppe Filianoti delle sedici Liriche da Camera di Cilea e altre pagine, che vanno da pezzi per Coro, per due soprani, per due bassi e tanti altri. Ci sono anche sei vocalizzi molto difficili per voce e pianoforte; mi viene in mente una frase dello stesso compositore, che in un’intervista rilasciata al quotidiano palermitano “L’Ora” nel novembre 1913 dichiara: “Il vero strumento d’espressione delle passioni è la divina voce umana, con la quale nessuno strumento potrà mai rivaleggiare”. Direi che frase più riuscita non ci può essere, soprattutto in riferimento a questa nostra operazione discografica.
- E proprio del disco vorrei che ora parlassi, spiegandoci al meglio che cosa si deve aspettare il potenziale ascoltatore/spettatore.
Sappiamo che le Romanze hanno un trattamento vocale totalmente diverso dal repertorio lirico, anche se abbiamo talune eccezioni come quelle di Bellini, che ho studiato integralmente con Luciana Serra, che richiamano arie delle opere del compositore catanese. Nel caso di Cilea, diversamente, si ha a che fare con arie dal gusto strumentale, che hanno molto a che vedere con la musica del Novecento; questo vale anche per queste Liriche da Camera. Esse ripercorrono la maturità artistica del compositore calabrese, curioso come non mai a quello che aveva attorno; possiamo definirlo un compositore “diverso” dal filone dei suoi contemporanei. Abbiamo, per esempio, Romanza, composizione da camera scritta a diciassette anni, quando Cilea è studente al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, che risulta ispirata dalla musica da camera belliniana; segue, anche in ordine cronologico e parallelamente alla composizione della sua prima opera lirica Gina, il pezzo Bionda larva, che ci permette di evidenziare come ogni scelta armonica, dunque timbrica, sottenda a un preciso intento espressivo, rispettoso dei versi poetici. Ci sono poi svariate pagine nelle quali si possono sentire delle citazioni a mo’ di hommage nei confronti di Chopin, dei Lieder di Brahms, anche di Fauré, del nostro Puccini. Terrei a evidenziare la composizione Aria novella, legata con la sua opera L’Arlesiana (ci troviamo di fronte, in tutto e per tutto, all’Arioso di Federico, che lo stesso Cilea poi sopprime nella versione definitiva dell’opera) e ancora Nel ridestarmi e Vita breve, che presentano soluzioni armoniche à la manière de Debussy e Ravel.
- Cosa va rilevato, secondo te, nello stile compositivo di queste pagine musicali?
Sicuramente, il fatto che Cilea dimostra di possedere una grande curiosità intellettuale che lo rende in qualche modo, mi permetto di dire, “esclusivo”; il viaggio che ho deciso di affrontare nella sua musica mi ha portato a studiarlo anche riguardo la parte pianistica, visto i miei studi di pianoforte, e a capire al meglio il trattamento strumentale di queste Liriche. Anche i brani per pianoforte solo presenti nel CD mostrano, attraverso aspre assonanze talvolta, di tendere verso una pace armonica finale. Mi preme ritornare a citare gli autori che si richiamano: c’è molto di Debussy, molto di Ravel, molto anche dell’Impressionismo, e in taluni momenti anche di Weber, dell’Espressionismo, della Seconda Scuola di Vienna; insomma, c’è molto di europeo, specialmente negli ultimi brani. Vorrei terminare questa nostra chiacchierata con questa citazione dai Ricordi dello stesso Cilea, datati 1947, in cui una volta per tutte evidenzia il suo interesse per una linea vocale fluida ed elegante: “nell’Arte, espressione dello spirito, norma costante e intransigente mi è sempre stata l’italianità, ammodernata nel progresso delle forme e della tecnica, mai soffocata, né deformata, come attestano e comprovano Arlesiana, Adriana e Gloria, le tre creature della mia fantasia e del mio sognato ideale”.
La piacevole chiacchierata con Lenny Lorenzani si chiude così, e auguriamo a questa raffinata artista, che fa dell’interesse (aggiungerei dell’amore) per la voce, cercando di studiarne i potenti mezzi espressivi di cui essa stessa si forgia, di avere modo di far conoscere questo suo lavoro di ricerca, nel quale posso garantirvi si riscontrano momenti di rara intensità e soprattutto suoni adamantini, corredati da una tecnica ben adatta a queste pagine, e soprattutto a una chiarezza sopraffina, che permettono di gustarsi al meglio questa riscoperta.
Mirco Michelon

Francesco Cilea | |
Complete Art Songs & Piano Works | |
Soprano | Lenny Lorenzani |
Pianoforte | David Boldrini |
Da Vinci Classics |
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!