Andreina Contessa: Miramare tra arte e musica
Storica dell’arte e curatrice di musei, Andreina Contessa è al suo terzo anno a Miramare: «Se il 2019 è stato un anno difficile, questo 2020 è iniziato come peggio non poteva» esordisce al telefono da casa. Facendo di necessità virtù, Andreina – che ho conosciuto al suo arrivo a Trieste prima che, nel luglio del 2017, s’insediasse alla direzione del Parco e del castello più famosi dell’Alto Adriatico – dirige da casa i lavori di risistemazione del Parco. «Gli architetti non ci dovrebbero neanche andare, visto che Parco e castello sono chiusi a causa della pandemia – aggiunge – preferiscono, però, andarci per studiare come proseguire i lavori, quando la situazione sarà tornata alla normalità.».
Di origine mantovane, laureata con lode a Parma in storia dell’arte nel 1987, Andreina Contessa è una cittadina del mondo avendo studiato all’Università Ratisbon di Gerusalemme dal 1990 al 1993. Dottore di ricerca in storia dell’arte a Gerusalemme, è stata a Princeton come post-doc. Dal 2009 è stata direttore del Nahon Museum of Italian Jewish Art a Gerusalemme. Dal 1994 ha insegnato storia dell’arte in Europa e negli Stati Uniti. Autrice di numerose pubblicazioni, ha curato diverse mostre, realizzando direttamente anche documentari e altri prodotti multimediali.
«Mi sono molto legata in questi due anni a Miramare – precisa Contessa – l’ho molto voluta questa direzione e sto amando molto il mio lavoro.». I risultati sono evidenti, ma ben lontani dall’essere permanenti e, alle mille difficoltà del caso, si è aggiunta ora l’epidemia virale che ha messo in ginocchio il Pianeta Terra.
Sarà in grado la nostra Andreina di risollevare le sorti di Parco e castello? La risposta è un sorriso, che arriva silenzioso attraverso i fili del telefono. Certo è, che la pandemia in atto ha fatto slittare la grande mostra tematica dell’estate, Massimiliano e la fotografia che aveva nell’esposizione Dudovich e la fotografia, negli spazi delle Scuderie, il suo fiore all’occhiello.
Doloroso è stato anche rinunciare al progetto, avviato ma tramontato sul nascere, di un grande concerto estivo negli spazi antistanti il castello, dove gli architetti stanno lavorando.
«Fare musica nel Parco di Miramare non è semplicissimo. – spiega Andreina – Negli ultimi due anni ho ricevuto un’enorme mole di proposte e ne ho accettate a spot. Da quest’anno avremmo voluto avere una programmazione nostra, ma non sarà così e continueremo a collaborare con il Conservatorio Tartini, con l’associazione Artemusica e con la Società dei Concerti, di cui ospitiamo una manifestazione.».
Il progetto? «L’idea è di fare delle cose più in grande nel parterre illuminato. Quando sono arrivata, però, non c’era più illuminazione sul piazzale e in alcuni punti l’impianto luci era stato tagliato. Si tratta di rimetterlo a norma, dopo di che, ma tutto slitta all’estate del 2021, vorremmo fare una serie di grandi incontri-concerto di musica classica con figure importanti nel panorama internazionale. Non so se, e cosa si potrà fare quest’estate, perché i costi per le due mostre, programmate tra marzo e settembre, sono molto elevati.».
Salta il programma culturale estivo 2020, pare di capire? «Non so cosa rispondere, la situazione è troppo incerta. Ma organizzare una cosa importante per le ottanta persone che contiene la Sala del Trono non ha senso. Magari ce la facciamo, a me per esempio piacerebbe varare una piccola istituzione di angoli di musica all’inizio del Parco durante l’estate e l’autunno. Dipende da quanto dura questa emergenza.».
Parliamo delle mostre rinviate, allora… «Alle Scuderie l’esposizione su Dudovich e la fotografia e nel Museo, nella sala progetti che ospita le manifestazioni di Focus.on, un nuovo racconto del castello attraverso i suoi oggetti. Una piccola mostra dedicata al megaletoscopio, lo strumento che Massimiliano adoperava per visionare le fotografie doveva rappresentare l’altra faccia, più tecnica, del tema Massimiliano e la fotografia.».
Cantato in diverse lingue da grandi poeti, – uno per tutti Carducci nelle sue Odi barbare – il castello di Miramare, o, in tedesco, Schloss Miramar, e, in sloveno, grad Miramar fu eretto come residenza asburgica. Il complesso fu costruito nell’attuale omonimo quartiere per volere di Massimiliano d’Asburgo-Lorena, arciduca d’Austria e imperatore del Messico, per farne la propria dimora con la moglie Carlotta del Belgio. In seguito il castello diventò il Museo storico del castello di Miramare. Affacciato, con una vista mozzafiato, sul golfo di Trieste il castello è situato a sette chilometri a nord del capoluogo giuliano.
Miramare è la forma italianizzata dell’originale Miramar, derivante dallo spagnolo “mirar el mar“. Nel visitare il promontorio che lo ospita, Massimiliano d’Asburgo, fu infatti ispirato dal ricordo di castelli spagnoli affacciati sulle coste dell’oceano Atlantico. Il castello è circondato da un grande parco di circa ventidue ettari caratterizzato da una grande varietà di piante, molte delle quali scelte dallo stesso arciduca durante i suoi viaggi attorno al mondo. Nel parco si trova anche il castelletto, di cui è cosa fatta il restauro.
Il castello di Miramare presenta ancora gli arredi originali d’epoca, testimonianza della storia dei nobili proprietari e del loro triste destino. All’interno, è suddiviso in numerose stanze. Il piano terra era destinato a residenza dell’Imperatore Massimiliano I e della di lui sposa Carlotta, mentre in un periodo successivo quello superiore fu adibito a residenza del duca Amedeo d’Aosta, che vi abitò per circa sette anni e modificò alcune stanze secondo lo stile razionalista dell’epoca.
Il parco di Miramare, i cui lavori furono avviati nella primavera del 1856, era all’epoca della costruzione quasi privo di vegetazione; Fu progettato dall’architetto austriaco Carl Junker (1827-1882). Per la progettazione botanica fu inizialmente incaricato il giardiniere Josef Laube, poi sostituito nel 1859 dal boemo Anton Jelinek.
«Qui a Miramare è tutto molto bello, è un insieme magico di castello, mare, natura e parco che andavano rilegati. – spiega ancora Andreina Contessa, evidentemente orgogliosa dei risultati raggiunti nei suoi primi due anni – Stavamo lavorando alla pulizia dei canali destinati a seguire le tappe che conducono al laghetto riportato a nuova vita. Un’altra zona che stiamo facendo risorgere è il bagno ducale, occupato dal WWF. E poi si lavora sul verde con la messa in sicurezza di alberi ormai morti, per non parlare del ripristino dei roccai lungo il viale dei Lecci invaso dalla vegetazione. Ora è un viale arioso e pulito. Abbiamo recuperato il camminamento sotto il viale che era chiuso. Stiamo ripristinando il parterre come ai tempi di Massimiliano, che lo concepì come un vero e proprio giardino di delizie. Abbiamo riguadagnato la zona importantissima del piazzale dedicato a Massimiliano dove è iniziata la fioritura dei giuncheti e dei narcisi gialli.».
Più narcisi di così, non è possibile. Auguri Andreina!
Rino Alessi
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