Torino: il Trio Wanderer all’Unione Musicale
«Quello che conta è il percorso del viaggio e non l’arrivo» affermava Thomas Stearns Eliot, poeta americano Nobel per la letteratura.
Condivide questa visione il Trio Wanderer, che ha scelto il “viaggio” come emblema: quello interiore, che lo lega strettamente a Schubert e al Romanticismo tedesco, e quello aperto e curioso, che lo porta a esplorare il repertorio da Haydn alla musica dei nostri giorni.
«Il termine “Wanderer” (viandante) – ha dichiarato il pianista del Trio, Vincent Coq – nel Romanticismo tedesco si riferisce a un giovane che lascia la sua casa alla scoperta del mondo e che fa una sorta di viaggio iniziatico. Il vagabondaggio non ha un obiettivo definito: prevale l’idea che siamo sempre in cammino. […] Similmente il nostro Trio non ha una meta specifica. Ogni volta scopriamo altre cose e facciamo altri esperimenti, incontriamo nuovi musicisti e c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. L’importante è dire: non siamo mai arrivati!».
Considerato una delle migliori formazioni da camera al mondo, il Trio Wanderer basa la propria carriera trentennale – coronata nel 2015 dal titolo di Chevalier de l’Ordre des Artres et des Lettres – su una complicità profonda e spontanea, ai limiti della telepatia.
Per il suo debutto a Torino (mercoledì 16 gennaio 2019, Conservatorio – ore 21) nella stagione dell’Unione Musicale il Trio Wanderer ha scelto un programma vario e raffinato.
«Spesso – spiega Vincent Coq – proponiamo programmi che abbinano musiche molto note e brani che potrebbero suonare nuovi per il pubblico. Il Trio op. 99 di Schubert è un gioiello oltre che uno dei nostri brani preferiti. Le pagine di Bloch e Saint-Saëns sono invece di più raro ascolto, tuttavia i Tre notturni di Bloch sono una bellissima pagina dal carattere sognante e il Secondo trio di Saint-Saëns è un capolavoro molto coinvolgente, virtuosistico e pieno di inventiva».
La serata si aprirà dunque con il Trio in si bemolle op. 99, primo dei due Trii dedicati da Franz Schubert alla formazione violino, violoncello e pianoforte. Composto nel 1827, il penultimo anno di vita, il Trio op. 99 mostra un autore che già da anni ha definito una propria poetica e un proprio linguaggio espressivo originali e diversi rispetto ai canoni del Classicismo di Haydn, Mozart e Beethoven. Il Trio fu ascoltato da Schubert solo in una esecuzione privata, avvenuta il 28 gennaio 1828, e poi subì una immediata eclissi per poi essere pubblicato postumo soltanto nel 1836. Robert Schumann ne scrisse una recensione sulla “Neue Zeitschrift für Musik”, utilizzando parole destinate a diventare celebri: «Uno sguardo al Trio in si bemolle maggiore op. 99 di Schubert e tutte le angosce della nostra condizione umana scompaiono, e tutto il mondo è di nuovo pieno di freschezza e di luce. […]il Trio in si bemolle è passivo, femminile, lirico […]».
Seguiranno i Three Nocturnes di Ernest Bloch, scritti nel 1924 prima del trasferimento del compositore svizzero a San Francisco. Priva di significati programmatici particolari, la pagina è caratterizzata da temi incantevoli, lirici e irrequieti. Il Primo Notturno evidenzia le tendenze impressioniste di Bloch con scale esotiche e sonorità eteree; il Secondo è una splendida ninna nanna dal sapore popolare; il Terzo è una pagina viva, vibrante, percorsa da trasalimenti e da accenti selvaggi tipici di tanta sua musica da camera.
Per concludere, il Trio Wanderer proporrà il Trio n. 2 in mi minore op. 92 di Saint-Saëns, autore che deve la sua attuale notorietà essenzialmente a brani come Il carnevale degli animali e la Danza Macabra, anche se affrontò praticamente tutti i generi musicali.
In ambito cameristico, la produzione di Saint-Saëns comprende una quarantina di composizioni, in gran parte poco note, fra le quali si annoverano due Trii con pianoforte. Il Trio op. 92, composto nel 1892, è un lavoro molto complesso, caratterizzato da una notevole tensione emotiva, accostabile per ispirazione al nostalgico Brahms della maturità, anche se non mancano in questa pagina riferimenti ad altri grandi autori del passato più remoto.
L’intervista rilasciata in esclusiva dal Trio Wanderer per l’Unione Musicale può essere letta QUI
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