Venezia: un Werther in flash-back

Il giovane eroe eponimo accasciato su una poltrona al proscenio, in pugno la pistola con la quale a breve porrà fine ad una vita che gli è diventata insostenibile; così si apre il Werther nel bell’allestimento firmato da Rosetta Cucchi.

Il resto è un lungo cammino a ritroso, a ripercorrere l’amore per e di Charlotte, agognato e negato, fuori dagli schemi sociali e dalle convenzioni, libero come la Natura eppure come essa violentato.
Werther è innamorato dell’Amore stesso, linfa e veleno dell’esistenza, sempre in bilico tra razionalità e trasporto ma allo stesso tempo incapace di compromessi e alla cui negazione non è dato sopravvivere.

La Cucchi, complici le scene agili di Tiziano Santi, capaci di creare ombre e trasparenze grazie anche al sapiente disegno di luci di Daniele Naldi, sottolinea il bisogno di legami familiari, di paternità, in sintesi di una vita il più possibile “normale” che il giovane poeta, illuminista e romantico insieme, traduttore di Ossian, ricerca per non trovare.

Sullo sfondo i due tigli, o meglio i loro tronchi nudi, sotto i quali Werther chiederà, morente, di essere sepolto.

La casa – vero Leitmotiv – intesa come focolare, animata di bimbi, è il fulcro della narrazione che si dipana in più di una stagione, col tempo che si dilata, come sottolineano anche gli efficaci costumi di Claudia Pernigotti, che abbracciano epoche differenti.

Werther rivede ciò che è stato e quel che avrebbe potuto essere, la realtà nei ricordi, le speranze, attraverso due mimi – il suo doppio e quello di Charlotte – che si sposano, hanno un figlio e invecchiano insieme. Ombre.

La vita scorre a prescindere dai desideri del protagonista, fino a soverchiarlo, travolgendo anche Charlotte, costretta dalle convenzioni sociali cui sottrarsi è impossibile, ad una vita d’infelicità.

La narrazione è fluida e coerente, senza sbavature, priva di qualsiasi concessione al calligrafismo; Rosetta Cucchi pone in luce l’isolamento della coppia degli innamorati ma ne cura minuziosamente l’interazione con gli altri attori del dramma.

La direzione di Guillaume Tourniaire, complice un’Orchestra ispirata, è turgida, sensuale, oculatamente bilanciata nei tempi, prodiga nella varietà dinamica, capace di respirare con il palcoscenico.

Nel rôle-titre trionfa Jean-François Borras, giunto all’ultimo minuto a sostituire l’indisposto Piero Pretti. Veterano del personaggio, nonostante la giovane età, Borras si cala perfettamente nell’atmosfera della produzione, disegnando un Werther disperatamente attaccato alla vita eppure pervaso costantemente da una malinconia presaga del futuro, il tutto con una voce ampia e capace di plasmarsi in stranianti mezzevoci e messa a servizio di un fraseggio appassionato.

Sonia Ganassi dal canto suo dà vita ad una Charlotte cesellata negli accenti, forte di una linea di canto sempre ben calibrata, attenta a non cadere nella tentazione di esteriorizzare eccessivamente il personaggio.

Sotto il minimo sindacale, invece, l’Albert incerto nell’intonazione e costantemente querulo di Simon Schnorr.

Pauline Rouillard delinea con intelligenza il passaggio di Sophie da adolescente a donna, pur senza perdere l’impulsività che la caratterizza; la voce corre sicura e la recitazione è convincete.

Molto buone le prove di Cristian Collia – Schmidt – e di William Corrò – Johann –, mentre meno incisivo risulta Armando Gabba come Bailli.

Corretti il Brühlmann di Safa Korkmaz e la Käthchen di Simona Forni.

Un applauso complessivo per lo stuolo degli altri figli del Bailli, ovvero Tommaso Dall’Ava (Hans) Elisa Casadei (Gretel), Umberto Lisiola (Karl), Chiara Cattelan (Clara), Matteo Crudu (Max), Marco Cattelan (Fritz) e dei loro amici Anastasia Bregantin, Alessandra Mauro, Anna Scarpa e Marta Susanetti, tutti componenti del Kolbe Children’s Choir diretto da Alessandro Toffolo.

Successo meritato per tutti, con ovazioni per Borras e Ganassi.

Alessandro Cammarano
(25 gennaio 2019)

La locandina

Direttore Guillaume Tourniaire
Regia Rosetta Cucchi
Scene Tiziano Santi
Costumi Claudia Pernigotti
Luci Daniele Naldi
Werther Jean-François Borras
Charlotte Sonia Ganassi
Albert Simon Schnorr
Le Bailli Armando Gabba
Schmidt Cristian Collia
Johann William Corrò
Sophie Pauline Rouillard
Brühlmann Safa Korkmaz
Käthchen Simona Forni
Hans Tommaso Dall’Ava
Gretel Elisa Casadei
Karl Umberto Lisiola
Clara Chiara Cattelan
Max Matteo Crudu
Fritz Marco Cattelan
Gli amici Anastasia Bregantin, Alessandra Mauro, Anna Scarpa, Marta Susanetti
Orchestra del Teatro La Fenice
Kolbe Children’s Choir
Maestro del Coro Alessandro Toffolo

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.