Il ritorno di Poliuto al Gran Liceu di Barcellona
Era dal 1975 che la musica del Poliuto di Donizetti non risuonava sotto le volte del Gran Liceu di Barcellona. Allora protagonista fu il soprano Leyla Genger nel ruolo di Paolina con il tenore Amadeo Zambon, baritono lo spagnolo Vicente Sardinero, sotto la direzione dell’italiano Giuseppe Morelli, responsabile negli anni dell’immediato dopoguerra delle produzioni d’opera in radio dell’EIAR e il quel periodo negli anni’70, molto attivo nei teatri spagnoli.
Poliuto vi è tornato, nel corso della corrente stagione 2017 – 2018 con un cast molto interessante, in forma di concerto, una pratica che si sta imponendo nelle programmazioni liriche internazionali in quanto permette di presentare un repertorio fatto di rarità, con interpreti internazionali che in altro modo sarebbe difficile riunire. Qui a Barcellona solo due sono state le date programmate il 10 e il 13 gennaio. Quest’opera capita di ascoltarla nella versione francese Les Martyrs in quanto fu assai travagliata la sua vicenda creativa: Gaetano Donizetti l’aveva prevista nel 1838 per il Teatro San Carlo di Napoli. Per motivi di una censura borbonica che non autorizzava la rappresentazione di storie sacre in teatro, saltò la prima napoletana. Il compositore bergamasco prontamente riadattò il testo per il’ Teatro dell’Opera di Parigi con il risultato che la nuova versione in francese venne alla luce il 10 aprile 1840 nel teatro parigino con protagonista il leggendario Gilbert Duprez. L’originale Poliuto fu finalmente rappresentato a Napoli nel novembre 1848 grazie agli eventi rivoluzionari di quell’anno. Nonostante la sua scarsa presenza nei teatri, il Poliuto è una opera che ha segnato la piena maturità creativa di Donizetti. Allo stesso modo, questo è un altro esempio del grande talento del librettista Salvatore Cammarano che ha trasformato un argomento essenzialmente sacro (tratto da Corneille), in un romantico melodramma in cui la questione religiosa è relegata in favore della passione amorosa. Il punto di forza della esecuzione a Barcellona consisteva nella presenza del tenore Gregory Kunde, Poliuto, e del soprano americano Sondra Radvanovsky, Paolina, con Daniele Callegari alla guida dell’Orchestra del teatro catalano. Una serata di grande successo di pubblico ha onorato i due protagonisti. Già nel 2011 Kunde si era presentato a Bergamo nel ruolo di protagonista. Certo il tenore americano non ha più la freschezza di un tenore di spinta dall’accento deciso, ha quasi 64 anni e tradisce momenti di stanchezza nel corso dell’esecuzione lasciandosi andare a forzature della voce con centro sempre più eroso, ma rimane inalterata la sua musicalità, che specie nell’aria “Fu macchiato l’onor mio!” completata con il capo da cabaletta arricchito con varianti, riesce ancora a sorprendere il pubblico. Al suo debutto nel ruolo di Paolina, Sondra Radvanovsky ha dimostrato di essere alla ricerca di nuovi ruoli tra soprano lirico spinto e il drammatico d’agilità. La voce è molto potente anche se non bellissima, rude e spessa nel centro, ma ha riempito lo spazio teatrale dando sfoggio delle arditezze e della musicalità della partitura donizettiana come ha saputo dimostrare nella cabaletta in duo all’unisono con il tenore dell’ultimo atto “Il suonatore dell’arpe angelica”, gestendo con cruda precisione le agilità con i relativi da capo della cavatina “Di quai soavi lagrime” a sua volta seguita dalla cabaletta “Perchè di stolto giubilo”. Tra l’altro il servizio stampa del Teatro da ampia documentazione delle sue produzioni sul proprio canale “Youtube” per la felicità degli appassionati collezionisti di “live”. Il rimanente cast era composto dal baritono Gabriele Viviani, proconsole Severo (che ha sostituito l’annunciato Luca Salsi), offrendo una interpretazione di qualità impostato su un buon fraseggio e soprattutto con una voce di potenza, Rubén Amoretti nel ruolo di Callistene ha dimostrato di possedere voce sonora e Alejandro del Cerro ha dato risalto allo scarno ruolo al Nearco, padre di Paolina, più che comparsa il Felice di Josep Fado.
Ha diretto Daniele Callegari, che senz’altro a contribuito al grande successo di pubblico, anche se la sua e stata una gestione dell’orchestra molto risonante, per molti versi confusa e bandistica, intesa a dare teatralità alla composizione donizettiana,: ma si è meritato applausi ad ogni scena, ed alla fine è risultata efficace se alla stretta del concertante con cui si conclude il secondo atto, il pubblico si è entusiasmato tanto da alzarsi in piedi per acclamare la chiusura della scena finale.
Quasi esaurito il teatro in ogni ordine e grado, anche se agli abbonati puristi non aggradano questi “ripiegamenti” del repertorio lirico in forma di concerto ritenendoli un tradimento nei confronti all’opera “tout court” e una scorciatoia per giocare al risparmio.
Federica Fanizza
(13 gennaio 2018)
La locandina
Direttore | Daniele Callegari |
Cast | |
Severo | Gabriele Viviani |
Felice | Josep Fado´ |
Poliuto | Gregory Kunde |
Paolina | Sondra Radvanovsky |
Callistene | Ruben Amoretti |
Nearco | Alejandro del Cerro |
Orchestra Sinfonica del Teatro Liceu di Barcellona | |
Coro del Teatro Liceu di Barcellona | |
Direttore del Coro | Conxita Garcia |
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