Benedetto Marcello: Il teatro alla moda, Diastema Editrice

Solo un veneziano con assidue frequentazioni bolognesi avrebbe potuto scrivere un pamphlet sugli eccessi del teatro d’opera suo contemporaneo con tanta elegante ironia e cogliendo con sagacia tutti gli eccessi di un certo repertorio barocco più incline alla meraviglia fine a se stessa che non al rigore imposto dalle regole.

Il teatro alla moda compie trecento anni e sembra che il suo autore quel Benedetto Marcello letterato e giurista oltre che “dilettante” di rango nella composizione, diede alle stampe nel 1720 e che nell’occasione l’editrice Diastema ripropone in una nuova edizione critica curata da Michele Geremia e Marco Bizzarini, con un saggio di Fabio Foresti e arricchita dalle immagini d’epoca frutto della ricerca iconografica di Maria Ida Biggi.

Lettura fresca e appassionante, capace di strappare più di una risata – insieme a molteplici cenni di assenso – ad ogni pagina. Marcello non risparmia nessuno, dai poeti ai musicisti, dai cantanti agli impresari e giù fino ai venditori di biglietti e alle maschere dei teatri; schernendo, consiglia l’esatto contrario di ciò che si dovrebbe fare, secondo la pratica oraziana del “Munus”.

Al librettista si raccomanda di non prendere ad esempio i grandi letterati dei secoli passati, al compositore di ignorare, o meglio ancora di non conoscere tout-court le regole della scrittura musicale, al castrato di esagerare in abbellimenti fuori di posto, alla primadonna – che qui parla sempre in dialetto bolognese – di fare i capricci e di essere sempre accompagnata da una madre invadente e sempre pronta a prendere le parti della figlia.

Non sono risparmiati, gli scenografi in vena di eccessi, gli impresari cupidi, i copisti cialtroni, i suggeritori partigiani, gli avvocati pronti a lucrare sulle mille liti che scoppiano tra le varie parti in causa.

Qui non si condanna la musica “nuova”, se ne biasimano gli eccessi; da lì a quarant’anni Ranieri de’ Calzabigi e Christoph Willibald Gluck riporteranno, con “Alceste”, libretto e musica alla bellezza della “semplicità” aprendo un nuovo corso del teatro in musica.

Questa edizione critica si distingue per l’attenzione precisa alla prosa di Marcello, che ritrova qui tutta la sua freschezza, alla quale si accompagna un esauriente corredo di note che contribuiscono a contestualizzare ulteriormente il pensiero dell’autore.

In appendice due saggi: quello rigoroso di Fabio Foresti sulla traduzione delle parti in bolognese e il contributo di Marco Bizzarini intitolato “Lo spiritoso pamphlet di un conservatore progressista”; l’ossimoro è qui quanto mai calzante perché sottolinea ancora una volta ciò che Marcello volle intendere: lo studio del passato aiuta a comprendere il presente e a costruire il futuro. Verdi docet.

Alessandro Cammarano

Benedetto Marcello
Il teatro alla moda
a cura di Michele Geremia e Marco Bizzarini
Diastema Editrice, pagg. 108

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