Le commissioni transatlantiche di Igor’ Stravinskij. Il concerto della Camerata Salzburg che ha inaugurato la stagione della Società del Quartetto di Vicenza
Con l’esecuzione dell’aria di Sifare Lungi da te mio bene, dal Mitridate re di Ponto di Mozart, ha avuto inizio il crescendo di tripudio della serata.
All’interno di questo percorso vasto e articolato, i due giovani interpreti hanno mostrato una maturità stilistica ed interpretativa notevole.
Una Metropolitan Opera House gremita per la 937esima rappresentazione di Rigoletto di Giuseppe Verdi. Con i suoi 3800 posti a sedere il colpo d’occhio dalla platea, verso gli ordini superiori, è sicuramente d’effetto.
Attraverso una vocalità rigogliosa, poggiata su un timbro di rara preziosità, Vistoli esplora la dimensione Trascendente e teatrale della scrittura di Vivaldi, superando il mero virtuosismo tecnico per addentrarsi in una profonda espressione emotiva
Era il 1985 quando negli stabilimenti Ansaldo di Milano, Renzo Piano costruiva uno “spazio musicale” – un grande parallelepipedo di legno – per l’esecuzione della versione definitiva del Prometeo di Luigi Nono.
Rimanere su un piano prettamente musicale, direi anche emozionale, considerando il risvolto drammatico della vicenda umana, Grillo si è suicidato nel 2013, mi pare la strada migliore.
l risultato è stato un’esecuzione nella quale il pensiero “tedesco” del direttore si combinava con la chiarezza “italiana” della cangiante tavolozza timbrica.
Ricreare un’opera di tale profondità richiede interpreti dotati di sensibilità e intelligenza musicale fuori dal comune e Ian Bostridge e Julius Drake si rivelano perfetti per l’impresa.
Per tentare di descrivere l’indescrivibile – ovvero la musica, qualcosa che è accessibile ai sensi per un tempo molto ridotto – a volte si cercano metafore provenienti dalla vista o dal tatto: nel caso di Janine Jansen,
Felicissima, dunque, la scelta della Fondazione Haydn di Bolzan e Trento di aprire la stagione d’opera 24-25 facendo reincontrare i due autori con un dittico in cui al Pierrot lunaire si affianca il Gianni Schicchi.
È raro trovare tanta sintonia di intenzioni fra buca e palcoscenico, ma nella fattispecie l’alchimia è stata encomiabile.
Non conosco altri luoghi dove sia possibile godere, in due giorni, una così eccitante concentrazione di repertori contemporane
L’ultima Manon Lescaut è quella di Daniel Auber, forse la meno fedele al romanzo d’origine, ma non per questo meno interessante, anzi.
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