Bassano del Grappa: Socrate il sopravvissuto costringe a riflettere

Partenza “flamboyante” per l’edizione 2017 di B-MOTION Teatro nell’ambito di Operaestate Festival.

“Socrate il sopravvissuto – come le foglie”, in scena al Teatro Remondini, è un cazzotto nello stomaco che costringe a riflettere.

Nove banchi ordinati in file da tre, otto studenti disfatti dalla calura estiva nell’ultimo scorcio dell’Anno Scolastico 1999, il Professore di Storia e Filosofia, impedito dai tempi della didattica ad affrontare la Storia Contemporanea si rammarica di doversi limitare ad un elenco sterile dei genocidi del Ventesimo Secolo. I libri non hanno valore, ammucchiati in una pila scomposta che richiama le Bücherverbrennungen berlinesi del 1933, o bagnati e usati come stracci.

Sul fondo l’impossibilità della scuola a tramettere sapere, e con esso coscienza civica e consapevolezza etica. Il nono banco è di Vitaliano Caccia, ripetente e già condannato alla bocciatura alla Maturità, simbolo e vittima di un sistema scolastico nemico.

L’azione si sposta repentinamente nell’Atene del 399 a.C. nel momento in cui Socrate condannato a morte beve la cicuta e, in attesa della morte, interroga il giovane ed impetuoso Alcibiade su cosa sia il Giusto e cosa l’Ingiusto, e se il Giusto sia sempre Utile. Socrate “estrae” la conoscenza dall’allievo, in un processo di agnizione inconscia che porta al Sapere. Il video è muto, le voci sono quelle del professore e degli studenti.

Si torna al 1999, nella palestra dove si svolgono gli esami la Commissione aspetta lungamente Vitaliano Cascio, che alla fine arriverà e, pistola in pugno, compirà una strage uccidendo tutta la Commissione, risparmiando solo il Professore di Storia e Filosofia.

La vita dopo la Maturità sarà diversa, forse, ma sempre priva di quei fondamenti che il vivere civile dovrebbe caparbiamente pretendere per definirsi Società.

Questo in sintesi la densa azione teatrale che Simone Derai e Patrizia Vercesi traggono per Anagoor dal romanzo “Il Sopravvissuto” di Antonio Scurati. Un dramma fatto di innumerevoli domande alle quali non si cercano risposte, che sarebbero probabilmente tutte inadeguate se non impossibili, forse inutili. Starà ai ragazzi, oramai liberi nel mondo, cercare di dare un senso alla vita.

Totalmente coinvolta la compagnia, con in testa il Professore timidamente impavido (ci si passi l’ossimoro) di Marco Menegoni, che recita senza alcuna affettazione inutile, affiancato dagli otto studenti, ovvero, Iohanna Benvegna, Marco Ciccullo, Matteo D’Amore, Piero Ramella, Viviana Callegari, Massimo Simonetto, Mariagioia Ubaldi, tutti bravissimi.

La regia di Simone Derai, che con Patrizia Vercesi è anche autore della scabra ed efficacissima drammaturgia, si distingue per una stringata essenzialità che si confà perfettamente al testo. Belle le musiche di Mauro Maritinuz, incentrate su un’ossessiva serialità, e pertinenti i costumi di Serena Bussolaro e dello stesso Derai.

Rimane da dire delle maschere di sconvolgente bellezza, realizzate in cartapesta da Serena Bragagnolo e Simone Derai, che evocano quelle della Tragedia Arcaica, ricche di richiami eschilei, e delle proiezioni stranianti di paesaggi rurali e postindustriali girate con drone da Tommy Ilai e Giulio Favotto.

Teatro “Remondini” esaurito e successo meritato per tutti.

Alessandro Cammarano

(Bassano del Grappa, 28 agosto)

La locandina

Regia Simone Derai
Attori Marco Menegoni, Iohanna Benvegna, Marco Ciccullo, Matteo D’Amore, Piero Ramella, Francesca Scapinello, Margherita Sartor, Massimo Simonetto, Mariagioia Ubaldi
Regia Simone Derai
Maschere Silvia Bragagnolo e Simone Derai
Costumi Serena Bussolaro e Simone Derai
Musiche e
Sound Design
Mauro Martinuz
Video Simone Derai e Giulio Favotto
Riprese aeree Tommy Ilai e Camilla Marcon
Concept ed Editing Simone Derai e Giulio Favotto
Direzione della Fotografia e Post Produzione Giulio Favotto / Otium

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