Milano: il Bruckner “positivo” di Albrecht
L’ascetica spiritualità che emerge dalle opere sinfoniche di Anton Bruckner, dove l’assoluto non è solo ricerca interiore ma anche affermazione dello stato dell’essere, affonda le sue radici nell’infanzia dell’autore.
Avuti i primi rudimenti musicali dal padre che oltre a svolgere la professione di insegnante era sacrestano e organista della chiesa di Ansfelden, località situata nell’alta Austria, il giovane Anton dimostrò presto una certa inclinazione per la musica sacra, genere che occuperà gran parte della sua produzione musicale.
Fra le numerose pagine d’ispirazione religiosa il Te Deum per coro, solisti e orchestra è forse l’opera sacra più famosa ed eseguita.
A cinquantasette anni Bruckner accantonò la Sinfonia n. 6 per dedicarsi alla stesura del Te Deum. Nonostante l’avesse concepito come pezzo indipendente, negli ultimi mesi di vita Bruckner, consapevole di non avere il tempo necessario per concludere la Sinfonia n. 9, ipotizzò di inserire proprio il Te Deum come movimento finale del lavoro incompiuto.
Tale doveva essere il programma del quarto concerto della Stagione Sinfonica 2018-2019 del Teatro alla Scala, originariamente sotto l’autorevole bacchetta di Christoph von Dohnányi, il quale ha ceduto il passo al tedesco Marc Albrecht che alla Nona Sinfonia ha preferito la Quarta.
Albrecht affronta il Te Deum con particolare enfasi, affermando e sottolineando la positività che pervade questa pagina monumentale. Ottimi gli interventi del soprano Tamara Wilson e del mezzosoprano Judit Kutasi, non sempre a fuoco il basso Sebastian Pilgrim, meno a suo agio in questa scrittura il tenore Peter Sonn che nella precedente Creazione di Haydn aveva dato prova maiuscola.
Straordinario il coro della Scala al completo, diretto dal sapiente maestro Casoni.
Della Quarta Sinfonia, che l’autore amò definire ‘Romantica’, Albrecht sceglie la versione 1878/1880, è noto infatti che la gestazione di questa celebre pagina fu abbastanza travagliata.
Particolarmente attento alla forma, Albrecht delinea con chiarezza l’articolazione strutturale di ogni movimento, ottenendo buoni equilibri sonori fra le diverse sezioni dell’orchestra, talora a scapito di una lettura più introspettiva e spirituale.
Dal suo gesto, piuttosto lineare, scaturisce un primo movimento assai risoluto e un terzo piuttosto vigoroso, più contenuto il secondo mentre l’ultimo -nella sua sfaccettata tematicità- è stato gestito con molta nitidezza.
L’orchestra della Scala, disposta alla tedesca, ha risposto positivamente suscitando positivi consensi da parte del pubblico che gremiva la sala.
Gian Francesco Amoroso
(13 febbraio 2019)
La locandina
Direttore | Marc Albrecht |
Soprano | Tamara Wilson |
Mezzosoprano | Judit Kutasi |
Tenore | Peter Sonn, |
Basso | Sebastian Pilgrim |
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala | |
Maestro del Coro | Bruno Casoni |
Programma: | |
Anton Bruckner | |
Te Deum in do magg. | |
Sinfonia n. 4 in mi bem. magg. (versione 1878/80) |
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