Bolzano: Amori francesi e vecchi castelli. Durnham, Rousset e Les Talens Lyriques al BFB
È giunto al termine il Festival Antiqua, una delle quattro anime del Bolzano Festival Bozen, con un ultimo, grande concerto. Il mezzosoprano Grace Durham e Christophe Rousset con Les Talens Lyriques – Gilone Gaubert e Benjamin Chénier violini, Marjolaine Cambon viola da gamba – hanno costruito un bellissimo programma dal carattere francese, o compositori che in Francia vi sono nati o autori influenzati da quella cultura musicale.
Nella sempre suggestiva cornice di Castel Mareccio, nel cuore di Bolzano, cantante ed ensemble hanno iniziato con quattro Air de cour di Michel Lambert (Ombre de mon amant, D’un feu secret je me sens consumer, Ma bergère est tendre et fidèle e infine Rochers vous êtes sourd). La dimestichezza de Les Talens con questo repertorio è evidente già dalla prima nota (nonostante qualche problema di parti mancanti per il primo brano). Il clavicembalo di Rousset stende un tappeto il cui ordito si svolge libero e cangiante, a volte gagliardo, a volte fresco e brioso, a volte intimo ed elegante. In crescendo anche la voce di Durham, che air dopo air è entrata sempre più nel repertorio, domando la sua voce ampia e pastosa per donarle una leggerezza perfettamente a fuoco nelle floreali decorazioni. Per dare un po’ di riposo al mezzosoprano, Les Talens ha eseguito la Sonade da La Piémontoise di François Couperin, confermando ogni impressione avuta negli accompagnamenti di Lambert. Particolarmente riuscita l’Air : Gracieusement e il conclusivo Légèrement: Les Talens e Rousset si adattano come un guanto all’eleganza di questo repertorio, senza per questo esasperarne un’estetizzazione di maniera.
Non solo compositori francesi, nel programma: dopo la prima carrellata di Barocco e tardo Barocco d’oltralpe, si è proseguiti oltre la manica per una serie di frammenti dall’Orpheus Britannicus di Purcell, le due raccolte (1698 e 1702) di celebri arie del grande compositore inglese, pubblicate postume e ristampate più e più volte. Qui la cantante inglese ha veramente tirato fuori unghie e qualche secolo di tradizione per portare del genuino teatro sul semplice palco di legno nella nuda pietra del castello bolzanino, tradizione rinforzata dalla stessa discendenza famigliare: il padre Geoffrey Durham è un mago e attore comico, mentre la madre era Victoria Wood, celebre attrice inglese. Purcell è stato l’apice dell’intero concerto. Qui la vocalità piena ed estroversa di Durham ha avuto modo di espandersi con naturalezza, senza mai perdere di eleganza ma innervata di una teatralità dirompente. Senza scena, senza oggetti, senza nient’altro che la voce e qualche gesto, il mezzosoprano inglese è riuscito a dipingere con sapiente effetto il carattere di ogni frammento, che fosse Bess of Bedlam, Fairy Queen (il meraviglioso Let me weep) o lo Yorkshire Feast Song.
Il successivo ritorno in Francia con Jean-Marie Leclair è stato altrettanto riuscito. L’ensemble ha eseguito la seconda Ouverture in Re maggiore op. 13, senza raggiungere l’effetto e la varietà dimostrata su Couperin, ma con sfarzo, brio ed eleganza. Sulla cantata di Jean-Baptiste Stuck del Enfin de ma Philis del 1723 si è concluso il concerto. Grande violoncellista, nato a Livorno da famiglia italo-tedesca ma cresciuto e vissuto in Francia, il sincretismo stilistico dell’autore ha trovato una splendida realizzazione, con un po’ di stanchezza da parte di Durham, ma sempre capace di intendersi alla perfezione con Rousset e Les Talens nel trovare il giusto approccio per ogni singolo autore (e persino movimento, in questa variopinta eppure essenziale cantata). Cosa interessante da notare, la stanchezza del mezzosoprano non si è dimostrata tanto in un’intonazione più instabile o in una voce più sfilacciata, quanto anzi in un aumento di potenza e di lama, per cui è risultato ancora più evidente il notevole controllo operato da Durham sul suo possente mezzo vocale, che ai primi cenni di cedimento ne approfitta per sfuggire alla sua domatrice. Si è capito meglio come un mezzosoprano capace di quei leggerissimi ricami floreali in Lambert, e che così magnificamente si inseriva nell’ensemble di Rousset, possa altrettanto serenamente affrontare Carmen, Elektra e Rusalka.
Richiamati tutti a gran forza dal pubblico che affollava il castello, i musicisti hanno donato come bis un estratto da Les fêtes de Paphos di Jean-Joseph de Mondonville e un’altra Air de cour (Vos mépris chaque jour) di Lambert.
Alessandro Tommasi
(2 settembre 2021)
La locandina
Clavicembalo, direzione | Christophe Rousset |
Mezzosoprano | Grace Durham |
Les Talens Lyriques | |
Programma: | |
Michel Lambert | |
Ombre de mon amant, D’un feu secret je me sens consumer, Ma bergère est tendre et fidèle,Rochers vous êtes sourd | |
François Couperin | |
Sonade da La Piémontoise | |
Henry Purcell | |
Bess of Bedlam, Let me weep, Yorkshire Feast Song | |
Jean-Marie Leclair | |
Ouverture in Re maggiore op. 13 | |
Jean-Baptiste Stuck | |
Enfin de ma Philis |
Condividi questo articolo