Annalisa Stroppa, attraverso la Musica possiamo tornare a sorridere

Annalisa Stroppa, sarà prima artista italiana a esibirsi all’estero dopo l’interruzione dovuta alla pandemia. Il mezzosoprano bresciano canterà il prossimo 22 maggio alcuni estratti dalla Carmen, con il solo pianoforte al Maifestspiele – Festival di Maggio – di Wiesbaden, che si inaugurerà 18 con una formula “adattata”. Tra gli altri cantanti che si esibiranno nel corso del festival ci sono Günther Groissböck, Michael Volle, Gabriela Scherer, Andreas Schager, Klaus Florian Vogt e René Pape.
Solo duecento spettatori, distanza di sicurezza di un metro e cinquanta, niente bar né guardaroba; sono dettagli che rendono palpabile la lontananza dalla “normalità” , ma è pur sempre un inizio

  • Tra qualche giorno sarà la prima cantante italiana che tornerà ad esibirsi, sul palcoscenico del Festival di Maggio a Wiesbaden, da quando i teatri sono stati chiusi per l’emergenza pandemica. Quali sono le sue sensazioni?

Mi sento onorata, privilegiata, è tanta l’emozione di tornare a calcare il palcoscenico dopo più di due mesi di silenzio e in un periodo così incerto. Questo evento segna un nuovo inizio, è un primo passo che infonde speranza e mi auguro sia di buon auspicio per un graduale ritorno alla normalità. Le formule innovative alle quali stanno pensando i nostri teatri sono la chiara dimostrazione che abbiamo bisogno di Musica, di ritrovarci e tornare ad emozionarci insieme nell’atmosfera magica e unica che si respira in teatro.

Abbiamo bisogno di alimentare la nostra anima di bellezza e di Arte. Sappiamo bene che la situazione è migliorata ma l’emergenza, purtroppo, non ancora finita e dovremo abituarci a prestare sempre molta attenzione e rispettare tutte le norme di sicurezza. Questo periodo così triste e drammatico che l’umanità intera ha vissuto ci ha fatto capire quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri, quanto dipendiamo gli uni dagli altri. Così succede nella Musica che è lo specchio della Vita, per fare Musica abbiamo bisogno di unirci, di ascoltarci e costruire insieme, di trasmettere e raccogliere emozioni. Il teatro è un piccolo mondo che dimostra quanto sia importante creare unità, armonia e diffondere bellezza.

Dobbiamo ripartire per noi stessi e per tutti coloro che ci hanno lasciato così crudelmente, soli e senza poter ricevere nemmeno un conforto dai loro cari; attraverso la Musica possiamo curare il nostro cuore e tornare a sorridere.

  • La Germania riparte proponendo una formula del tutto nuova e dettata dagli eventi. È possibile immaginare la risposta del pubblico, chiamato a sua volta a fare una grande parte per la sicurezza di tutti?

Il pubblico sarà numericamente ridotto ma rappresenterà tutti coloro che desiderano tornare a teatro.
Il pubblico è parte integrante dello spettacolo, non si limita ad ascoltare ed osservare, ma partecipa, condivide, si emoziona e ci comunica il suo calore.
La mascherina e la distanza non impediranno di sentirci abbracciati dalla Musica e dalla sua potenza straordinaria. La Musica è il nostro rifugio, un luogo ideale e atemporale nel quale incontrarsi e allo stesso tempo ritrovare se stessi.

  • Canterà Carmen, che di fatto è un inno alla libertà. Si riuscirà, in qualche modo, a poter fare liberamente musica?

La Musica è libertà, è il linguaggio universale che racchiude ogni lingua ed è in grado di comunicare a chiunque qualsiasi tipo di messaggio e di emozione! Sono convinta che si riuscirà a tornare a fare liberamente musica perché è ciò che tutti desideriamo ardentemente e quando un desiderio è comune e così forte, le soluzioni si trovano, ci si reinventa. La Musica è Vita e non possiamo farne a meno!

Sarà un percorso graduale e finché l’emergenza non sarà finita dovremo gestirci in modo diverso tutelando noi stessi e gli altri; di una cosa sono sicura, ci sentiremo virtualmente travolti da suoni e da sensazioni che vanno dritte al cuore e che solo il potere straordinario dello spettacolo dal vivo è in grado di trasmettere.

  • Brescia è, con Bergamo, una delle città che hanno pagato il maggior tributo di vittime da Covid-19. Lei, da bresciana, come ha affrontato la situazione?

Un tempo di grande riflessione condiviso con le persone che amo e con le quali, in questi anni non ho avuto modo di trascorrere molto tempo a causa degli assidui impegni di lavoro.
Ho trascorso questo periodo a casa ed è stato veramente triste vedere la mia terra così martoriata, con tante, troppe vittime ogni giorno: una situazione surreale che mai avremmo pensato di dover affrontare.

Mi sono rifugiata nella preghiera e nel silenzio. Ho imparato ad ascoltarlo perché ha tanto da dire, ci insegna a guardarci dentro e a sentire profondamente. Del resto il silenzio è musica!

In questo periodo di isolamento la Musica è stata fondamentale, ci ha permesso di volare sulle sue ali, ci ha riempito di emozioni, ci ha aiutati a sognare, ci ha guarito, ci ha confortato e consolato.
Auguro a tutti noi di poter ripartire con sempre maggior entusiasmo e tornare a guardarci intorno con gli occhi puri di un bambino, scorgendo la bellezza che ci circonda, gioendo per ogni piccola grande conquista.

  • Il mondo dello spettacolo è stato, in questa emergenza che ha messo in ginocchio il paese, dimenticato dalla politica, anche se adesso qualcosa sembra muoversi. Perché, secondo lei, in Italia non si riesce a comprendere l’ovvio, ovvero che quelli legati allo spettacolo e alle arti sono lavori e non passatempi?

Questa pandemia ha travolto il mondo intero in modo tanto atroce quanto inaspettato e non è stato facile gestire la problematica. Sono consapevole che questa situazione abbia procurato una grave ferita che ha colpito tutti gli ambienti lavorativi. Noi lavoratori dello spettacolo abbiamo preso atto delle cancellazioni delle nostre scritture e non sappiamo come e quando potremo riprendere.
Dietro a ciascuno di noi c’è una storia fatta di tanto studio, sacrificio, dedizione, preparazione, la nostra è una formazione continua. Inoltre dietro al palcoscenico ci sono tantissimi lavoratori che non appaiono ma insieme agli artisti permettono la buona riuscita dello spettacolo. Teniamo conto anche che i teatri con i loro spettacoli creano indotto e turismo! Inoltre L’Italia è la patria dell’Opera che ci identifica ovunque!

In un mondo tanto produttivo ci si aspetta un prodotto finito materiale e tangibile, la missione di noi cantanti, musicisti, attori, registi, ballerini e di tutti coloro che lavorano dietro il palcoscenico e diversa, è quella di cooperare per diffondere il bello, per migliorarci e trasmettere un patrimonio culturale che ci arricchisce e ci eleva.

È dalla Musica, dall’Arte e dalla Cultura che l’Umanità deve ripartire perchè non di solo pane vive l’uomo!

Alessandro Cammarano

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