Borgoricco: Takt Time, Disordine e Ordine
Il concerto di Takt Time, ensemble di percussioni creato e guidato da Edoardo Giachino ci ha dato occasione, oltre al piacere dell’ascolto di musica eseguita in modi e forme che si potrebbero definire non contigue alla tradizione, di imparare molte cose.
Non conoscevamo il Teatro Comunale Aldo Rossi di Borgoricco, comune in provincia di Padova che sorge nel cuore di una delle più estese e meglio conservate centuriazioni di epoca romana e che è un meraviglioso cilindro sonoro la cui forma sta fra i teatri elisabettiani e una capanna con tetto tronco conico chiuso da un grande lucernario.
Dalla struttura dello spazio abbiamo realizzato che la circolarità si addice alle percussioni poste lungo tutta la circonferenza ad avvolgere il pubblico, parte attiva della serata, come si dirà in seguito; il palcoscenico è parte non preponderante e si inserisce nella globalità dell’azione musicale.
A Musiké il merito di aver scelto di utilizzare questo spazio che si attaglia perfettamente al tipo di musica e soprattutto alla varietà di strumenti utilizzati da Takt Time.
Concerto “partecipato” si diceva: buona parte dell’uditorio che, compreso chi scrive, ha partecipato ad uno stage preparatorio, subito prima del concerto, consentendo ai migliori di esibirsi poi con l’ensemble e con risultati positivi al di là di ogni aspettativa; Giachino, oltre ad essere uno straordinario percussionista, è un didatta appassionato.
Non è iperbolico definire il concerto straordinario perché raramente è dato vedere un coinvolgimento emotivo del pubblico-attore che si è coniugato con quello dei musicisti.
Giachino racconta il programma, spiegando come dall’ordine si possa passare al disordine per tornare infine all’ordine, il tutto sempre in forma circolare e introducendo via via i giovani percussionisti, ovvero Marco Spina, Giuseppe Zeverino, Domenico D’Argenzio, Pietro Cavallon, Michele Montagner, Gabriele Lotta, Fabio Orlandelli, Emanuele Pisanò, Gabriele Genta, Francesco Persano e Giuseppe Gagliardi, tutti bravissimi, instancabili e capaci di trasmettere la loro carica anche attraverso una fisicità prorompente e non scevra di autoironia.
La Sonata KV 545 di Mozart trascritta per marimba assume caratteri di straniante astrazione e finisce per fluttuare in uno spazio indefinito e affascinante, dimostrando che la musica di Mozart è universale e perfetta, con buona pace di alcuni “musicologi della porta accanto” che accusano il Salisburghese del plagio costante di mediocrissimi compositori suoi contemporanei giustamente caduti nell’oblio. Emozionante l’esecuzione nella quale spicca un gusto impeccabile nel fraseggio e il ricorso accorto a rubati suadenti.
Egualmente emozionante la melanconica Sonata KK 213 di Domenico Scarlatti, che trova nella marimba un interlocutore che ne accentua la componente meditativa.
Meraviglioso il rap ante litteram Living Room Music scritto da John Cage su testo di Gertrude Stein nel quale gli strumenti sono libri, fogli di carta, mobili, oltre alle voci degli esecutori. I Takt Time drammatizzano il pezzo calandolo in un ironicissimo omaggio ai Queen di “I want to break free”.
Trascinante “Wild love” di Frank Zappa e di grande effetto il raffinato Ostinato pianissimo di Henry Cowell, tutto giocato in filigrana.
Perfetti i cinque pezzi di Giachino, capace di sfruttare al massimo le vaste potenzialità della famiglia delle percussioni, su tutti We’re blue cans con solisti e spettatori-interpreti a percuotere bidoni e pentole in ritmi sudamericani.
Una samba indiavolata ha concluso una serata coinvolgente come poche e nella quale si è fatta musica con quasi tutto, pentole e padelle comprese.
Pubblico entusiata e tutto in piedi ad applaudire, ritmando, ovviamente.
Alessandro Cammarano
(Borgoricco-PD, 30 maggio 2018)
La locandina
Takt Time | |
ensemble di Percussioni | |
Marco Spina, Giuseppe Zeverino, Domenico D’Argenzio, Pietro Cavallon, Michele Montagner, Gabriele Lotta, Fabio Orlandelli, Emanuele Pisanò, Gabriele Genta, Francesco Persano e Giuseppe Gagliardi | |
Musiche di | |
Domenico Scarlatti, Wolfgang Amadeus Mozart, Frank Zappa, Henry Covell, John Cage, Edoardo Giachino |
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