Palazzetto Bru Zane “Febbre e delirio”
Venezia, 21 aprile 2015
Probabilmente alcuni potrebbero storcere il naso alla definizione di “Beethoven francese” che, a lui vivente, fu destinata a George Onslow. Il compositore francese forse non possiede la dirompente carica creativa del ben più celebre, e non per caso, collega tedesco, e tuttavia con lui condivide la capacità non comune di sovvertire le regole codificate in una sorta di sfida con gli assunti essenziali della forma sonata e della partizione dei temi.
Operista sfortunato,il suo Henri VIII fu un fiasco colossale, Onslow si dimostra camerista raffinato, componendo dapprima per quartetto d’archi avventurandosi poi in lavori concepiti per compagini menousuali e sempre ricche di fascino.
La sua avversione per la popolarità dell’opera, il suo guardare all’area germanica, unasorta di elitario o di fondo dato dalla sua agiatezza economica ne fanno un compositore di nicchiaed al contempo una figura di riferimento, ancorché dimenticata, nel panorama della musica da camera non solo nel contesto del Romanticismo francese, ma più in generale di quello europeo.
Nell’ambito del Festival a lui dedicato dal Palazzetto Bru Zane appare esemplare il concerto offerto dal Quatuor Ardeo, dal titolo Febbre e delirio, il cui programma si e articolato in due delle opere più significative di Onslow: il Quartetto per archi in do maggiore op. 64 ed il Quintetto con contrabbasso n. 15 in do minore “de la balle” op. 38.
Ciò che maggiormente spicca nell’op.64, a proposito del sovvertimento, o meglio della parziale osservanza delle regole, è il primo movimento: un Lento assai seguito da un Allegro animato, che nel corso degli undici minuti della sua durata sviluppa un tema unico al posto dei consueti due, il tutto senza mai perdere il filo di una narrazione melodica che si anima di molteplici variazioni ritmiche e contrappuntistiche. Gli altri movimenti, soprattutto l’ Allegro energico che precede il Finale, vivono di una mercurialità quasi spensierata e tuttavia mai fine a se stessa.
Per il quintetto “de la balle” si potrebbe legittimamente di una composizione a programma, nata a descrivere ed elaborare le conseguenze quasi mortali di un incidente di caccia occorso al compositore.
Tranne l’Allegro iniziale, nel quale è percepibile la drammaticità della ferita causata dalla pallottola, tutti gli altri movimenti portano un titolo esemplificativo: Dolore, un Presto nel qualele fitte lancinanti assumono una drammatica fisicità, Febbre e delirio, nel quale l’alternanza tramaggiore e minore richiama brividi e dormiveglia agitati. Gli ultimi duemovimenti portano alla felice risoluzione dell’avventura: l’ Andante sostenuto della Convalescenza e l’ Allegro finale della Guarigione.
Straordinario l’impiego del contrabbasso, che svolge la parte di un io narrante, talora in contrasto con l’irruenza del violinoprimo.
Il Quartetto Ardeo, con l’aggiunta di Yann Dubost al contrabbasso, dà ancora una volta ottima prova di vigore interpretativo unito ad una grande compostezza del suono. Le quattro signore dell’ Ardeo, e sopratutto le violiniste Mi-Sa Yang e Carole Petitdemange, suonano con un trasporto ed una tensione emotiva che non conosce cedimenti.
Successo pieno e meritatissimo.
Alessandro Cammarano
La locandina
Quatuor Ardeo | |
Violini | Mi-Sa Yang |
Carole Petitdemange | |
Viola | Noriko Inoue |
Violoncello | Joëlle Martinez |
Contrabbasso | Yann Dubost |
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