Milano: Vivaldi e Mozart incantano la Scala
L’albero in piazza Duomo, le caleidoscopiche luminarie della Rinascente, la folla che ammira i scintillanti addobbi della Galleria Vittorio Emanuele sono preludio di bellezza a chi si reca al Teatro alla Scala per il tradizionale concerto natalizio.
Quest’anno il podio scaligero è stato affidato a Diego Fasolis, eccellenza del repertorio barocco, che ha proposto un programma incentrato su alcune pagine sacre di Antonio Vivaldi e Wolfgang Amadeus Mozart. Due autori apparentemente lontani ma che in realtà si sono passati il testimone di quello stile, così detto phantasticus, che fa delle loro opere una sorprendente rivelazione.
È il caso del Concerto in sol min. RV 157, severo nella struttura ma fantasioso nell’invenzione, ma ancor più imprevedibile è stato il mottetto O qui coeli terraeque serenitatis in mi bemolle magg. per soprano, archi e basso continuo RV 631. L’impervia scrittura espressiva e al contempo virtuosistica di questa pagina – pressoché sconosciuta – è stata risolta magistralmente dal soprano Rosa Feola, la quale ha dimostrato non solo di possedere una tecnica solida e alquanto duttile, ma anche un gusto artistico intelligente e musicale. La Feola, che ha affrontato per la prima volta questo repertorio, ha saputo rendere intensi anche i passi più virtuosistici, incantando il pubblico della Scala.
Termina la parte vivaldiana il Magnificat ossecensis RV 610 per soli, coro e orchestra in cui Fasolis ha plasmato le maestranze scaligere, avvezze a ben altre prassi, ottenendo accenti e dinamiche conformi a un’estetica barocca. Ottimi gli interventi dei solisti Rosa Feola, Anna Doris Capitelli (solista dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala), Elisabeth Kulman, Mauro Peter e Gianluca Buratto.
Se in Vivaldi Fasolis ha mantenuto una certa linea esecutiva piuttosto stilizzata, in Mozart ha sciolto le redini ricercando netti contrasti fra i numerosi episodi tematici che compongono la monumentale Messa in do magg. K 317 – Krönungsmesse. Un Mozart inaspettato quello di Fasolis, piuttosto esuberante e al contempo intenso soprattutto nella mirabile pagina dell’Agnus Dei, complice un’ispiratissima Rosa Feola.
Ultimo brano in programma l’immortale Ave verum corpus K 618 in cui il genio di Salisburgo riassume in poche battute il mistero della nascita, morte e resurrezione di Cristo, facendoci credere per un breve istante di essere stati al cospetto del sublime.
Meritati e generosi applausi a Bruno Casoni che, come sempre, ha istruito sapientemente il Coro, a Diego Fasolis e a tutto il cast.
Pubblico festoso per un concerto che si è concluso con un bis natalizio: il celebre canto austriaco Stille nacht che quest’anno compie duecento anni.
All’uscita, mentre il pubblico si disperdeva per le vie del centro, il calore del Natale pareva stemperare il freddo inverno milanese.
Gian Francesco Amoroso
(22 dicembre 2018)
La locandina
Direttore | Diego Fasolis |
Maestro del Coro | Bruno Casoni |
Soprano | Rosa Feola |
Soprano | Anna-Doris Capitelli * |
Mezzosoprano | Elisabeth Kulman |
Tenore | Mauro Peter |
Basso | Gianluca Buratto |
Programma | |
Antonio Vivaldi | Concerto in sol min. RV 157 |
O qui Coeli terraeque serenitas RV 631 | |
Magnificat ossecensis RV 610 | |
Wolfgang Amadeus Mozart | Missa in do magg. K 317 (Krönungsmesse) |
Ave Verum corpus | |
Orchestra e Coro del teatro alla Scala |
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