Agrigento: Fabio Concato menestrello jazz
Sabato 10 dicembre il Teatro Pirandello di Agrigento ha ospitato una delle ultime tappe del tour Musico Ambulante 2022 del cantautore italiano Fabio Concato, tra le voci più belle e inossidabili del panorama musicale italiano da quasi cinquant’anni, una certezza della nostra musica d’autore e di tutta la scena musicale italiana. Il teatro, gioiello di architettura e decorazioni in stile neoclassico, ha registrato il sold-out per i suoi 582 posti. Un debutto atteso per un teatro attivissimo come il Pirandello, che merita una programmazione musicale di questi livelli e che meriterebbe anche uno spazio per una programmazione lirico-sinfonica di tutto rispetto (che manca ma che si auspica fortemente). Il Teatro Pirandello dà il meglio di sé in organizzazione ma anche in eleganza e garbatezza. Una realtà di cui andare fieri; quella stessa fierezza mostrata in bella vista nello splendido sipario che riproduce l’originale (ma ormai perduto) affresco La vittoria di Esseneto ai giochi di Elea del pittore messinese Luigi Queriau. Un contesto di grande bellezza che non è sfuggito neppure al cantautore: “Che meraviglia, io faccio questa professione da 45 anni, ma non mi era mai successo di venire qui, quindi sono, no felice, di più!” – ha infatti detto Fabio Concato ad apertura del concerto – “È un posto meraviglioso, che ispira; per fortuna qualcuno nel 1994 si è preoccupato di ristrutturarlo”.
Sul palco, insieme a lui, i suoi straordinari musicisti: Ornella D’Urbano (arrangiamenti, piano e tastiere), Gabriele Palazzi Rossi (batteria), Stefano Casali (basso) e Larry Tomassini (chitarre) che lo hanno accompagnato nelle due ore di concerto. Un emozionante viaggio immaginario tra le pieghe della sua carriera dal 1977 ad oggi, attraverso i grandi successi (Domenica bestiale, Fiore di maggio, Guido piano, Rosalina, Sexi tango, Gigi) e passando anche tra tanti altri brani del suo immenso repertorio fino ai singoli tratti da Tutto qua, l’ultimo album di inediti registrato in studio uscito nel 2012 (Stazione Nord, Non smetto di aspettarti). Brani che narrano amori, mancanze, separazioni e speranze, piccole grandi storie della quotidianità, secondo una lettura intima e molto personale, che sono entrati nella storia della musica italiana e che oggi non mostrano affatto i segni del tempo, anzi, rinnovati negli arrangiamenti e arricchiti da atmosfere musicali inedite continuano a cristallizzarsi nell’immaginario collettivo.
Concato, voce garbata e nostalgica che nulla ha perso del tratto originale ed immediatamente riconoscibile che lo ha sempre contraddistinto, prosegue deciso un percorso lontano dalle omologazioni e dalle logiche commerciali, fatto di arte sobria e ripagato legittimamente dal consenso dei fedelissimi appassionati, ma anche da quella parte di nuove generazioni sensibili capaci di scoprirne la profonda delicatezza.
Le armonie, per nulla banali e in stretto sincretismo con il mondo del jazz, fanno da cuscino alla sua raffinata vena poetica, alle parole cariche di nostalgia, di ricordi, di rivelazioni e confessioni malinconiche accennate, momenti di genuina allegria alterni a momenti di tenerezza. È il mondo di Concato, del suo enorme diario della memoria, delle sue canzoni; un autore elegante e autoironico che conserva un universo poetico e musicale complesso e raffinato e che sabato sera ha fatto breccia nel cuore sensibile del pubblico agrigentino trasportato in un viaggio affascinante e spesso commovente. Un pubblico composto e incantato che però non si è tirato indietro agli stimoli del cantautore che si è prestato spontaneamente a continue interazioni con la platea, dove non sono mancate anche frequenti incursioni. Al termine del concerto lunghi applausi e standing ovation per una serata di emozioni e magia.
Giuseppe Migliore
(10 dicembre 2022)
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