Bologna: nasce il Festival Respighi
Nasce a Bologna, Città Creativa della Musica Unesco, il primo Festival che per dieci giorni ricorderà alla sua città natale un figlio illustre: Ottorino Respighi.
Bologna la grassa, oltre che Bologna la dotta, fa le cose in grande e raduna, per onorare degnamente l’autore de Le Fontane e I Pini di Roma, un gruppo di organizzatori e sostenitori di tutto rispetto.
Da un’idea di Maurizio Scardovi, fra il ventiquattro settembre e il tre ottobre, in varie sedi cittadine, si snoderà la kermesse respighiana.
Del resto, osserva il Sindaco Matteo Lepore: «Ricordare Ottorino Respighi e omaggiarlo dedicandogli un Festival nella sua città natale è un onore e un orgoglio.”. Bologna, aggiunge il primo cittadino della città felsinea “non dimentica la sua identità culturale, che tuttora la rende un polo importantissimo, non solo per l’offerta e la produzione culturale, ma anche per la formazione di giovani talenti».
Se l’idea del Festival Respighi è frutto della mente di Maurizio Scardovi, manager e agente di cantanti ben noto, la sua organizzazione spetta a Musica Insieme e alla sua Presidente, Alessandra Scardovi, la sorella.
Ed è nella sede, prestigiosissima, di Musica Insieme che lo incontriamo, Scardovi, alla vigilia di presentare ufficialmente la sua creeatura alla città e al mondo della musica d’arte.
«L’idea di onorare e ricordare Respighi è un po’ legata al caso, come tutte le cose della vita, se ci pensiamo bene. Per il mio lavoro sono spesso all’estero, a Boston mi sono trovato mentre una serie di concerti era dedicata a lui. A Cleveland è stato scritto un Inno per celebrare i cinquant’anni dalla morte di Ottorino Respighi. Amburgo, Berlino, Lipsia, Dresda, per restare in Europa, lo eseguono con frequenza, per non parlare della Royal Albert Hall».
E da noi?
«Qualcosa s’è fatto, ma è passato un po’ sotto silenzio, ricordo La Fiamma e La campana sommersa a Trieste, all’Opera di Roma un’altra Fiamma diretta da Gelmetti… Tutti capolavori che non hanno trovato il giusto riconoscimento, purtroppo. A un certo punto, e mi trovavo a Washington, nella sede del Centro culturale dedicato a John Fitzgerald Kennedy per le grandi celebrazioni respighiane patrocinate da Giancarlo Noseda, ho maturato l’idea di un Festival con residenza a Bologna. Il progetto ha preso forma corale, coinvolgendo varie istituzioni culturali della città. Ho approfondito, grazie agli stimoli ricevuti in varie parti del mondo, la figura di Respighi e in tempo di pandemia, affidandomi all’esperienza di mia sorella Alessandra per l’organizzazione, la creatura ha preso forma. Mi è capitato di leggere, oltre a quella ufficiale di Elsa Respighi, la biografia di uno studioso neozelandese che si chiama Webber. Afferma che le capacità di orchestratore di Respighi non lo vedono secondo ad altri grandi musicisti del Novecento, e parliamo di Puccini e Stravinskij. Mengelberg lo paragona addirittura a Richard Strauss…».
Come dire, il classico caso di Nemo profeta in patria… «Bologna lo ricorda con il Largo Respighi dove ha sede il Teatro Comunale, con il Foyer Respighi al Comunale e al Teatro Manzoni, e sono solo le prime cose che mi vengono in mente, ma nella memoria cittadina la sua figura si è un po’ persa. Appassionato di storia e di archeologia Respighi apprezzò Roma, quando ci si trasferì, e a Roma nacque la sua fortuna. Ma tornava volentieri a Bologna e, lui vivente, la città natale fu particolarmente attenta ai suoi successi».
A cavallo delle due guerre Respighi fu uno degli autori più eseguiti a livello internazionale, nel 1926 ad Amsterdam, nel 1928 negli Stati Uniti. Era il musicista che garantiva il tutto esaurito alle grandi orchestre. Lo si considerava, con Richard Strauss e Gustav Mahler, il musicista più innovativo e importante nell’evoluzione della scrittura musicale per orchestra.
«Pure – e a questo punto Scardovi è un fiume in piena – a Montecarlo operò come autore di musica per i balletti. Piero Rattallino, poco prima di morire, mi caldeggiò il repertorio di Respighi per pianoforte, non era un pianista canonico, perché aveva studiato da autodidatta».
Da tutti questi stimoli è nato il primo Festival Respighi, annunciato nel giugno scorso con un grande concerto in Piazza Maggiore, e ora ai nastri di partenza con un concerto al Teatro Auditorium Manzoni domenica prossima ventiquattro settembre. L’Orchestra del Conservatorio Giovanni Battista Martini diretta da Carlo Goldstein eseguirà musiche di Respighi, Gershwin e Rachmaninov, che vedranno la partecipazione dei giovani pianisti Gian Marco Verdone e Giacomo Di Maria, e di una solista dalla carriera più che ventennale come Mariangela Vacatello.
Il programma si completa con la prima assoluta di un brano su temi respighiani di Ferdinando Termini, selezionato, su commissione di Musica Insieme, fra i più meritevoli allievi delle classi di composizione. Seguiranno un cine-concerto nella Sala Mastroianni del Cinema Lumière in cui sarà proiettata di Paul Leni Dornröschen, una pellicola muta del 1917 per cui Respighi scrisse le musiche.
E ancora, al Teatro Duse, il concerto della Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Alessandro Bonato cui non potrà partecipare, per il grave lutto familiare occorsole, Anna Caterina Antonacci, sostituita dall’eccellente Anna Bonitatibus. All’Accademia Filarmonica di Bologna si svolgerà un convegno su Respighi, compositore senza tempo. Una passeggiata guidata porterà il pubblico, bolognese e non, alla scoperta dei luoghi respighiani della città. Al Teatro del Barraccano si consumerà una cena a casa Respighi su regia e sceneggiatura di Gabriele Duma.
La chiusura con i tre grandi affreschi romani sarà affidata all’Orchestra del Teatro Comunale diretta da Oksana Lyniv sarà di nuovo al Teatro Auditorium Manzoni.
Il tutto sotto l’egida del Ministero della Cultura, del Comune di Bologna, con il contributo fondante di Alfasigma e Pelliconi, e importante di Banca di Bologna e Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna. Con il patrocinio di Agis, Confindustria Emilia area centro, Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Non c’è che dire, questa volta Bologna ha pensato in grande, con la prospettiva di operare in grande. Bene arrivato Festival Respighi!
Rino Alessi
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