Parma: l’Ur-Macbeth fra piogge e nebbie

Onore al Festival Verdi, che da qualche anno è finalmente tale, per la riproposizione del Macbeth 1847 nell’edizione critica di David Lawton, che consente di comprende pienamente il percorso che porterà Verdi alla revisione del 1865, consegnando alla storia un capolavoro di sintesi drammaturgica e musicale.
Certo il Macbeth 1847 presenta elementi di grande interesse, al netto di qualche “leggerezza” e un tributo pagato ancora a Donizetti, primo fra tutti il gusto per la narrazione. Verdi comprenderà poi che l’essenzialità è l’elemento vincente e cogente e asciugherà la partitura portandola ad un’assolta perfezione teatrale prima ancora che musicale.

Nel Dramma scozzese va in scena il non solo il sovvertimento della Natura, intesa come insieme di principi e regole, per mano dell’uomo, ma anche la sostanziale differenza tra immoralità e amoralità.
Il protagonista è immorale in quanto cede al compromesso ma ne soffre, la Lady, della quale non a caso non conosciamo neppure il nome, è del tutto amorale nella sua ricerca tragica e forsennata di un potere fine a se stesso e che non può che portare all’annientamento.
Daniele Abbado comprende bene il senso ultimo della tragedia, soprattutto per quanto attiene alla fragilità dei personaggi che finiscono per essere vittime solo a tratti consapevoli del loro destino.

L’acqua costituisce elemento dominante delle scene, mobili e ferrigne, illuminate benissimo da Angelo Linzalata e sottolinea ulteriormente lo stravolgimento della Natura.
Una nebbia sottile, che richiama l’indeterminatezza spaziale delle brughiere dipinte da Turner, nel nascondere il male lo esalta, così come gli scrosci che non lavano il sangue delle battaglie e dei delitti finiscono per assumere un significato esattamente opposto: l’elemento liquido sembra “battezzare” il male e tentando allo stesso tempo, e inutilmente, di nasconderlo.
La mobilità tragica del destino è sottolineata da un gesto scenico rarefatto, al limite dell’espressionismo, che si apre improvviso in slanci convulsi delle masse; la scena delle apparizioni concepita come una sorta di Freak Show, su movimenti coreografici di Simona Bucci, con tanto di fate rasserenatrici che rimandano direttamente a quelle di William Blake, conferisce piena definizione sia all’elemento sovrannaturale che a quello onirico. La dimensione temporale è sospesa, così come atemporali sono i costumi perfetti di Carla Teti.

Philippe Auguin, alla testa di un’ottima orchestra Filarmonica Arturo Toscanini, dirige seguendo un approccio improntato ad una sorta di condivisibile understatement; le scelte ritmiche vanno nella direzione della morbidezza, sono privilegiati tempi staccati con parsimonia e il legato appare come la cifra dominante. Forse qualche maggior slancio non sarebbe risultato fuori di luogo.
Nel ruolo eponimo Luca Salsi si distingue per la plasticità del fraseggio e l’uniformità di emissione. Il suo Macbeth, fragile e umanissimo, convince anche per la proprietà del gesto scenico.
Anna Pirozzi è Lady di grande carattere, scolpita a tutto tondo, capace di porre la voce al servizio della parola.
Basso grand-seigneur Michele Pertusi disegna un Banco nobilissimo per accenti e colori e Antonio Poli dà voce e corpo ad un Macduff partecipe e dalla linea di canto cristallina; bene anche Matteo Mezzaro, Malcom battagliero.

Spiccano nelle parti di contorno Alexandra Zabala come Dama di Lady Macbeth, Gabriele Ribis nei panni del Medico e Giovanni Bellavia nel triplice ruolo di Sicario, Prima Apparizione e Domestico.
Brava davvero la giovanissima Adelaide Devanari, che canta molto bene la Seconda e la Terza Apparizione.

Molto buona la prova del Coro, ben preparato da Martino Faggiani.

Successo pieno per gli interpreti e qualche sonoro dissenso per la regia.

Alessandro Cammarano
(27 settembre 2018)

La locandina

Direttore Philippe Auguin
Regia Daniele Abbado
Costumi Carla Teti
Luci Angelo Linzalata
Movimenti Coreografici Simona Bucci
Maestro del coro Martino Faggiani
Macbeth Luca Salsi
Lady Macbeth Anna Pirozzi
Banco Michele Pertusi
Macduff Antonio Poli
Malcolm Matteo Mezzaro
Il medico GABRIELE RIBIS
La dama di Lady Macbeth Alexandra Zabala
Sicario, Domestico, Prima Apparizione, Domestico Giovanni Bellavia
Seconda e Terza Apparizione Adelaide Devanari
Filarmonica Arturo Toscanini
Orchestra Giovanile della Via Emilia
Coro del Teatro Regio di Parma

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