Milano: un bon-bon di Schiaccianoci inaugura la stagione di balletto della Scala
Non c’è Natale senza la Prima della Scala – recita una pubblicità nella stazione della metro milanese di Duomo – come del resto non c’è Natale senza Lo Schiaccianoci.
Sarà che la vicenda è ambientata proprio il 24 dicembre, saranno le atmosfere oniriche e festose che ci ricordano come in fondo in fondo restiamo tutti un po’ bambini, sarà che i piccoli danzatori in scena portano allegria e serenità al solo sguardo, ma Lo Schiaccianoci è il grande classico dicembrino dei teatri di tutto il mondo.
E che Schiaccianoci! Uno dei balletti più celebri del repertorio, terzo titolo čajkovskiano per eccellenza (insieme alla Bella addormentata e al Lago dei cigni), originariamente coreografato dal mitico duo Marius Petipa – Lev Ivanov, viene proposto quest’anno dal Teatro alla Scala come titolo di apertura della Stagione di Balletto 2018-2019 in un nuovo allestimento straordinariamente firmato nelle scene e nei costumi da Margherita Palli, al suo debutto ufficiale in ambito tersicoreo, per la storica coreografia del 1954 di George Balanchine – George Balanchine’s The Nutcracker® – mai rappresentata in Italia e qui ripresa da Sandra Jennings.
La versione balanchiniana in due atti, quattro scene e un prologo, nata nella metà del secolo scorso per il New York City Ballet, si rifà all’originale fiaba tedesca di E. T. A. Hoffmann Schiaccianoci e il re dei topi e riprende la lezione tradizionale di Petipa-Ivanov con alcune rielaborazioni: prima fra tutte l’anticipazione della variazione della Fata Confetto all’inizio del II atto, quasi in accordo con la Suite da concerto che gli States conoscevano bene; poi l’introduzione di una seconda Prima Ballerina ad interpretare il virtuosistico personaggio della Goccia di Rugiada nel Valzer dei Fiori; il tutto condito da una fantasiosa nomenclatura delle tradizionali danze esotiche che rafforzano l’ambientazione nel Regno dei Dolci: la Danza Spagnola diventa così La Cioccolata calda, quella Araba Il Caffé, la Cinese Il Tè, la Russa I Bastoncini di zucchero, la Pastorale diviene la danza delle Pastorelle di marzapane, mentre conclude il quadro dei Divertissement un tripudio di otto piccoli Pulcinella capitanato da una improbabile quanto monumentale Mamma Zenzero.
La trama è quella nazional popolare, che vede la piccola Marie (conosciuta anche con il nome di Clara) passare dalla fanciullezza dei balocchi all’adolescenza delle prime infatuazioni, compiendo una sorta di viaggio iniziatico a metà tra il sogno e la realtà, con una buona dose di magia illusionistica. Ed è così che a casa Stahlbaum Beatrice Carbone e Alessandro Grillo, che impersonano i padroni di casa, con i figlioletti Giulia Consumi in Marie e Amos Halilovic in Fritz, accolgono nei loro vestiti sgargianti gli ospiti giunti per festeggiare la Vigilia di Natale come nelle migliori tradizioni europee ma anche nord americane, con tanto di albero luccicante, doni a profusione e bambini scatenati.
Protagonisti della scena i giovani interpreti della Scuola di ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala, professionali, divertenti e partecipi, così come il teatralissimo Drosselmeier di Mick Zeni, che introduce a Marie il nipote/Schiaccianoci Leonardo Baghin.
Prologo e I atto passano quindi come una grande pantomima dal sapore squisitamente retrò, con alcune chicche regalate dalla danza delle bambole meccaniche interpretata da Vittoria Valerio (Colombina) e Paola Giovenzana (Arlecchino), dalla performance del Soldatino di Valerio Lunadei e dal combattimento contro l’agilissimo Re dei Topi Samuele Berbenni e il suo esercito di ratti un po’ punk, senza dimenticare il coup de théâtre dell’albero di Natale che si ingrandisce a dismisura misurando in altezza l’intero boccascena. Apoteosi finale con i Fiocchi di Neve magistralmente interpretati dal Corpo di ballo scaligero.
