Alessandro Curri fa rivivere la musica di Ettore Bonelli

Il violinista e violista Alessandro Curri riporta alla luce l’opera del nonno Ettore Bonelli, conosciuto essenzialmente per l’attività concertistica e didattica – resse la cattedra di violino al conservatorio di Venezia – ma quasi per nulla nel suo aspetto di compositore a centovent’anni dalla sua scomparsa; Bonelli era nato il 20 ottobre del 1900. Una figura di musicista a tutto tondo tutta da riscoprire e da collocare nel Novecento Storico. Proprio a Curri abbiamo fatto qualche domanda

  • Come nasce il “Progetto Bonelli”?

Tutto è cominciato durante questo lockdown dove ho avuto modo di mettere in ordine e capire cosa realmente possedevo delle musiche di mio nonno Bonelli (1900-1986). Le musiche sono state prima in armadio per anni e poi quando è morta mia nonna nel 2006  le ho tenute io e messe da parte con cura ma non ho mai avuto il tempo di capire cosa realmente ci fosse. Tutti noi in famiglia sapevano che il nonno era stato un grandissimo violinista all’epoca, oltre che un docente e un revisore molto apprezzato e sapevamo dai racconti di mia nonna che aveva anche composto delle musiche ma a parte una sonata per violino e pianoforte e una per viola e pianoforte (che ho entrambe suonato 20 anni fa) nessuno sapeva cosa avesse scritto in realtà. Poi qualche anno fa,intorno al 2012, ho trovato in mezzo a dei libri una cartellina con all’interno un elenco con i numeri d’opera delle sue composizioni…questo elenco era battuto a macchina da lui quindi piuttosto attendibile e ho creato la sua pagina su Wikipedia. Poi dopo varie vicissitudini personali come dicevo all’inizio in questo periodo di blocco mi sono finalmente deciso ad aprire questi scatoloni e ho trovato praticamente tutte queste musiche manoscritte e rispetto all’elenco mancano all’appello 2 numeri d’opera che probabilmente sono andati perduti o sono a casa di qualcuno che ignora di averli. A questo punto mi è venuta l’idea di coinvolgere un po’ di persone e di eseguire e registrare come meglio si poteva “artigianalmente” la maggior parte dei pezzi brevi da lui composti per poi postarli su Youtube e Facebook ogni domenica mattina partendo da fine giugno.

  • Che tipo di musica è?

Sono brani “salottieri” o da bis o brani specifici per violino che durano dai 3 ai 7 min. Ho scelto questi perché poi ci sono otto composizioni “serie” –  una sonata per violino e piano, una per viola e piano, un trio per archi, un trio con piano, un trio per due violini e viola, due quartetti d’archi e un quartetto con piano – e sono pezzi da mezz’ora piuttosto complessi in tre o quattro movimenti e che ovviamente necessitano di studio e tempo e chiaramente  non si possono registrare a casa alla buona.

Per ovvi motivi vale lo stesso per i suoi pezzi orchestrali.

Ci sono sicuramente grandi influenze francesi probabilmente dovute alle relazioni musicali del suo maestro Francesco De Guarneri che aveva studiato in Francia e avuto relazioni con Cesar Franck o Ysaye ad esempio. In altre composizioni si sente più una relazione con gli italiani del tempo come Respighi o Malipiero e direi anche Puccini e Tosti ­– penso al sonetto di Gilda Fiume o al madrigale di Monica Zanettin –.
In questo momento del progetto ho volutamente tralasciato tutte le musiche legate espressamente al folclore veneziano proprio per dare un’immagine più ampia della sua figura compositiva.

  • Qual è il criterio seguito nell’assegnazione delle diverse pagine agli esecutori?

Ho deciso di assegnare gli 11 pezzi per violino e piano a undici violinisti diversi che però provengono tutti dalla scuola veneziana o sono legati a Venezia o in qualche modo al nonno perché a loro volta discendenti o studenti di suoi allievi; perfino Sabina Bakholdina e Costantin Beschieru che si sono diplomati a Venezia hanno seguito le orme di questo Isidoro Koganoff allievo di mio nonno all’epoca e poi tornato in patria ad insegnare a Tashkent.

Poi ci sono due pezzi per violoncello e piano due per viola e piano uno per flauto e arpa e dei brani per soprano. Tutti i musicisti che partecipano lo hanno fatto e lo faranno gratuitamente; alcuni di loro non ho mai avuto modo di conoscerlI personalmente e questa è una cosa molto bella perché sta proprio nel senso di questo progetto. L’idea è quella di dimostrare che tutti insieme – i musicisti sono una quarantina – si può proporre qualcosa di nuovo, inedito e curioso in un momento di grandi restrizioni ed enormi difficoltà ad esibirsi in pubblico e possono provare a riscoprire delle musiche che sono rimaste nei cassetti circa 80 anni . Chiaramente poi per me c’è il legame affettivo di sapere che le ha scritte lui ma

lo scopo non è quello di scoprire uno Scriabin nascosto o non si ha la presunzione di aver ritrovato dei capolavori ma quello di dare una sfaccettatura…sono delle piccole “cartoline d’epoca” di quello che poteva essere il mondo musicale veneziano e italiano di quel periodo con tutti i suoi pregi e difetti. Ho foto autografate con dedica di Malipiero, di Wolf Errari di Elsa Respighi di D’Annunzio, e ho trovato programmi da concerto dell’epoca con prime esecuzioni di Malipiero , di Busoni di Ravel, legami con Toti Dal Monte e Tosti, oltre ad un concerto pazzesco in occasione dell’anniversario di Stradivari dove suonarono tutti i più grandi musicisti ad arco italiani dell’epoca.

  • Quali saranno le prossime uscite?

La prossima uscita dovrebbe essere eccezionalmente il martedì 20 ottobre proprio per celebrare l’anniversario ( 120 della nascita ) e poi il 1 novembre col flauto e arpa.

  • Qual è l’arco temporale in cui i brani sono stati composti?

Riguardo a lui come compositore tutti i brani sono stati composti tra il 1918 e il 1945 mentre dopo è stato revisore per Zanibon fino agli anni ‘70 e ho scoperto che ci sono 104 pubblicazioni depositate in Siae. Mentre di brani suoi pubblicati alcuni sono per violino e pianoforte (per bambini o principianti) po’ c’è un libro sulla tecnica dei suoni armonici del violino e una Berceuse per violino  e una Serenata Triste per violoncello e il quartetto d’archi n.2…..il resto è tutto manoscritto.

  • Se ho capito bene l’idea è quella di non fermarsi ai canali social, vero?

Il secondo scopo di questa iniziativa sarebbe quello di realizzare il disco di questi brani oppure di qualcuno dei pezzi grossi; ma una cosa alla volta.

Alessandro Cammarano

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