Biennale Musica 2018: Margaret Leng Tan convince e diverte, l’Ensemble Linea meno
Giornata quantomai eterogenea quella dello scorso 3 ottobre alla Biennale Musica 2018; due concerti caratterizzate da visioni ben distinte della musica d’oggi (e anche un po’ di ieri), non tutte condivisibili, almeno per chi scrive.
Nel pomeriggio, alla Sala delle Colonne a Ca’ Giustinian, Margaret Leng Tan, fra i massimi interpreti della letteratura pianistica contemporanea, propone un programma che va spaziando fra avanguardie storiche e musica d’oggi; il tutto con un evidente intento didattico. La Leng Tan accompagna l’esecuzione di ogni pezzo con alcuni cenni di introduzione alla pagina stessa; pochi minuti, sapidi, una guida all’ascolto nella quale il momento divulgativo si coniuga perfettamente all’esecuzione.
In apertura di concerto Perilous Night, che John Cage compose nel 1944 per piano preparato; pezzo affascinante, ma inesorabilmente datato, almeno per chi scrive, figlio del suo tempo. Len Tang evita l’archeologia musicale e trova una chiave di lettura che riporta l’impaginato alla sua esatta dimensione storica, senza retorica, procedendo per microscopici slanci dinamici che diversificano i differenti moduli nei quali la ripetitività condannerebbe altrimenti a un’inesorabile piattezza.
I quattro pezzi di Henry Cowell, altro compositore storico, risultano ancora di incredibile freschezza, ulteriormente vitalizzata dal virtuosismo di Leng Tan. Se in The Tides of Manauaun, composta da un Cowell quindicenne, le influenze raveliane sono evidenti, in Aeolian Harp la tecnica dello string piano risulta consolidata e segna una scelta compositiva precisa che risulta ancor più evidente nelle atmosfere claustrofobiche di The Banshee, in cui la sollecitazione della corda percorre strade del tutto innovative. In Advertising, composta nel 1914 e revisionata nel 1959 tornano eco dadaiste, ulteriormente passate al setaccio di una divertita ironia.
Di George Crumb, che alla soglia dei novant’anni mostra la vitalità di un adolescente, Leng Tan presenta Methamorphoses (Book I), dieci schizzi sonori ispirati ad altrettanti quadri (proiettati su uno schermo a cura di Monica Duncan), da Klee a Dalì, da Kandinsky a Jasper Johns (il Perilous Night del 1980 che si incrocia con Cage); al pianoforte si aggiungono un piano giocattolo e vari piccoli strumenti a percussione, oltre alla voce della pianista. Ironia, a tratti quasi parodia della musica a programma, il tutto in un’esecuzione preparata con il compositore stesso e che riporta ad una dimensione di ludus in musica che non conosce un singolo attimo di appannamento nella narrazione, proposta dalla pianista con una freschezza che si rinnova ad ogni pezzo.
Meno coinvolgente, invece, il programma proposto nel concerto serale, alle Tese, dal pur celebrato Ensemble Linea coadiuvato da Serge Lemouton e Clément Cerles (IRCAM) per la parte elettronica, perfetto nell’esecuzione ma carente nella scelta del programma.
Convince la B-Partita (in memoriam Pierre Boulez), di Philippe Manoury ed eseguita in Prima italiana (come la quasi totalità delle pagine eseguite), nella quale oltre alla direzione tesa e lucidissima di Jean-Philippe Wurtz, spicca il violino di Hae-Sun Kan. Il pezzo è indubbiamente ben equilibrato, con l’elettronica in tempo reale ad interagire ora empaticamente ora in contrapposizione con gli strumenti.
Cosi cosi Liber Scintillarum di Brian Ferneyhough, pur nel suo interessante percorso sonoro che parte da un “pieno” che procede poi in un percorso di sottrazione di suono per arrivare ad una conclusiva rarefazione dei piani.
Gradevole risulta Anachronism, dove Georg Friedrich Haas abbandona per un attimo lo spettralismo per burlarsi delle ripetizioni minimaliste.
Lovesong, di Chaya Czernowin passa senza suscitare particolari emozioni mentre invece annoia profondamente Le lac di Tristan Murail, che nei suoi eterni ventitré minuti non riesce a dire pressoché nulla, involuto com’è in un esercizio che non va più in la di un calligrafico descrittivismo.
Alessandro Cammarano
(3 ottobre 2018)
La locandina
Margaret Leng Tan | Pianoforte |
Monica Duncan | Proiezioni video |
Programma | |
John Cage | The Perilous Night (1944, 13’) per pianoforte preparato |
Henry Cowell | The Tides of Manaunaun (1917) |
Aeolian Harp (1923) | |
The Banshee (1925) | |
Advertisement (1914/1959) 13’ tot. | |
George Crumb | Metamorphoses (Libro I) (2015-2017, 45’) |
Ensemble Linea | |
Serge Lemouton, IRCAM | informatica musicale |
Clément Cerles | Ingegnere del suono |
Violino | Hae-Sun Kan violino |
Jean-Philippe Wurtz | Direttore |
Programma | |
Brian Ferneyhough | Liber Scintillarum (2012, 20’) prima italiana |
Philippe Manoury | Partita (in memoriam Pierre Boulez) (2016, 26’) , prima italiana |
Georg Friedrich Haas | Anachronism (2013, 14’) prima italiana |
Chaya Czernowin | Lovesong (2010, 10’) prima italiana |
Tristan Murail | Le lac (2000-2001, 23’) |
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