Trento: Falcone, l’opera come impegno politico

Quello svincolo autostradale è rimasto nella nostra memoria. Perché è uno spartiacque della storia italiana che per la prima volta ha fatto i conti con la potenza della criminalità organizzata, la quale non esitò a fare saltare in aria un’intera via di grande collegamento per eliminare un avversario pericoloso, L’immagine dei cartelli con le indicazioni Palermo e Capaci dell’autostrada tra l’aeroporto e il capoluogo siciliano sopra la strada sventrata è lo sfondo della vicenda dedicata alla vittima più illustre di quella esplosione, Giovanni Falcone. Falcone (Il tempo sospeso del volo) il titolo dell’opera di Nicola Sani su libretto di Franco Ripa di Meana, andata in scena al Teatro Sociale di Trento nell’ambito della rassegna Larger Than Life a cura della Fondazione Haydn Stiftung e dedicata al teatro in musica contemporaneo. Un lavoro, la cui prima rappresentazione risale al 2007 e che si è avvalso di una nuova regia firmata da Stefano Simone Pintor.

È proprio la narrazione di Pintor a ricordarci senza sconti quello che l’Italia dei primi anni Novanta visse guardando la tv e leggendo i giornali. Una sorta di iperrealismo, mai però fine a se stesso. I rottami dell’auto saltata in aria, i fogli del magistrato, l’agenda (il richiamo all’omicidio successivo di Paolo Borsellino). Ma anche le interviste e il maxi processo, oltre ai veleni dei colleghi che condizionarono la carriera di Falcone e parzialmente anche il suo operato. Tutti elementi che scuotono le coscienze. Una lettura facilitata dal libretto di Ripa di Meana che ha recuperato scritti, testimonianze, articoli di giornale e gli atti del Csm che bloccarono la nomina di Falcone a procuratore capo. Il magistrato dalla voce di basso è circondato da vari personaggi affidati a due cantanti e due attori: si riconosce in modo particolare Tommaso Buscetta che Falcone convinse a rompere il muro di silenzio.

La creazione di Sani si muove quindi in un teatro politico, un termine che comprende l’impegno e l’imperativo della memoria. Il suo è un recitar cantando dei nostri tempi, il cui testo deve essere compreso da chi ascolta per coglierne l’aspetto socio-politico. Dopo un prologo affidato all’elettronica, in cui i monitor mostrano un atterraggio a Punta Raisi, compare l’orchestra posta in fondo al boccascena, mentre il coro (l’ensemble femminile Continuum diretto magistralmente da Luigi Azzolini) è stato posizionato nel loggione e incaricato di una funzione narrante. Il metodo di lavoro di Sani è quello di avere tenuta alta l’attenzione del pubblico con uno stile in cui la tonalità non è mai abbandonata del tutto per restare, in modo tutto personale, nella storia del teatro in musica italiano.

Il Falcone di Roberto Scandiuzzi è autorevole e credibilissimo in una parte difficile sotto tanti aspetti, e non solo quelli vocali. A lui è affidata, sorretto al coro, la trasmissione del messaggio diventato ancora più necessario dal giorno della scomparsa del magistrato. Ottimi gli altri due bassi Gabriele Ribis e Salvatore Grigoli e gli attori Claudio Lobbia e Angelo Romagnoli, nel continuo cambio di ruoli per descrivere i vari ambienti della vicenda.

Marco Angius ha tenuto in mano con sicurezza tutta l’esecuzione musicale, tirando fuori dai musicisti dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento anche momenti di poesia in una vicenda a tinte scure. Che oltre a essere stata ben coordinata dal regista, ha visto Alvise Vidolin perfetto artefice di tutta la parte sonora elettronica. Pubblico numeroso e soddisfatto che ha quindi ben accolto un titolo tutt’altro che facile.

Michele Manzotti

(12 marzo 2022)

La locandina

Direttore Marco Angius
Regia Stefano Simone Pintor
Scene Gregorio Zurla
Costumi Alberto Allegretti
Lighting design Fiammetta Baldiserri e Virginio Levrio
Video design Francesco Mori
Sound design Alvise Vidolin
Personaggi e interpreti:
Basso 1 (Giovanni Falcone) Roberto Scandiuzzi
Basso 2 Gabriele Ribis
Basso 3  Salvatore Grigoli
Attore 1  Claudio Lobbia
Attore 2 Angelo Romagnoli
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Coro Ensemble vocale Continuum
Maestro del coro Luigi Azzolini

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