Le sue scelte di repertorio sono state originali e innovative: fu la prima a proporre in Italia, all’inizio degli anni ’60, l’esecuzione integrale delle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, ma non dimentichiamo la riscoperta di Scarlatti e Clementi.
Equilibrio, suono, gesto, intimità, chissà quale motivazione sta dietro alla scelta di affidare alla classicità del quartetto, ad una formazione da camera, l’apertura di una nuova strada sperimentale.
Dunque Trio Chagall da oggi diventa “Trio Concept”, un nome che finalmente rispecchia l’idea di fare musica di questo ensemble giovanissimo.
«Ora ho finalmente capito l’‘Olandese», sussurra la nonna Waltraud all’orecchio della nipote Helene.
Continua la nostra rassegna dei film in concorso a Venezia quest’anno: la mattina del 3 settembre la Sala Grande ha proiettato in anteprima Harvest, di Athina Rachel Tsangari, tratto dal romanzo Il raccolto di Jim Crace.
Campo di battaglia di Gianni Amelio è stato il primo dei quattro film italiani in concorso presentati a Venezia quest’anno. I talentuosi Alessandro Borghi (che non delude mai) e Gabriel Montesi, un attore che meriterebbe più visibilità all’interno del cinema italiano, interpretano due medici alla fine della Prima Guerra Mondiale…
Dopo l’insolita assenza delle orde di cacciatori di star dell’anno scorso, le code all’imbarcadero e fuori dalle sale del Lido sono tornate ad essere nuovamente infinite, e il Leone di Venezia somiglia sempre di più ad una tigre del Bengala, a causa delle temperature umide e torride da foresta amazzonica.
Il controtenore Maximiliano Danta, proveniente dall’Uruguay, ha conquistato la giuria con una performance di grande livello, aggiudicandosi il primo premio del concorso.
Assolirica ha letto con interesse, sulla vostra rivista online, l’articolo dedicato al problema della formazione qualificata del giovane professionista della lirica in Italia.
L’individuazione del giusto repertorio è diventata cosa alquanto problematica ed eccessivamente soggettiva: si trascura in modo imperdonabile che da cio’ possa dipendere l’avvenire di un giovane artista e lo sviluppo della sua carriera.
Ancora una volta il teatro di prosa dimostra di essere ben più che vitale e capace di esprimersi attraverso forme che fanno della sperimentazione il loro fulcro.
In un borgo di appena quattromila abitanti, uno dei più grandi violinisti di sempre e un brillante pianista italiano incontrano un ensemble lucano per eseguire brani di Ludwig van Beethoven, che fino a oggi – e stupisce anche solo pensarlo – non sono mai stati eseguiti.
Difficile che un film, nella lunghezza di un paio d’ore o poco più, possa rendere ragione in maniera compiuta ed esaustiva della personalità di un artista così complesso.
“OLTRE UN SECOLO DI MUSICA INSIEME: una riflessione sul presente e uno sguardo sul futuro dell’attività cameristica in Italia”.
Qualcosa di nuovo? In realtà, si prova a rifare quello che la musica ha sempre fatto: creare aggregazione, comunità, raccogliere anime attorno ad un piccolo salotto creativo in cui un gruppo di musicisti, quando non un gruppo di amici, si riunisce per dare voce alle meraviglie di un pentagramma.
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