E se fin qui l’allestimento della Palli si è rivelato elegante e colorato, sottolineato dalle suggestive luci di Marco Filibeck, scene e costumi diventano superlativi nel II atto, quando Marie e il Principe Schiaccianoci fanno il loro ingresso nel Regno dei Dolci, che ricorda tanto una pasticceria viennese quanto una drogheria milanese d’inizio Novecento o un caffè parigino della Belle Époque. Dalla cassata siciliana, alla cioccolata con panna, dal tè alla pasticceria americana, tutto rimanda dall’Europa agli Stati Uniti e viceversa. La Russia che guarda all’America e ritorno, in pieno stile Balanchine.
Sul fronte prettamente ballettistico l’Orchestra scaligera guidata dall’esperta bacchetta di Michail Jurowski – e arricchita dall’intervento del Coro di Voci bianche dell’Accademia – ha accompagnato correttamente un’ottima esecuzione da parte di tutti gli interpreti, dal Corpo di ballo ai solisti Francesca Podini e Massimo Garon nella Cioccolata, Maria Celeste Losa nel Caffè, Andrea Crescenzi nel Tè, ancora Vittoria Valerio nella Pastorella di marzapane, con una nota di particolare rilievo per Nicola Del Freo nella quasi circense danza del Bastoncino di zucchero e Martina Arduino nella tecnica e a tratti vorticosa Goccia di Rugiada. Simpaticissima e riuscitissima l’interpretazione di Samuele Berbenni, che nel II atto sale sui trampoli e veste un imponente costume-cupola per Mamma Zenzero, capace di contenere ben otto piccoli interpreti.
Infine, il duo Nicoletta Manni – Fata Confetto e Timofej Andrijashenko – Cavaliere si conferma affiatato, vincente e sicuro nella tecnica classica, soprattutto considerato il pas de deux decisamente impegnativo che perdona alcune piccolissime incertezze nelle prese e un’interpretazione un poco fredda per entrambi, ma che evidenzia un esemplare equilibrio della Manni, solidamente in punta anche sopra un tapis roulant, e una spiccata agilità di Andrijashenko nel salto e nel giro espressa soprattutto nella coda finale.
La conclusione del balletto, con i due piccoli protagonisti che s’involano verso il ritorno all’età adulta sopra una significativa slitta volante tra i saluti generali, non può che richiamare applausi e ovazioni per tutti, a conferma di una serata piacevole e spensierata all’insegna della più dolce e calorosa tradizione delle festività natalizie.
Tania Cefis
(20 dicembre 2018)
La locandina
Direttore | Michail Jurowski |
Coreografia | George Balanchine |
© The George Balanchine Trust | |
Ripresa da | Sandra Jennings |
Scene e costumi | Margherita Palli |
Luci | Marco Filibeck |
Il cavaliere | Timofej Andrijashenko |
Goccia di Rugiada | Martina Arduino |
La Signora e il Dottor Stahlbaum | Beatrice Carbone, Alessandro Grillo |
Marie | Giulia Consumi |
Fritz | Amos Halilovic |
Il Signor Drosselmeier | Mick Zeni |
Il nipote (il Principe /lo Schiaccianoci) | Leonardo Baghin |
Arlecchino | Paola Giovenzana |
Colombina | Vittoria Valerio |
Soldatino | Valerio Lunadei |
Il Re dei Topi | Samuele Berbenni |
La Cioccolata calda | Francesca Podini, Massimo Garon |
Il Caffè | Maria Celeste Losa |
Il Tè | Andrea Crescenzi |
Il Bastoncino di zucchero | Nicola Del Freo |
La Pastorella di marzapane | Vittoria Valerio |
Mamma Zenzero | Samuele Berbenni |
Orchestra del Teatro alla Scala |
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