A Parigi una Lucia esaltante in forma di concerto con protagonista Jessica Pratt
Debutto parigino al Theatre des Champs Elysées il 12 settembre 2017 per Jessica Pratt nella Lucia di Lammermoor di Donizetti, ruolo che più le si congegna per dimostrate le sue qualità vocali e di interprete. Data in forma di concerto con la direzione di Roberto Abbado a guida dell’Orchestre National d’Ile-de-France, la performance si inseriva nel panorama degli omaggi ai 40 anni dalla scomparsa di Maria Callas avvenuta il 15 settembre del 1977. L’ evento costituiva l’appuntamento inaugurale della rassegna Le Grandes Voix, promossa dal direttore artistico Frederique Gerbelle, un progetto che può contare su prestigiosi interpreti della musica classica con l’intenzione di far accostare un pubblico più eterogeneo possibile ai vari generi di essa e dell’opera divulgata in forma di concerto.
Poteva dimostrarsi una operazione molto rischiosa e presuntuosa, quella di confrontarsi con il nome della Callas che, a ragione, è diventato un mito nella Lirica se si tiene conto dei fanatici “callasiani” che si inalberano appena qualche artista osi invadere il campo che dominava la “Divina”. Ma non si è corso questo rischio in quanto Jessica Pratt si è tenuta nell’ambito che più le si adatta. Ha fatto rivivere la sua Lucia Ashton facendo emergere tutte le sfumature di un amore nostalgico e melanconico, travolto dalla passione e dalla pazzia, accentuando l’alternanza dei diversi stati d’ animo presenti nei vaneggiamenti della scena della ” pazzia”: non solo acuti fine a se stessi, ma una voce pura e cristallina che diveniva strumento dialogante con l’ orchestra e eco di essa. Questa alternanza di stati d’animo è stata espressa da una linea di canto che è stata in grado di esprimere tensione emotiva come nella sortita ” Regnava del silenzio” e nelle scene di assieme delle parti (Sestetto). È compito della voce rendere la drammaticità della vicenda, brava è stata la Pratt a lavorare su questa corda interpretativa, senza essere tentata di farsi prendete la mano da agilità e variazioni fine a se stesse. Gli entusiastici e calorosi applausi e le ovazioni del pubblico che ha fatto registrate il tutto esaurito, hanno accolto il cast alla ribalta e sancito la bravura di tutti gli artisti della compagnia di canto che hanno dimostrato grande capacità nei loro ruoli, un pubblico che all’inizio aveva mostrato un atteggiamento di misurata prudenza. Degno interprete accanto alla Pratt, si è dimostrato il tenore Paolo Fanale, bella voce armonica ed estesa che senza sforzi ha dominato la parte di Edgardo. Superba è stata l’interpretazione di Riccardo Zanellato, autotevole Raimondo Bidebent, educatore e partecipe confidente delle angosce di Lucia, sostituzione all’ ultimo momento in un cast già precedentemente annunciato. Così come Luca Salsi, Enrico Ashton, trovato però un po’a disagio in un ruolo vocale a lui forse non troppo congeniale. Bravi le parti di comprimario, Normanno e Arturo, affidate a Kevin Amiel e Xavier Anduaga, più che comparsa l’Alisa di Valentine Lemercier. La resa dell’orchestra si è dimostrata dignitosa ma non esaltante, nonostante la professionalità e buona volontà di Roberto Abbado nel concertare una compagine forse abituata ad altre sonorità, così come il coro Ensemble Lyrique Champagne Ardenne, diretto da Sandrine Lebec, in uno spazio teatrale che sembra non facilitare l’espansione del suono verso la platea. L’ esito dell’evento può far ben sperare per una presenza autorevole della Pratt nel maggior teatro di Francia come punto fermo per l’interpretazione dell’arte del Belcanto.
Federica Fanizza
(Parigi, 12 settembre 2017)
La locandina
Lucia | Jessica Pratt |
Edgardo | Paolo Fanale |
Enrico | Luca Salsi |
Raimondo | Riccardo Zanellato |
Arturo | Xabier Anduaga |
Alisa | Valentine Lemercier |
Normanno | Kévin Amiel |
Direttore | Roberto Abbado |
Orchestre National d’Ile-de-France | |
Ensemble Lyrique Champagne-Ardenne | |
Maestro del Coro | Sandrine Lebec |
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!