Milano: laVerdi ricorda Delman nel venticinquesimo della sua fondazione
Era il 13 novembre 1993 quando l’Orchestra Sinfonica di Milano «G. Verdi» debuttò nella sala Verdi del conservatorio con un programma dedicato a P. I. Čajkovskij ed E. Berlioz.
Sul podio il direttore russo Vladimir Delman.
Erano anni difficili per la cultura musicale milanese e italiana, l’Orchestra Sinfonica e il Coro della RAI di Milano stavano per chiudere i battenti e il progetto di dar vita a una compagine giovanile pareva non solo una follia ma un vero e proprio miraggio.
L’idea nacque in seguito alla realizzazione de Le magnifiche sei, un film sulle sinfonie di Čajkovskij, per la cui realizzazione Delman, assieme a Marcello Abbado, formò tre orchestre provenienti rispettivamente dal conservatorio di Milano, dalla Carnegie Mellon University di Pittsburg e dal conservatorio di Mosca.
Questi video (oggi fortunatamente riversati su DVD) testimoniano non solo la levatura artistica di Vladimir Delman, ma anche la dedizione e la ferma volontà (chiamiamola pure caparbietà) nel voler concretizzare a tutti i costi un progetto in cui sono stati coinvolti giovani provenienti da tre stati diversi.
Da questa importante operazione è stato concepito il progetto di fondare un’orchestra giovanile. «Il nostro obiettivo preciso» dichiara Delman a proposito della nascita dell’orchestra Verdi «è quello di diventare un punto di riferimento per i giovani».
Visonario? Senza dubbio, eppure…
Delman, che ho avuto la fortuna di ascoltare più volte dal vivo (ero appena dodicenne ma il ricordo è rimasto indelebile), entrava in sala con lo sguardo già immerso nella musica, poeta della bacchetta sprigionava un suono intenso, era un demiurgo che estraeva dall’orchestra pianissimi impercepibili, abbandoni trasognati, improvvisi slanci e penetranti istanti drammatici.
Uomo esigentissimo, prima di tutto con se stesso, aveva una visione drammaturgica della musica, ciò lo portava a uno scavo interpretativo molto personale della partitura di cui non solo conosceva ogni singola nota e indicazione espressiva ma scavava in profondità per andare oltre il segno grafico. Insomma, Delman faceva musica. Certo, le sue prove potevano risultare estenuanti, soprattutto quando si impuntava su alcuni passi, ma i risultati erano sempre sorprendenti.
A venticinque anni dal suo esordio LaVerdi festeggia riproponendo l’integrale delle Magnifiche sei sinfonie di Čajkovskij. Sul podio Claus Peter Flor la cui bacchetta, scevra da abbandoni poetici, mira più all’effetto a scapito dei contenuti drammatici e spirituali della poetica del compositore russo. Il concerto inaugurale, che prevedeva la seconda e la quarta sinfonia di Čajkovskij, si è concluso con un discorso commemorativo da parte del direttore artistico Ruben Jais.
Numerosissimo, l’affezionato pubblico della Verdi ha omaggiato la venticinquenne orchestra con caloroso affetto.
Per chi volesse approfondire la figura del maestro Delman consiglio la monografia «Vladimir Delman… con il cuore in gola» di Nicola Pirrone (Pendragon, 2017).
Gian Francesco Amoroso
(13 novembre 2018)
La locandina
Direttore | Claus Peter Flor |
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi | |
Programma: | |
Petr Il’ič Čajkovskij | |
Sinfonia n. 2 in Do minore op. 17 “Piccola Russia” | |
Sinfonia n. 4 in Fa minore op. 36 |
Condividi questo articolo