Alì Babà, la favola di Cherubini per i giovani dell’Accademia
Dopo la pausa estiva il Teatro alla Scala riapre il 1° settembre con Alì Babà di Luigi Cherubini con la direzione di Paolo Carignani, la regia di Liliana Cavani, le scene di Leila Fteita, i costumi di Irene Monti e la coreografia di Emanuela Tagliavia. Lo spettacolo impegna l’Orchestra, il Coro e i solisti dell’Accademia Teatro alla Scala, insieme ai giovani allievi della Scuola di Ballo. Dopo i primi due titoli in lingua tedesca, Die Zauberflöte e Hänsel und Gretel, il progetto di affidare uno spettacolo ogni stagione ai giovani dell’Accademia, facendoli lavorare per un anno con un regista e un direttore di rango, si concentra sugli autori italiani riproponendo l’ultima opera di Luigi Cherubini, che manca dal Piermarini dal 1963. I giovani allievi hanno avuto la possibilità di lavorare per un anno con Liliana Cavani, che torna alla Scala dove ha firmato indimenticate regie di Manon Lescaut, Un ballo in maschera e naturalmente La traviata ma anche del capolavoro di Spontini La vestale, e con Paolo Carignani, direttore che ben conosce i segreti del repertorio italiano. Il risultato di questo periodo di preparazione sarà anche quest’anno uno spettacolo dello stesso livello artistico e impegno produttivo degli altri titoli della Stagione. La strettissima collaborazione fra il Teatro alla Scala e la sua Accademia costituisce un unicum a livello mondiale garantendo agli allievi una continuità tra percorso formativo ed esperienza artistica impossibile altrove. Nella produzione sono impegnati 65 strumentisti, 42 coristi, 14 solisti di canto, 23 allievi della scuola di ballo, e 10 maestri collaboratori, provenienti da 14 nazioni.
Dopo le crisi creative che lo prostrarono alla fine del primo decennio dell’Ottocento, l’ormai naturalizzato francese Cherubini scriveva solo quartetti e pezzi religiosi. Si dice che sia tornato all’opera nel 1833 con Ali Baba ou Les quarante voleurs, a distanza di vent’anni dall’ultima, per riciclare l’opera Koukourgi, un vecchio titolo abbandonato. Non è vero: sono ben pochi i pezzi ripresi. Scelse una fiaba alla ricerca di una semplicità perduta, sulla scia di un temperamento che tendeva a tenere sotto controllo la propria passionalità, in un disincantato distacco emotivo dal mondo. Scritta dopo il Guillaume Tell di Rossini, denigrata da Berlioz, criticata da Mendelssohn, Alì Babà non giungeva tardi nel clima romantico, ma lo avversava in modo polemico, alla ricerca di un perduto equilibrio classico, in seno a un ambiente che andava altrove. Il settantatreenne Cherubini non presenziò alla prima assoluta a Parigi. L’opera non piacque in Francia, né in Italia, ma ebbe ottima diffusione in Germania, dove è molto apprezzata la dottrina compositiva. In effetti siamo di fronte a una partitura di enorme impegno, costruita ed elaborata, massiccia e raffinata insieme, per un soggetto invece disimpegnato, o quanto meno rilassante: la nota fiaba persiana confluita in traduzione araba nelle Mille e una notte, anche se nei manoscritti originali non ne faceva parte. Riletta oggi, Alì Babà colpisce per la centralità del tema del denaro. Alì Babà, di cui Arturo Toscanini ha spesso diretto la Sinfonia, è stata rappresentata al Teatro alla Scala una sola volta nel 1963 con la direzione di Nino Sanzogno e la regia di Virginio Puecher. Cantavano Teresa Stich-Randall, Alfredo Kraus, Vladimiro Ganzarolli e Paolo Montarsolo.
Con Alì Babà si apre la stagione autunnale del Teatro alla Scala, che costituisce una delle principali innovazioni nel calendario proposte negli ultimi anni, con un consistente aumento delle recite d’opera tra settembre e novembre che corrisponde allo sviluppo della città di Milano, sempre più dinamica e affamata di offerta culturale. L’aumento del numero delle rappresentazioni è realizzato grazie ai progetti realizzati con l’Accademia e con il complesso barocco nato in seno all’Orchestra scaligera, che nel 2018 con La finta giardiniera, affronta il suo primo titolo di Mozart. Completano la programmazione un titolo del grande repertorio, che quest’anno sarà una nuova produzione di Ernani, e il titolo contemporaneo, l’attesissima prima mondale di Samuel Beckett: Fin de partie di György Kurtág.
Date:
sabato 1 settembre 2018 ore 20 ~ prima rappr. fuori abbonam.
lunedì 3 settembre 2018 ore 20 ~ turno E
mercoledì 5 settembre 2018 ore 20 ~ turno D
domenica 9 settembre 2018 ore 20 ~ fuori abbonamento
venerdì 14 settembre 2018 ore 20 ~ turno N
lunedì 17 settembre 2018 ore 20 ~ ScalAperta
mercoledì 19 settembre 2018 ore 20 ~ turno C
venerdì 21 settembre 2018 ore 20 ~ turno G LaScalaUNDER30
martedì 25 settembre 2018 ore 20 ~ turno B
giovedì 27 settembre 2018 ore 20 ~ turno A
La locandina
Direttore | Paolo Carignani |
Regia | Liliana Cavani |
Scene | Leila Fteita |
Costumi | Irene Monti |
Coreografia | Emanuela Tagliavia |
Luci | Marco Filibeck |
Personaggi e interpreti: | |
Alì Babà | Alexander Roslavets / Paolo Ingrasciotta |
Delia | Francesca Manzo / Enkeleda Kamani |
Morgiane | Alice Quintavalla / Marika Spadafino |
Nadir | Riccardo Della Sciucca / Hun Kim |
Solisti dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti lirici del Teatro alla Scala | |
Coro e Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala | |
Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala |
Info:
Biglietteria Teatro alla Scala
Tel: 02 72 00 37 44
www.teatroallascala.org
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