CD: Vivaldi, Concerti per violino VII ‘Per il castello’
Data al 28 giugno 1741 l’ultima testimonianza scritta di Antonio Vivaldi, che morirà esattamente un mese dopo: la ricevuta della vendita di musica al conte Vinciguerra Tommaso Collalto, veneto di Susegana ed erede dei possedimenti paterni in Moravia, compreso il castello di Pirnitz (Brtnice in moravo) dove risiedeva abitualmente.
Il Collalto, più noto per le sue frequentazioni con gli ambienti culturali – sono note le sue frequentazioni con esponenti della cultura suoi contemporanei come Apostolo Zeno e Ludovico Antonio Muratori – che non per la sua, per latro scarsa, attività diplomatica acquista quindici concerti per violino, di cui solo sei sono giunti sino a noi. Composti in un periodo che va dalla metà degli anni Venti a quella degli anni Trenta del secolo Diciottesimo costituiscono una testimonianza uniforme dell’estetica dell’ultimo Vivaldi.
Un canto del cigno, o forse meglio una serena meditazione sul passato e uno sguardo – ancora una volta acutissimo – sul futuro, dove lo strumento solista si arricchisce in fraseggio e figure, mentre l’ornamentazione sembra lasciarsi sedurre dallo stile galante.
Nel CD Concerti per violino VII ‘Per il castello’, pubblicato dalla Naïve nell’ambito della sua Vivaldi Edition, – protagonisti il violinista ravennate Alessandro Tampieri insieme all’Accademia Bizantina che Ottavio Dantone dirige al cembalo – la materia sonora del Vivaldi tardo è trattata in filigrana, quasi a non volerne turbare la leggerezza intima e la malinconia velata che intridono il tessuto melodico e l’impianto armonico.
È soprattutto nei concerti RV 389 e RV 390 che Tampieri esalta la narrazione quasi rapsodica degli impaginati attraverso un fraseggio introspettivo e poggiato su una cavata autorevole e al contempo leggera.
Anche l’atmosfera teatrale del concerto RV 273 trova, grazie a Tampieri, piena espressione in agogiche mai fini a loro stesse, cosi come il concerto RV 367 viene esaltato nella sua “essenzialità”.
Del concerto RV 371 viene colta la maestosità che si stempera tuttavia in meandri riflessivi, mentre la levità dello RV 257 è risolta con morbidezze suadenti.
Esecuzione storicamente informata e, come sempre avviene quando si tratta dell’Accademia Bizantina, vivida e priva di qualsiasi pendanteria, supportata da un’incisione di buon bilanciamento.
Alessandro Cammarano
Antonio Vivaldi | |
Concerti per violino VII ‘Per il castello’ | |
Violino | Alessandro Tampieri |
Direttore | Ottavio Dantone |
Accademia Bizantina | |
Naïve OP7078 |
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